Rassegna Stampa

Sulla questione Toti alta tensione azzurra tra Gelmini e Carfagna

Data: 04/04/2019

LE MOSSE DEL CENTRODESTRA 
Sulla questione Toti alta tensione azzurra tra Gelmini e Carfagna 
Le due rappresentanti di Nord e Sud duellano per il primato della linea dura 
L'ASSE CON I POPOLARI 
I vertici del Ppe in campo insieme a Tajani. Weber: «Farò campagna elettorale con lui» 

IL RETROSCENA
Il «caso Toti» dà la scossa a Forza Italia, fa emergere le ambizioni e la reazione è tutta in rosa. Se all'assemblea di Forza Italia di sabato è stata Mara Carfagna ad attaccare il governatore della Liguria e a farsi alfiere del no a un partito a traino Lega, attirandosi molti applausi, Mariastella Gelmini non ci sta ad apparire meno decisa e applaudita di lei e vuole essera capofila della fazione antisalviniana. Silvio Berlusconi ha dato l'ordine di mettere da parte le controversie interne per lavorare alla campagna elettorale per le europee di maggio, dopo aver lanciato lui stesso una stoccata a Toti. E il vicepresidente Antonio Tajani, anche lui antagonista del Capitano e spesso bersaglio di Toti, prepara la battaglia storica del 26 maggio portando a Roma il candidato del Ppe al vertice della Commissione Europea, Manfred Weber e il presidente dei popolari, Joseph Daul, che parteciperanno oggi al convegno nella sede del parlamento europeo su Alcide De Gasperi e le radici cristiane dell'Europa». Sarà sulla scena europea che si consumerà la resa dei conti con Salvini e Toti e Weber, che ha già chiuso al leader della Lega, assicura che farà campagna elettorale questa settimana accanto a Tajani, che si ricandida alla guida dell'Europarlamento. Ma l'occasione è ghiotta per cercare visibilità e ritagliarsi spazi più di primo piano nel partito. Così la polemica continua. E Toti si allarga con iniziative di sfida al centro Italia, come l'evento a Marino del 17 aprile con l'ex sindaco ed ex An, ora di Fi, Adriano Palozzi, coinvolto nello scandalo sullo stadio della Roma. La vicepresidente della Camera Carfagna, in tv e sui giornali da settimane bacchetta il vicepremier sovranista perché rompa l'alleanza contro natura con il MSS, assicura che l'Opa della Lega per «svuotare» Fi è fallita e replica con toni sempre più forti al capofila dell'ala filoleghista azzurra del nord: «Non svenderemo il partito a Salvini». Si pone come riferimento del partito al Sud e ne interpreta i malumori verso la politica salviniana, che con l'appoggio di Giorgia Meloni comunque caratterizza un centrodestra sempre meno moderato e più sovranista. La capogruppo alla Camera Gelmini, non vuole lasciarle tutto lo spazio nell'opposizione a Salvini e Toti. Come coordinatrice della Lombardia rappresenta gli interessi degli azzurri del Nord, scontenti nella regione anche perla spartizione dei capoluoghi con la Lega, che hanno lasciato solo Cremona a Fi. Commentando su Twitter la bocciatura dell'ordine del giorno di Fdi sulla castrazione chimica, appoggiato dalla Lega, scrive che «la corsa Salvini-Meloni a scavalcarsi a destra si schianta contro i numeri», dopo la spaccatura nella maggioranza. «Il convoglio sovranista è deragliato in partenza», dice. E Tommaso Foti, vicecapogruppo di Fdi, le rinfaccia il voto contrario di Fi insieme al Pd: «Constatiamo con amarezza come il Patto del Nazareno purtroppo goda ancora di ottima salute». Impegnate in prima linea a Montecitorio nelle battaglie al femminile, dalla violenza sulle donne al revenge porn, Carfagna e Gelmini nelle scorse settimane sembra che abbiano lavorato insieme a seminare dubbi sulla candidatura di Alberto Cirio a governatore del Piemonte. L'europarlamentare, appoggiato da Tajani, per loro era troppo vicino a Toti e poteva rappresentarne un «cavallo di Troia» nella regione della Tav, importante nell'ottica salviniana. Avrebbero sostenuto presso il Cavaliere la candidatura di Claudia Porchietto, tornata in Fi dall'Ncd di Alfano, ma alla fine Cirio è stato confermato con l'ok di Salvini.

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