Rigettata dal ministero dei trasporti e da Autostrade la mozione del Comune per il ritorno della precedente dicitura sull'A1 a Guardamiglio
Si è fatta attendere, ma alla fine è
arrivata la risposta del ministero delle infrastrutture e dei trasporti alla
sindaca Patrizia Barbieri sul cambio
di denominazione dell'uscita di
Guadamiglio sull'autostrada A1 Milano-Roma. Ed è una comunicazione non propriamente favorevole al
ritorno di "Piacenza Nord" sui cartelli che dall'inizio del 2019 recano
la scritta ""Basso Lodigiano".
Alla sindaca che chiedeva conto della mozione approvata all'unanimità in consiglio comunale il 4 novembre 2019 per ripristinare la vecchia
dicitura di Piacenza Nord in sostituzione o, al limite, in aggiunta a
quella - "Basso Lodigiano" - voluta
dall'allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, l'onorevole
leghista Guido Guidesi che è di San
Rocco al Porto, il ministero fa sostanzialmente rispondere ad Autostrade per l'Italia allegandone una nota del 21 dicembre scorso, sempre
indirizzata al Comune, in cui si spiega che la denominazione in questione - datata dicembre 2018 in seno al
Sottocomitato per la Toponomastica, riunitosi presso la Direzione generale per la Sicurezza stradale del
ministero - «è stata definita sulla base di valutazioni che hanno riguardato l'effettiva collocazione geografica dell'uscita e i relativi aspetti di
carattere viabilistico». Come a dire
che Guardamiglio è nel Basso Lodigiano e, geograficamente parlando,
battezzarne per 50 anni il casello con
"Piacenza Nord" è stata una forzatura, se non un abuso bell'e buono.
E se nella mozione di Palazzo Mercanti viene evidenziato il paradosso di dirottare su Piacenza Sud i veicoli diretti in centro città, allungandone perciò inutilmente la percorrenza autostradale, la risposta delle
superiori autorità fa notare che «per
le provenienze da Milano è presente, 400 metri prima dell'uscita, la segnaletica di itinerario esterno che
evidenzia l'opportunità di raggiungere il centro di Piacenza utilizzando l'uscita Basso Lodigiano», fermo
restando il divieto di transito sul
ponte sul Po per i mezzi oltre le 3,5
tonnellate (a pieno carico).
Così la risposta di Autostrade per
l'Italia, con il ministero dei trasporti che si limita, «per quanto di competenza di questa direzione generale» che firma la nota nella persona di Felice Morisco, a «chiedere di
conoscere se le indicazioni adottate consentono di superare le istanze precedentemente avanzate da
codesto Comune». Che è una chiosa dal sapore vagamente canzonatorio, considerato quanto indignato dibattito sollevò all'ombra del Gotico il cambio di denominazione. Lo
scippo della storica dicitura di "Piacenza Nord" aprì un campo di battaglia su cui l'onorevole di San Rocco issò il vessillo in cui soprattutto le
campanilistiche istanze della Lega
basso lodigiana si riconoscevano.
Sull'altra sponda del Po, tra l'imbarazzato silenzio del Carroccio locale, si scatenò una controffensiva bipartisan culminata nella mozione
presentata da Antonio Levoni (Liberali) e nell'interrogazione parlamentare di Tommaso Foti (Fdi).
A polemica calda, Michele Dell'Orco, sottosegretario del ministero dei
trasporti, allora guidato da Danilo
Toninelli (M5s) aveva assicurato che
si sarebbe avviato un confronto con
gli enti coinvolti per individuare la
soluzione più opportuna aprendo
alla doppia denominazione. Un anno fa sembrava che l'abbinamento
di "Piacenza Nord" a "Basso Lodigiano" fosse vicino, anche sulla scorta dei buoni uffici legati all'insediamento al ministero dei trasporti della piacentina Paola De Micheli (Pd).
L'odierna risposta da Roma pare però una doccia scozzese.
Libertà