Buoni spesa. Dal mezzo milione della città ai 600 euro di Zerba. «Chi ha indennità dia il 10%»
Qualche giorno fa, il parlamentare Tommaso Foti lo aveva scritto
su Facebook. «Buoni spesa. In ogni
Comune un criterio diverso per
l'erogazione. Povera Italia!». Il Piacentino ha fatto eccezione ed è andato in un'altra direzione: i sindaci
in costante collegamento tramite
chat hanno tentato di costruire insieme una griglia di criteri comune,
per quanto possibile, facendo il più
possibile massa nella "povera Italia", mentre anche dove non sono
ancora stati pubblicati i requisiti
(domani comunque dovrebbero
esserci tutti) ci sono già decine di
persone che si sono messe avanti,
telefonando, chiedendo aiuto. I fondi di protezione civile per sostenere chi si trova in grave fragilità anche a causa della pandemia vanno
dai 548mila euro di Piacenza città
ai 600 euro di Zerba, dove tutto
sommato, come spiega il sindaco
Piero Rebolini, «noi tra pensioni e
reddito di cittadinanza riusciamo
a sostenere tutti». Zerba, in ogni caso, rientrerà nei parametri che saranno ufficializzati domani
dall'Unione montana delle alte valli Trebbia e Luretta. «Ogni singolo
Comune raccoglierà le richieste e
poi come Unione faremo l'istruttoria, entro venerdì. Già in venti intanto hanno telefonato nelle ultime ore», spiega la responsabile dei
servizi sociali Lucia Mazzocchi. Fiorenzuola può assegnare in buoni
spesa 81.113 euro, Podenzano
48mila, Borgonovo 42mila e Carpaneto 41mila.
A Podenzano al cancello del municipio si trova una scatola, con la
scritta "Inserire qui", per chi non riuscisse a usare il computer. Il sindaco Alessandro Piva precisa che i
buoni spesa (le richieste vanno presentate entro domani, come a Carpaneto, mentre a Fiorenzuola la finestra resta aperta fino al 10) dovranno essere utilizzati nel proprio
Comune, non altrove. E che servono per beni di prima necessità:
«Quindi non sono acquistabili bevande alcoliche o generi di raffinata gastronomia». Accanto ai buoni
spesa, concordano praticamente
tutti gli uffici sociali dei Comuni, è
soprattutto ora la solidarietà a dare
una mano: «Ho saputo che diverse
attività di Podenzano hanno fatto a
gara per far avere alla nostra Caritas prodotti per le famiglie bisognose. Ci stiamo avvicinando alla Pasqua, e c'è chi ha donato tortelli, pisarei e nidi di rondine congelati, chi
zamponi e cotechini sottovuoto, chi
formaggi. Questo è il cuore di Podenzano, un cuore grande e commovente». L'elenco delle attività dove potranno essere usati i buoni non
è ancora disponibile, tranne che in
alcuni casi, come nel Comune di Alta Val Tidone. A nome dei piccoli
Comuni Massimo Castelli di Anci
propone che i gestori dei servizi essenziali come acqua, luce, gas per
quest'anno rinuncino agli investimenti non strategici e agli utili di
impresa. E ancora tra le proposte:
«Chi ha pensioni consistenti, alte
indennità politiche , o stipendi per
sua fortuna garantiti e sopra i 2mila euro netti potrebbe ridurre del
10-20 per cento la retribuzione per
un contributo di solidarietà».
Libertà