Parla il ministro dell'Istruzione Interviene anche Borgonzoni: «Non è iscritto alla Lega»
Nella marea di reazioni al post
anti-sardine del professore del Mattei Giancarlo Talamini Bisi, una delle prime forti censure giunge dal
ministro dell'Istruzione Lorenzo
Fioramonti: «A tutela dei diritti degli studenti e della stessa scuola ho
attivato gli uffici del Miur per verificare i fatti e procedere con provvedimento immediato alla sospensione» scrive il ministro su Facebook. E aggiunge: «Educare al rispetto dei principi della Costituzione è uno dei fondamenti dell'istituzione scolastica, tra questi vi sono certamente il diritto a manifestare
liberamente il proprio pensiero ed
a partecipare alla vita pubblica secondo i modi garantiti dalla Costituzione stessa. La scuola è inclusiva e, per definizione, deve educare
al pensiero critico e indipendente.
Anche il corpo docente, nell'esercitare la sua importantissima funzione, deve attenersi a questi principi, trasferendoli agli studenti, per
non venir meno ai suoi doveri. Non
sono perciò assolutamente ammissibili condotte lesive di tali valori, o
che addirittura mettano a rischio la
fiducia della comunità scolastica».
Gli ha fatto eco la viceministra Anna Ascani. «Un insegnante che offende e promette di penalizzare gli
studenti solo perché vorrebbero
partecipare alle manifestazioni delle sardine, usando turpiloquio e mi nacce non troppo velate. Non è un
comportamento tollerabile. Mi attiverò affinché si prendano provvedimenti. Nessuno può essere discriminato per le proprie idee, tantomeno nella scuola».
De Micheli: inaccettabile
Condanna che arriva anche dalla
ministra dei Trasporti, la piacentina Paola De Micheli: «Una presa di
posizione inaccettabile da parte di
chi dovrebbe educare i giovani alla libertà, per la quale i nostri padri
e nonni sono morti».
Foti: si scusi
Non è da meno il parlamentare piacentino Tommaso Foti (FdI): «Chi
come me viene da una storia politica di destra, non può che censurare il fatto che un insegnante intimi agli studenti di manifestare le
proprie opinioni. Voglio sperare
che le espressioni utilizzate siano
solo un brutto ricordo di periodi
che mi auguravo - e auguro - definitivamente chiusi. Auspico quindi che si tratti di un pensiero dal sen
fuggito e che chi se ne è reso protagonista si scusi con la comunità
scolastica».
Sindacati: intimidazioni
C'è poi tutto il fronte dei sindacati
a reagire compatto: «Sono parole
che descrivono un clima inaccettabile, concetti che rasentano l'intimidazione e contrari al compito
costituzionale previsto per la scuola italiana, che è prioritariamente
educare alla partecipazione e al
pensiero critico. La valutazione non
può essere utilizzata come strumento di intimidazione e di minaccia. Gli studenti non devono rinunciare al loro diritto di esprimere liberamente la loro opinione, così
come il docente, nel suo ruolo di
educatore, non deve mai prescindere dai suoi obblighi deontologici». Così, in una nota, i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil di Piacenza
insieme ai referenti dei rispettivi
sindacati scuola. «Il problema di
fondo – aggiungono le parti sociali – è che parte politica disegna le
elezioni del 26 gennaio come un'ultima "battaglia", una "guerra finale"
con un gergo guarrafondaio con dito da un linguaggio d'odio. Evitiamo massimalismi, concentriamoci sui problemi che, nel mondo della scuola, non sono pochi e non dipendono certo dalla partecipazione o meno degli studenti a una manifestazione di un movimento pacifico e non violento. Siamo di
fronte ad un gesto che il sindacato
condanna duramente, e siamo
convinti che la scuola e l'amministrazione stiano procedendo secondo quello che è di loro competenza per apllicare gli opportuni
provvedimenti. L'autore di tali parole dovrà rispondere – a nostro avviso - in tutte le sedi di quello che
ha scritto».
Borgonzoni condanna
Sul caso è intervenuta anche Lucia
Borgonzoni, candidata della Lega
alla presidenza della Regione: «Il
professore non è un iscritto alla Lega, al contrario di quello che ho letto su alcuni media. Condanno le
sue parole: sono inaccettabili, ancor più se scritte o pronunciate da
un docente. Le piazze, se non violente, le rispetto sempre, anche se
non ne condivido il messaggio. E
mai nessuno deve permettersi di
censurare idee e pensieri altrui, né
con parole né con minacce».
Libertà