Rassegna Stampa

I mille fantasmi della scuola piacentina, precari sulle barricate oggi e domani

Data: 08/06/2021

I sindacati: «Emendamenti al "Sostegni bis"». Domani presidio fuori dalla Prefettura

Una frattura tra il Patto per la scuola, precedentemente condiviso, e i contenuti effettivi del decreto Sostegni bis che è venuto in seguito. E i precari della scuola salgono sulle barricate. I loro rappresentanti - Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals - hanno annunciato ieri un piano di battaglia che impegna sul campo nella provincia di Piacenza un migliaio di lavoratori e lavoratrici della scuola, sospesi nel limbo di una precarietà talvolta senza fine. I sindacati hanno messo nero su bianco gli emendamenti richiesti al Miur a favore di questa fascia di lavoratori. Oggi pomeriggio ne sarà data comunicazione ai parlamentari piacentini (ieri mattina avevano al momento garantito disponibilità al webinar coi sindacati gli onorevoli Paola De Micheli e Tommaso Foti, sono stati invitati anche la collega Elena Murelli e il senatore Pietro Pisani) e domani è previsto un presidio fuori dalla Prefettura (ore 12,15) seguito dalla consegna di un documento alla prefetta Daniela Lupo. Alla conferenza di presentazione di ieri a Piacenza (ma analoghe iniziative si terranno tra oggi e domani in tutta Italia) sono intervenuti Paola Votto (Cisl Scuola), Giovanni Zavattoni (Flc Cgil), Giovanna de Fusco (Uil Scuola) e Daniela Fuochi (Snals). Iconica rappresentazione allestita alle spalle delle bandiere sindacali, un lenzuolo bianco, «un fantasma, come lo sono i precari, che alla fine dell'anno scolastico scompaiono per riapparire all'inizio del nuovo anno». Le ragioni I 4 segretari sindacali Paola Votto, Giovanni Zavattoni, Giovanna de Fusco e alle spalle, da remoto, Daniela Fuochi della mobilitazione le hanno spiegate ieri i quattro sindacalisti. «Mentre il 20 maggio 2021 veniva firmato il "Patto" con le organizzazioni sindacali confederali, il Governo predisponeva un decreto legge che interviene sulle medesime materie senza alcun confronto. Un decreto pubblicato il 25 maggio in Gazzetta ufficiale, il decreto legge 73/2021 (detto Sostegni bis), deliberato dal Consiglio dei Ministri ed incardinato nell'agenda dei lavori del Parlamento». All'interno del testo di legge due sono gli articoli (58 e 59) che trattano nello specifico delle misure urgenti per la scuola. Si tratta, stigmatizzano i sindacati, «di interventi in grandissima parte inadeguati». I provvedimenti più gravi «sono quelli lesivi dell'autonomia contrattuale: non si comprende ad esempio l'invasione normativa in una materia prettamente contrattuale come la mobilità. Bisogna invece andare nella direzione opposta, cioè cancellare ogni invasione di campo sulle materie contrattuali, rimettendo l'intera discussione, come previsto anche dal Patto per la scuola, al tavolo della contrattazione. Vale per i docenti neo immessi in ruolo, vale anche per il personale dsga ( i direttori amministrativi, ndr.)». Contraddittoria con i precedenti atti appena emanati dallo stesso Ministero risulta «la previsione di attività di recupero intese come attività ordinaria da non remunerare, replicando le misure dello scorso anno e in palese contrasto con quanto definito dal Piano Estate 2021 che demanda alla capacità ed alla responsabilità progettuale delle scuole ogni intervento in materia didattica». Sul fronte dei precari e del reclutamento «le misure previste sono parziali e richiedono delle modifiche importanti, a partire dalla cancellazione del requisito dei tre anni di servizio per le assunzioni dalla prima fascia fino all'inserimento della seconda fascia Gps (le graduatorie, ndr.) per realizzare le assunzioni stesse». Strali sul concorso ordinario dove «non è condivisibile la misura che vieta di ritentare il successivo concorso in caso di bocciatura, così come è discutibile la differenziazione tra discipline Stem e altre». A buttare benzina sul fuoco anche «il mancato accenno alle proroghe dell'organico straordinario (cosiddetto Covid) che ha scadenza di contratto al termine delle lezioni», la mancata ripresa della «discussione per le procedure semplificate per il concorso del personale assistente amministrativo facente funzione, i dsga». Per questi motivi le quattro sigle puntano a mutare il decreto e a misure urgenti come «la stabilizzazione di tutti i precari sia abilitati e specializzati sia con 3 anni di servizio», «la stabilizzazione dei dsga facenti funzione con 3 anni di servizio», «il superamento dei blocchi sulla mobilità del personale», «il rafforzamento degli organici del personale docente, educativo e ata a partire dalla conferma dell'organico Covid», «la riduzione del numero massimo di alunni per classe» e, infine, «la partecipazione a un nuovo concorso anche in caso di mancato superamento del precedente».

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