Rassegna Stampa

Sulla seconda moschea riscoppia il caso 'legalita''

Data: 06/04/2021

POLITICA E RELIGIONE 
IN VIA MASCARETTI PREGHIERE COME IN VIA CAORSANA 

Interrogazione parlamentare di Foti (FdI) che chiede l'intervento di questura e prefettura sulla base di una pronuncia del Consiglio di Stato. 
L'imam: «Anche noi abbiamo diritto di rivolgerci a Allah»

Vigilia del Ramadan riesplode il caso seconda "moschea"

Foti (Fdi) interroga la ministra Lamorgese: «Prefetto e questore vigilino sull'edificio di via Mascaretti che non è un luogo di culto»

Manca una settimana all'inizio del Ramadan, lunedì 12 aprile dopo il tramonto. E si torna a parlare di moschea. Stavolta, però, non quella di Strada Caorsana, i cui approfondimenti del Comune sul cambio d'uso in luogo di culto risulta stiano proseguendo nel più stretto riserbo. Bensì quella di via Mascaretti che moschea, in realtà non è, ma che come tale viene comunque utilizzata da una parte dei fedeli musulmani, quelli del Centro culturale islamico. E' di questi giorni, infatti, un'interrogazione del parlamentare di Fratelli d'Italia Tommaso Foti (fatta insieme con i colleghi Lucaselli, Butti, Mantovani, Osnato e Zucconi) alla ministra degli Interni Luciana Lamorgese finalizzata a sapere «quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare affinché il prefetto e il questore della provincia di Piacenza predispongano un efficace sistema di controllo che impedisca l'utilizzo ai fini di culto dell'immobile». L'edificio di via Mascaretti 7 è da anni al centro di una battaglia giudiziaria innescata nel 2018 da un'ordinanza del Comune che inibiva l'utilizzo della struttura quale luogo di culto, in violazione sia della destinazione urbanistica che d'uso del locale. Un'ordinanza che resta pienamente in vigore oggi dopo che nel 2019, in seguito al non accoglimento della sospensiva da parte del Tar di Parma, il Consiglio di Stato aveva anche respinto l'appello proposto dal Centro culturale islamico. Ciò non sembra essere comunque bastato ai fedeli di Allah a desistere. Nell'interrogazione Foti ricorda come «con nota del 17 ottobre 2013 prot. gen. 7810 veniva notificata dal Comune di Piacenza al Centro culturale islamico, "diffida" ad utilizzare l'immobile in modo difforme dall'uso dichiarato ed autorizzato». L'immobile in questione, infatti, collocato in zona classificata dal regolamento urbanistico edilizio "tessuto a bassa densità", non poteva, né può, ospitare funzioni religiose. «Ciò nonostante sono continuate a pervenire al Comune di Piacenza segnalazioni che l'immobile in questione veniva utilizzato di fatto quale sede di culto, con notevole afflusso di persone». Fatto questo confermato anche dall'imam Mohamed Shemis nell'intervista qui a fianco. «Pare evidente - scrive Foti alla ministra - che, anche in ragione dei possibili problemi di ordine pubblico, non è possibile lasciare alla sola polizia locale la verifica del rispetto dell'ordinanza comunale sopra indicata e risulta necessario, pertanto, predisporre adeguati e ripetuti controlli anche da parte delle Forze dell'Ordine». Foti sottolinea inoltre che « tra gli interessi costituzionali da tenere in adeguata considerazione nel modulare la tutela della libertà di culto – nel rigoroso rispetto dei canoni di stretta proporzionalità, per le ragioni spiegate sopra – sono senz'altro da annoverare quelli relativi alla sicurezza, all'ordine pubblico e alla pacifica convivenza » e che «tuttavia, il perseguimento di tali interessi è affidato dalla Costituzione, con l'articolo 117, secondo comma, lettera h), in via esclusiva allo Stato » (Corte Costituzionale, sentenza n. 63/ 2016)». Da qui la richiesta di conoscere «se e quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare affinché il prefetto e il questore della provincia di Piacenza predispongano un efficace sistema di controllo che impedisca l'utilizzo ai fini di culto dell'immobile di cui in premessa». Un atto ispettivo che si inserisce nell'alveo del concetto di rispetto della legalità richiamato proprio da Foti in un'intervista nei giorni scorsi legata al caso della moschea di Strada Caorsana. Quella sì, oggi, una moschea a tutti gli effetti.

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