La rappresentante di Fdi ha segnalato il caso alla Digos. «Atto di intimidazione Paura? No, ma è stato sgradevole»
Una croce disegnata su un foglio bianco e recapitata nella cassetta delle lettere della consigliera di Fratelli d'Italia Sara Soresi.
Una chiara minaccia di morte.
«Non ho avuto paura, ma profondo fastidio sì. Che si arrivi fino a
questo punto mi sembra assurdo» afferma la consigliera che si è
rivolta alla Digos per segnalare
l'inquietante episodio. Denuncia
contro ignoti, al momento. Il fatto risale ai giorni successivi alla
divulgazioneda parte di Soresi via
social network, di un video sulle
scorribande notturne di ragazzi
al quartiere Infrangibile che a suo
dire stavano a testimoniare lo stato di insicurezza e di disagio patito dai residenti. «Qualche giorno
dopo uscendo di casa mi sono
trovata questo messaggio nella
posta, una sgradevole sorpresa»
riferisce Soresi che abita all'Infrangibile. «Mi auguro che i responsabili vengano individuati.
Di certo non mi lascio intimidire.
La mia battaglia per un quartiere
milgiore e più sicuro va avanti».
Difficile risalire agli autori del gesto anche se tutto lascia pensare
che possa essere maturato nel clima di conflittualità che da alcuni
anni si respira all'Infrangibile e
che col tempo è diventato sempre
più pesante. Ad originarlo la complicata convivenza tra due realtà:
il comitato di quartiere presieduto da Ennio Soresi, padre della
consigliera comunale, da una
parte e i frequentatori della cooperativa Infrangibile dall'altro.
Alla domanda se una pacificazione sia possibile, Sara Soresi ha risposto così: «Sarebbe auspicabile, ma bisogna volerlo in due».
In più di un'occasione Libertà si
è occupata di questi contrasti, a
partire dalle scritte contro Ennio
Soresi comparse a più riprese sulla cinta muraria dell'ex Manifattura e Tabacchi di via Montebello. Pochi mesi fa era stato il parlamentare di Fratelli d'Italia Tommaso Foti a presentare un'interrogazione alla ministra dell'Interno Lamorgese denunciando
quella che ha definito «una sistematica esaltazione dell'odio politico». Faceva riferimento alle scritte "fascisti, poliziotti e caramba",
oltre a "10,100, 1000 Ramelli".
Scritte che, secondo Foti, avrebbero preso di mira «alcuni abitanti della zona iscritti o simpatizzanti di Fratelli d'Italia» come appunto il presidente del comitato Infrangibile Sicuro Ennio Soresi. Foti scriveva di una «grave situazione di intolleranza politica nella
zona, imputabile ad esponenti
della sinistra extraparlamentare,
autori tra l'altro, di una grave forma di intimidazione».
«La situazione è progressivamente peggiorata. Anche la porta
esterna della segretaria parlamentare dell'interrogante, in più
occasioni, è stata lordata con scritte e affissione di volantini minacciosi». Rispetto a quanto denunciato, Foti chiedeva in primo luogo «se il Ministro dell'Interno intenda sollecitare approfondite e
immediate indagini per scoprire
gli autori di dette illecite scritte, la
qual cosa non dovrebbe apparire neppure troppo difficile atteso
che sulle pagine Facebook di molti esponenti della sinistra piacentina dette violente esibizioni vengono esaltate quando non rivendicate». Infine, anche con riferimento ai citati fatti dello scorso
giugno, chiede al Ministro di conoscere «quali iniziative siano state assunte per prevenire e contrastare queste forme di violenza,
praticate in vario modo da parte
di soggetti che, anche attraverso
l'utilizzo dei social, esaltano il ricorso alla violenza come metodo
di lotta politica».
Libertà