RISPOSTA ALL'INTERROGAZIONE
Gli «indici di delittuosità» a Piacenza città «risultano in costante diminuzione» e dunque «non sussistono i presupposti per attivare» l'operazione "Strade sicure". Così il sottosegretario di Stato all'Interno, Carlo Sibilia, ha risposto ieri alla Camera all'interpellanza con la quale il deputato piacentino di
Fratelli d'Italia, Tommaso Foti, chiedeva che
fosse finalmente accolta un'istanza che era
stata avanzata più volte negli ultimi anni dal
Consiglio comunale, a partire dal 2016 quando c'era il sindaco di centrosinistra Paolo Dosi: quella di avere pattuglie miste con i soldati a dare man forte a polizia, carabinieri e polizia locale nelle strade di città e provincia.
Nelle vie di Piacenza, quindi, l'esercito per
ora non arriverà.
Il governo gela Foti (FdI)
«Delitti in calo a Piacenza
non servono i militari»
Interpellanza del deputato che chiedeva di riattivare "Strade Sicure". Il sottosegretario:
«Ne ho parlato con prefetto e questore: idoneo l'assetto attuale. Va meglio anche via Roma»
Niente esercito nelle strade di
Piacenza. Gli «indici di delittuosità» nel capoluogo «risultano in costante diminuzione» e dunque
«non sussistono i presupposti per
attivare» l'operazione «Strade Sicure». Così il sottosegretario di Stato
all'Interno, Carlo Sibilia, ha risposto ieri alla Camera all'interpellanza in cui il deputato di Fratelli d'Italia, Tommaso Foti, chiedeva che fosse finalmente accolta un'istanza
avanzata più volte negli ultimi anni dal Consiglio comunale, a partire dal 2016 quando c'era il sindaco
di centrosinistra Paolo Dosi: quella
di avere pattuglie miste con i soldati a dare man forte a polizia, carabinieri e Polizia locale nelle strade di
città e provincia.
«Tante emergenze»
L'atto è stato presentato da Foti (con
il collega Francesco Lollobrigida) il
5 novembre, pochi giorni dopo il
tentativo di accoltellamento di un
netturbino da parte di un egiziano
clandestino che gridava "Allah
Akbar" (era la notte di Halloween)
in piazza Cavalli. Nelle premesse
dell'interpellanza Foti ha sottolineato che «Piacenza è una città che ha
poco più di 100mila abitanti e ha il
19,1 per cento di immigrati regolari; dopodiché, abbiamo una pletora di immigrati irregolari che non
può essere quantificata, potrebbero essere 500, come 5.000». «Inoltre
- ha proseguito Foti - ha delle tensioni sociali che derivano da un evidente ruolo baricentrico rispetto ad
altre province confinanti e anche
dall'utilizzo, in larga parte, della logistica che fa parte del sistema industriale di quella città, essendo anche crocevia, come si diceva una
volta, di importanti snodi stradali,
autostradali e ferroviari». Problemi
«a cui ultimamente si è aggiunto anche il fenomeno delle baby gang
che, probabilmente, è sottovalutato anche a livello nazionale ma che
nelle piccole città di provincia sta
determinando problemi molto seri, non soltanto di ordine pubblico
ma anche di prevenzione».
Da qui la richiesta di riattivare l'operazione "Strade sicure" dopo l'esperienza del 2009. «È una richiesta che
io ritengo legittima e che, a mio avviso, meriterebbe di essere accolta a garanzia e a tutela della popolazione della città di Piacenza e della
sua provincia»
«Città già presidiata»
Di diverso avviso il governo. Nella
risposta il sottosegretario Sibilia ha
riferito di essersi messo in contatto
con la prefetta Daniela Lupo e di
aver accertato gli sviluppi del caso
dell'egiziano. «Salve le più approfondite risultanze, che emergeranno all'esito delle indagini tuttora in
corso, sembra da escludere l'appartenenza del soggetto ad ambienti
contigui alla radicalizzazione di matrice islamica» dice. E poi aggiunge:
«Per quanto riguarda l'impiego delle Forze armate nel controllo del territorio nel quadro dell'operazione
"Strade Sicure", il prefetto di Piacenza ha riferito che, nella citata seduta del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, si è preso atto che,
allo stato, non sussistono i presupposti per attivare tale forma di collaborazione. A tale valutazione si è
pervenuti sentiti i vertici delle Forze di Polizia, in considerazione degli indici di delittuosità rilevati in ambito locale e data l'assenza di
obiettivi sensibili richiedenti vigilanza fissa. Tali indici di delittuosità del territorio provinciale e del capoluogo, infatti, risultano in costante diminuzione, risultando idoneo
l'attuale assetto e le misure di seguito indicate».
Il governo sottolinea inoltre «che tale tendenza alla decrescita trova
conferma anche nella zona della
stazione ferroviaria e di via Roma,
area di maggiore concentrazione
degli immigrati extracomunitari».
«Peraltro, occorre puntualizzare
che proprio in tale zona, già specificatamente contemplata dal piano
di controllo coordinato del territorio, recentemente è stata intensificata l'azione delle Forze di Polizia e
del comune mediante pattugliamenti congiunti, che si sono avvalsi anche del Reparto prevenzione
crimine, delle specialità della Polizia di Stato e delle squadre di intervento operativo dei Carabinieri.
Sempre a una logica di rafforzamento della prevenzione hanno
corrisposto l'implementazione della videosorveglianza e il divieto di
vendita di alcolici nelle ore serali,
imposto con ordinanza sindacale.
Oltre a ciò, non va dimenticata l'attività delle Forze di Polizia rivolta alla ricerca di persone irregolari».
Libertà