Accusati dai carabinieri dei reati di danneggiamento, minacce e atti osceni. Ieri riunione con la prefettura, decisi controlli del Comune
Due inquilini del turbolento
condominio di via Rosso a Gropparello - oggetto di una raccolta
di firme da parte di un folto gruppo di residenti esasperati - sono
stati denunciati per danneggiamento, minacce e atti osceni. È
l'esito delle indagini dei carabinieri su un episodio avvenuto il
29 giugno, quando due giovani
lanciarono un sasso contro
un'auto parcheggiata per strada,
minacciarono la proprietaria e si
abbassarono i pantaloni e le mutande in segno di sfregio. Nei guai
sono finiti un 22enne e un 24enne di nazionalità nigeriana.
Sul caso - che ha imboccato anche la strada della politica, con
due interrogazioni al ministro
dell'Interno Luciana Lamorgese
presentate dai parlamentari piacentini Tommaso Foti (Fd'I) ed
Elena Murelli (Lega) - ieri si è tenuta una riunione in videoconferenza con la prefettura. Un incontro durante il quale sono stati pianificati controlli e verifiche
del Comune di Gropparello coinvolgendo il proprietario
dell'immobile. Si farà inoltre un
tentativo per «sensibilizzare gli
inquilini ad atteggiamenti più
consoni e rispettosi dell'intera comunità», spiega un comunicato
della prefettura.
Nella palazzina, che in passato è
stata un cinema e negli anni ha
ospitato l'ufficio postale e un supermercato, vivono una ventina
di persone. Attualmente sarebbero tutti di origine africana e regolarmente presenti in Italia. Al
di là dell'episodio che ha fatto
scattare le denunce, ad esasperare i vicini di casa sarebbero state
le frequenti urla notturne, le continue liti tra condomini e gli atti di maleducazione nei confronti
di chi ha cercato di far notare che
fosse il caso di darsi una calmata. Una situazione che col tempo
è diventata intollerabile.
Alla riunione, coordinata dal capo di gabinetto della prefettura
Patrizia Savarese, ieri hanno partecipato il sindaco Claudio Ghittoni, il comandante provinciale
dei carabinieri Stefano Savo, il
maggiore Biagio Bertoldi, comandante della compagnia di
Fiorenzuola, il dirigente dell'ufficio immigrazione della questura Tiziana Buonomo, il comandante della polizia locale Valnure Valchero Paolo Giovannini e il
dottor Osvaldo Bergonzi dell'Ausl
di Piacenza.
Il capo di gabinetto della prefettura ha sottolineato che la palazzina di via Rosso non è un centro
di accoglienza straordinario per
richiedenti asilo, che nemmeno
in passato risulta abbia avuto
questa finalità d'uso e che, da
quanto noto, la palazzina, composta da più appartamenti, è affittata a cittadini stranieri.
«Il sindaco Ghittoni ha rappresentato che la situazione creatasi nell'immobile di Via Rosso non
è certo nuova - si legge nella nota diffusa dall'ufficio locale del governo - e già nel novembre del
2018 ha interessato, per gli aspetti di competenza, la polizia locale e la stazione dei carabinieri di
Gropparello: infatti alcuni degli
stranieri che vi risiedono e i loro
ospiti si sono nel tempo contraddistinti per atteggiamenti e comportamenti che hanno suscitato
un certo allarme sociale nella comunità di Gropparello». Visto che
la situazione non migliorava, nel
maggio del 2020 il sindaco ha
chiesto nuovamente l'aiuto delle
forze dell'ordine e della prefettura per trovare una soluzione. Nella nota si legge che Ghittoni «ringrazia la prefettura di aver convocato la riunione, già ipotizzata
dallo scorso 8 luglio, per tutti gli
approfondimenti del caso, ben
consapevole della complessità
della questione».
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