Rassegna Stampa

La Camera di Commercio al bivio - 'Ma la norma sulla fusione saltera''

Data: 30/08/2020

L'onorevole Tommaso Foti replica anche al vicepresidente di Unioncamere: caldeggia un progetto che non ha né capo né coda

L'onorevole Tommaso Foti (Fratelli d'Italia) a stretto giro di posta replica alle valutazioni di Andrea Prete, vicepresidente nazionale di Unioncamere favorevole all'accorpamento delle Camere di Commercio di Piacenza, Parma e Reggio e soprattutto Foti esprime la sua certezza che «salterà la norma che impone l'accorpamento della Camera di Commercio di Piacenza». 

«Ingolosire gli avidi» 
«Che il vicepresidente vicario di Unioncamere (vd. intervista a Libertà di ieri, ndr) speri di acquisire consensi favorevoli alla fusione-sottomissione della Camera di Commercio di Piacenza con quelle di Parma e Reggio - obietta Foti - evocando le maggiori risorse a disposizione, la dice lunga sul fatto che quello da lui caldeggiato è un progetto senza capo né coda, che spera solo d'ingolosire gli avidi». Foti "bolla" le considerazioni di Prete come «lusinghe», del resto non nutre dubbi l'esponente di Fratelli d'Italia: «l'articolo 61 del decreto "agosto" verrà stralciato, essendosi creato in tal senso un fortissimo fronte politico trasversale».  Foti nei giorni scorsi aveva già espresso la propria contrarietà alla norma in questione. «E con l'abolizione dell'articolo 61 se ne andrà in soffitta - continua - sia il commissariamento della Camera di Commercio, sia, in particolare, la nuova formulazione che essa disponeva del terzo comma, dell'articolo 1 della legge n. 580/1993, in ragione del quale già sarebbe diventata operativa un'unica Camera di Commercio emiliana frutto dell'accorpamento forzato di quelle di Piacenza, Parma e Reggio».

«Territorio rapinato» 
Foti ricorda come Fratelli d'Italia non da oggi abbia sempre espresso una posizione contraria alla fusione anche in nome del fatto che negli anni il territorio piacentino «è stato oggetto di vera e propria rapina dei centri direzionali e ciò abbiamo sempre coerentemente denunciato». E poi il graffio politico: «Una rapina che - anche se inspiegabilmente nessuno lo dice - ha sempre trovato terreno fertile quando Piacenza era nelle mani della sinistra». Per Foti il pericolo dell'accorpamento imposto o della calata del commissario per imporlo è scongiurato, ma proprio in questa fase a chi siede nel consiglio camerale è chiesto di delineare una strategia che abbia come «stella polare» quella di preservare in tutto e per tutto l'autonomia della Camera di Commercio di Piacenza.

Preservare l'autonomia 
L'autonomia, argomenta il parlamentare, serve in primo luogo proprio alle categorie economiche rappresentate nella Camera di commercio e alle associazioni di riferimento, «è un valore e non un orpello». Da ultimo, una risposta - pur senza mai citarlo - al segretario del Partito Democratico Silvio Bisotti che aveva pubblicamente rintuzzato Foti definendo "inopportuno e strumentale" il parallelismo sollevato dall'onorevole fra la questione camerale e la richiesta avanzata dal Pd alla sindaca Barbieri di ritirare l'ordinanza "monstrum" che vieta di sedere sui gradini di alcuni luoghi cittadini. Il Pd, secondo Foti, avrebbe preferito sul tema polemizzare invece di convenire sul pericolo dell'accorpamento imposto: «Nella vana speranza di ritagliarsi un ruolo politico» conclude l'esponente di Fratelli d'Italia che spinge a sua volta il pedale della vis polemica e vede in Bisotti : «il commissario liquidatore del suo partito».

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