Lettera aperta al quotidiano Libertà del Vice-capogruppo Vicario di Fratelli d'Italia alla Camera dei Deputati on. Tommaso Foti.
Una crisi figlia dell'arroganza
la destra sa cos'è la Nazione
IL DEPUTATO FOTI RISPONDE AL DIRETTORE DI "LIBERTÀ"
Caro direttore, la crisi
politica in atto, che lei
auspicherebbe risolta dando vita ad un governo di "unità nazionale", è figlia del peccato originale di
questa legislatura: ritenere
che siano sufficienti i numeri per dare vita ad un governo, prescindendo dal grado
di compatibilità politica
delle forze che lo sostengono.
Nell'estate del 2019, caduto
il governo 5Stelle-Lega, non
la coesione
programmatica, ma
il terrore di
nuove elezioni - con
la pronosticata vittoria del centro-destra e, quindi, il ruolo determinante dello stesso nell'individuazione del futuro Presidente della Repubblica -
portò 5Stelle, Pd e Leu a dar
vita ad un nuovo governo
presieduto sempre da quel
Conte che aveva già fatto il
primo ministro con Salvini.
Non bastasse, con ancora in
fase di rodaggio il governo
Conte 2, l'ideatore dello
stesso, cioè Matteo Renzi,
promuoveva una scissione
dal Partito democratico,
dando vita ad una nuova
formazione politica nei due
rami del Parlamento denominata Italia Viva. In un tal contesto, in cui serietà e
coerenza risultano non pervenute, si è venuta a collocare la pandemia sanitaria con cui da quasi
un anno dobbiamo fare i conti, per altro inizialmente assimilata a un "febbrone" piuttosto che alla "peste".
Ebbene, a fronte di quanto sopra, tutto si può dire meno che chi si è collocato all'opposizione del Conte 2 si è
irresponsabilmente comportato.
Basti ricordare i voti favorevoli o, nella peggiore delle ipotesi, le astensioni
riservate ai sei scostamenti di bilancio
richiesti dal governo, comportanti un
indebitamento complessivo netto di
oltre 140 miliardi. Una disponibilità finanziaria enorme che, assommata a
quella messa in campo nella recente
legge di bilancio 2021, si avvicina di
gran lunga ai tanto evocati (in questi
giorni) fondi che l'Europa ha stanziato - non erogato! - anche per l'Italia.
Le considerazioni che precedono per
dire che nessuno si è permesso di anteporre l'interesse politico o di bottega a quello nazionale, nella piena convinzione che la drammaticità della situazione questo e non altro richiede
In compenso, la gran parte dei fondi
stanziati anche con il voto dell'opposizione, sono poi stati destinati dal governo senza tenere in conto le osservazioni di alcuno, tant'è che il Parlamento si è trovato di fronte a svariati
decreti legge sui quali ha potuto incidere in minima parte, e neppure da
parte di entrambe le Camere.
Che la crisi politica di oggi sia anche
figlia dell'arroganza di ieri (di Conte e
del suo governo), oltre che della spregiudicatezza di Renzi, è sotto gli occhi
di tutti. Così come è noto a tutti che
non vi è categoria di persone che non
si ritiene penalizzata, quando non abbandonata, dalle decisioni di un governo che ha avuto in un anno una
possibilità di spesa che altri neppure
hanno avuto in cinque anni di legislatura. Vede, direttore, i drammi delle persone - per chi come chi scrive non è deputato di Palazzo ma di strada, per chi
il contatto con le stesse, pur con le dovute precauzioni, non l'ha mai interrotto neppure in questi mesi così difficili - sono noti.
Come è altrettanto noto che non si può
pensare di chiudere tutto e tutti a giorni o ore alterne, distribuire ristori che neppure servono a pagare le bollette
delle utenze, far finta di non vedere
che vi sono interi settori dell'economia nazionale che sono prossimi al
crollo. E, sullo sfondo, ad aggravare il
quadro, il blocco dei licenziamenti che
non sarà possibile procrastinare all'infinito.
Anche se il direttore non ne fa cenno,
già pochi anni or sono, in situazione
ugualmente drammatica sul piano
economico anche se non epidemiologico, la soluzione fu quella di dare
vita ad un governo tecnico, appoggiato da una vasta base parlamentare,
quello di Mario Monti. Risparmio al
lettore le dissociazioni postume dei
vari sostenitori di quel governo (a cui
la fiducia venne negata solo dai parlamentari di Umberto Bossi e di Niki
Vendola) e dei dissacranti giudizi
(sempre postumi) della stragrande
maggioranza degli Italiani.
Proprio perché il ripetersi degli errori
sarebbe non umano ma diabolico,
delle due, l'una: o l'uscente-uscita
maggioranza che ha dato vita al governo Conte 2 si ricompone, per poi confrontarsi in Parlamento con l'opposizione di centro-destra (senza arroganza e senza confusione di ruoli), oppure siano gli Italiani con il loro voto ad
indicare quali forze politiche li devono portare fuori dalla crisi.
Altro non vedo, se non la disperata frenesia di 315 persone che tutto si inventano pur di restare ancora due anni in
Parlamento, consce del fatto che, con
la riduzione del numero dei parlamentari, non potranno più farvi ritorno.
Libertà