Lettera aperta al quotidiano Libertà del Sig. Andrea Fossati.
In questi giorni la polemica su quella
che sarà di fatto la nuova moschea ha
raggiunto picchi surreali. Eppure poter pregare il proprio Dio dovrebbe essere un diritto fondamentale e si fatica a
comprendere quale riluttanza potrebbe
esserci nel riconoscerlo formalmente,
chiamando con il proprio nome una realtà che a Piacenza esiste già da oltre un decennio.
Non nascondo che rileggendo Libertà partendo dalle prime fasi della querelle lo
smarrimento aumenta: dapprima la Lega
attacca Fdi e l'assessora Opizzi rea di non
aver stoppato la pratica (a proposito, il partito di Salvini dov'era in questi ultimi quattro anni di governo della città?); successivamente la Opizzi passa da una posizione
apprezzabile ( «Non avrei mai potuto avere un ruolo fondamentale in questo percorso») alla divulgazione a mezzo stampa
di una lettera inviata ai funzionari comunali nella quale chiede ulteriori verifiche e
chiarimenti con una tempistica allarmante, dato che l'iter si è concluso positivamente nel marzo 2021.
Se la difesa dell'amministrazione ricade
sul dover di legalità e trasparenza, e questo nessuno lo pone in discussione, allora
per lo stesso motivo si sgombri il campo
da equivoci e si dia risposta alle sei domande che l'opposizione ha posto all'assessora Opizzi.
Un altro argomento utilizzato dai detrattori della moschea è quello relativo alle presunte derive terroristiche. L'on. Foti ha toccato il punto nell'intervista del 28 marzo
u.s. citando quanto sta accadendo in Francia. Tuttavia occorrerebbe contestualizzare l'opera di controlli che il Paese transalpino ha messo in campo per contrastare
l'estremismo islamico, in particolare quello connesso al movimento turco Visione
nazionale, braccio armato di Ankara. Il fondamentalismo è certamente una minaccia per l'Europa e va combattuto con forza, ma su un tema così delicato, Foti avrebbe dovuto, con maggior senso di responsabilità, rimarcare la distanza tra quel contesto e il nostro, di certo non esposto agli
stessi rischi.
Apprezzabile, infine, l'intervento del vescovo monsignor Cevolotto che ha sostenuto come sia importante accogliere gli
immigrati riconoscendone anche il diritto a un credo religioso altro, senza scadere nell'utilitarismo: sono persone, prima
ancora che forza lavoro. Non dimentichiamolo.
La pandemia ci dovrebbe unire nella solidarietà, indipendentemente dalla religione.
Andrea Fossati.
Libertà