Il consigliere: «Percorso non condiviso». Il parlamentare: irregolarità sulla pubblicazione
l commenti sulla mancata fusione
per incorporazione tra i comuni
di San Pietro e Monticelli
sono molteplici. Politicamente,
dopo le esternazioni di Forza Italia
di ieri con il commissario provinciale
Jonathan Papamarenghi,
ieri è stata la volta del consigliere
regionale della Lega Matteo Rancan
e del segretario della sezione
della Bassa, Ugo Barbieri, che hanno dichiarato: «Ascoltare le
istanze di una parte significativa
della popolazione è sempre indice
di grande intelligenza politica.
Così è stato anche nel caso del
passo indietro sulla fusione dei
Comuni di San Pietro e Monticelli.
Siamo soddisfatti dello stop. È
prevalso l'atteggiamento responsabile
di aver tenuto in considerazione
i problemi dei cittadini.
Ringraziamo i due sindaci per
non essersi arroccati sulla propria
posizione. Spesso la Regione fa
pressioni affinché i Comuni si
fondano, ma ciò deve avvenire nel quadro di percorsi condivisi
e non basati su ragioni prettamente
economiche». Anche il deputato
di Fratelli d'Italia Tommaso
Foti ha voluto commentare,
evidenziando una irregolarità, la
decisione dei sindaci Manuela
Sogni di San Pietro e Gimmi Distante
di Monticelli di rinunciare
al percorso che avrebbe portato
al referendum del 25 novembre.
«Bene hanno fatto i sindaci ad annullare
il processo di fusione - dice
Foti che proprio nei giorni
scorsi aveva interessato a riguardo
il Ministro dell'Interno e quello della Pubblica Amministrazione
- essendosi all'evidenza accorti
che vi erano anche grossi problemi
sulla regolarità della pubblicazione
della delibera di San
Pietro. Il 4 ottobre il consiglio comunale
di San Pietro ha assunto
una deliberazione con la quale
ha approvato il procedimento di
fusione per incorporazione nel limitrofo
comune di Monticelli, dichiarandola
in quella sede immediatamente
eseguibile. Nella relazione
di pubblicazione-certificato
di esecutività campeggia la
data di esecutività del 15 ottobre, in aperto contrasto con quanto
scritto nella delibera di consiglio,
ove si evince con chiarezza che
l'esecutività decorre dal giorno di
approvazione della deliberazione.
La contraddittorietà di quanto
riportato nei documenti, ed
anche in Albo pretorio, costituiscono
un vizio tanto grave quanto
illogico, creando grande incertezza
rispetto ai termini temporali
per garantire il diritto di eventuale
impugnativa dell'atto in
questione da parte di legittimi interessati.
Nell'interrogazione presentata
invitavo l'amministrazione
comunale di San Pietro a provvedere
al ritiro in autotutela della
deliberazione, proprio per
scongiurare un intervento sanzionatorio
da parte degli organismi
competenti. Erano ormai necessarie
le procedure di verifica
al fine di garantire il rispetto dei
principi di legalità e di imparzialità economica che la pubblica
amministrazione è tenuta ad applicare.
Se si fosse proseguiti sulla
strada intrapresa, sarebbe stato
inevitabile l'intervento degli
organismi ispettivi in capo al ministero
della pubblica amministrazione».
«Avere pronunciato
la parola "fine" in questa vicenda
- conclude il deputato di Fratelli
d'Italia - quieterà gli animi dei cittadini
legittimamente contrariati,
ma non è detto che non determini
spiacevoli conseguenze tecnico-amministrative
al comune
di San Pietro». Per il momento sia
il sindaco Manuela Sogni, sia
qualche rappresentante del gruppo
di cittadini a favore della fusione,
sia i cittadini contrari alla fusione,
non vogliono rilasciare dichiarazioni,
preferendo una pausa
di riflessione prima di arrivare
ad esternare un commento.
Libertà