Rassegna Stampa

L'appello corale delle categorie 'Ente camerale, stop a fusioni'

Data: 20/08/2020

Documento inviato alla ministra De Micheli, ai parlamentari e all'assessore Colla 
«Imposizione incomprensibile, si stralci»

«Stralciare dal "Decreto Agosto" l'articolo che impone l'accorpamento della Camera di Commercio di Piacenza con quelle di Parma e Reggio Emilia entro 60 giorni». Dopo la vibrante protesta della sindaca Patrizia Barbieri e del deputato di Fdi, Tommaso Foti (vedi Libertà di ieri), sono adesso le categorie economiche piacentine, rappresentate negli organi dell'ente camerale, a lanciare un appello corale per scongiurare un'operazione di cui - dicono - «non si comprende la "ratio"». La richiesta - contenuta in un documento inviato alla ministra dei Trasporti Paola De Micheli, ai parlamentari Pierluigi Bersani (Pd), Tommaso Foti (Fdi), Elena Murelli (Lega) e Pietro Pisani (Lega) nonché all'assessore regionale allo Sviluppo Economico Vincenzo Colla - è firmata da Confindustria Piacenza, Coldiretti Piacenza, Unione Prov. Agricoltori Piacenza, CNA Piacenza, LAA Piacenza, UPA Piacenza, Confesercenti Piacenza, Unione Commercianti Piacenza, Confcooperative Piacenza, CIA Confederazione Italiana Agricoltori Piacenza e Legacoop Emilia Ovest. Le categorie spiegano di aver appreso «con vivo rammarico e stupore» dell'improvvisa accelerazione imL'appello corale delle categorie «Ente camerale, stop a fusioni» posta dal governo, all'interno del decreto-legge 14 agosto 2020, che adotta misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia, imponendo di fatto (con quanto disposto dall'art. 61) alle Camere di Commercio di Piacenza, Parma e Reggio Emilia di concludere il processo di accorpamento entro il termine di 60 giorni dall'entrata in vigore del decreto stesso (ridotto a 30 per quelle tra le Camere che avessero gli organi scaduti) pena la gestione commissariale. «Non si comprende la "ratio" dell'inserimento di un articolo di tale natura all'interno di un Decreto indifferibile per riavviare l'economia del Paese - si legge nella nota -, e si reputano inopportune, intempestive, ed anche incongruenti con le finalità dichiarate del Decreto, le previsioni e conseguenze paventate per le Camere di Commercio in una fase così nevralgica e di diffusa difficoltà». «Ci troviamo infatti ancora in pieno e conclamato periodo emergenziale e detta misura di legge, che dovrebbe secondo il titolo del Decreto andare a sostegno ed a favore del rilancio dell'economia, comporterebbe invece l'inevitabile commissariamento di Camere di Commercio virtuose che, da tale momento, si troverebbero totalmente depotenziate e vedrebbero impegnate, per lunghi mesi, tutte le proprie risorse umane ed economiche in procedure burocratiche ed in pratiche amministrative ( da sempre il male del nostro sistema Paese) invece di poter dar corso e seguito ai reali sostegni e supporti messi in atto o pianificati a tutela e favore dei settori economici e delle aziende del territorio». Viene ricordato che la nostra Camera di Commercio si è infatti già prontamente impegnata ed adoperata per la messa in campo di misure di sostegno a favore delle imprese piacentine nel pieno periodo della crisi Covid attraverso la pubblicazione di Bandi concreti e la messa a disposizione di sostegni reali, con l'ulteriore impegno a mettere in campo nuove misure e risorse nell'imminente periodo autunnale, al fine di contrastare gli ulteriori effetti del prorogato stato emergenziale. La richiesta, dunque, è quella di permettere alla Camera di Commercio di poter continuare «a lavorare in serenità e con pieni poteri ».

Camisa: lo dissi nel 2018 
Contrarietà alla fusione è stata espressa anche da Cristian Camisa, presidente Confapi Industria Piacenza. «Già nel 2018 sostenevo che la fusione con la Camera di Commercio di Parma e Reggio fosse un errore, lo argomentai anche guardando i dati di bilancio dei tre enti, si trattava dell'ennesima perdita di sovranità per il nostro territorio. Allora fummo in pochissimi a prendere posizione - commenta Camisa - L'unica cosa che servirebbe è una completa digitalizzazione dei servizi che farebbe risparmiare tempo alle nostre aziende aumentando l'efficienza.Oggi auspico più coraggio, una linea univoca di tutte le forze sociali e politiche. Piacenza non può più permettersi di perdere un altro centro decisionale». Sulla questione è intervenuto anche il senatore Pisani: «Di sicuro, come gruppo Lega al Senato e personalmente, in commissione Attività produttive, ci impegneremo per cercare di bloccare questa deriva autoritaria che impone l'accorpamento degli Enti camerali».

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