L'INTERVISTA ROBERTO PASQUALI / SINDACO DI BOBBIO
IL PRIMO CITTADINO SPIEGA LA SCELTA DI SOSTENERE DA CIVICO
BONACCINI E REPLICA ALLA LEGA: «COS'HA FATTO PER NOI?»
È stato rieletto per otto volte. «Un
record», dice. La prima volta che entrò in municipio a Bobbio era infatti
il 1985. Sono passati 34 anni: Roberto Pasquali era allora consigliere comunale, uscito vincente dalle elezioni dove era stato candidato dalla Democrazia Cristiana. Per questo gli
suona storto ora sentirsi dire - si veda Libertà di ieri - che i bobbiesi lo
hanno eletto credendolo della Lega.
E che ora lui, primo cittadino, li
avrebbe dunque addirittura traditi
sostenendo in un documentoufficiale la ricandidatura a presidente della Regione di Stefano Bonaccini. Uno
che, di certo, di destra non è.
Sindaco Pasquali, sia sincero: si aspettava l'attacco della Lega?
«Lo avevo previsto, sì. Non volevo rispondere però non ce la faccio. Perdonatemi ma sono fatto così. Credo
sia giusto replicare alle insinuazioni
che i signori della Lega, parlamentari e consigliere regionale, mi hanno
riservato. Io, intanto, chiarisco di non
essere iscritto ad alcun partito dal
2017».
Cosa l'aveva portata a uscire dalla Lega, al tempo Lega Nord?
«Fu una simpatica telefonata del
consigliere regionale Matteo Rancan, che oggi mi attacca. Era di questo tenore. "Roberto, mi ha appena
telefonato Matteo Salvini dicendomi che se voti il piano sanitario dell'Ausl ti espelle dal partito". Risposi in modo semplice ma di pancia.
"Caro Rancan, devi dire a Salvini,
ammesso che veramente ti abbia telefonato, che io il piano lo voto perché credo fermamente che la politica non possa o meglio non debba entrare nelle decisioni sanitarie tenuto anche conto che il 90% dei medici ospedalieri ha condiviso il piano
dell'Ausl. Devi anche dirgli che non
gli faccio fare la fatica di espellermi
perché io ai ricatti non ci sto, non ci
sono mai stato. Me ne esco io". Lo dissi poi anche in Conferenza sanitaria
ai sindaci».
Ora la Lega la attacca però per i cambi di casacca... Ma è vero che da ragazzo militava nella sinistra?
«Beh da giovanissimo le mie simpatie erano per la sinistra, è vero e non
lo rinnego. Ma non ho mai avuto tessere di nessun tipo. Ero molto giovane, non ancora diciottenne. La mia
crescita e la mia cultura sono sempre state invece cattoliche, lo sono
anche adesso. Per questo mi sono
iscritto alla Democrazia Cristiana
(Dc) nel 1980 e dall'anno successivo
sono stato sempre eletto nel consiglio direttivo provinciale in quota al
senatore Sergio Cuminetti, fino alla
chiusura del partito. Nel 1985 la Dc
mi ha poi candidato per le elezioni
comunali e sono stato eletto per la
prima volta consigliere. Da allora sono sempre rieletto».
Ma torniamo alla parte partitica.
«Tutto è molto chiaro. Sono rimasto nella Dc fino al suo smembramento
nel 1995. Poi ho aderito ai Cristiani
Democratici Uniti (Cdu) di Rocco
Buttiglione. Nel 1999 sono stato eletto sindaco per la prima volta e nel
2001, considerata conclusa l'esperienza del Cdu, insieme a molti altri
sono confluito in Forza Italia».
Nel frattempo è stato riconfermato
sindaco: era il 2004, giusto?
«Sì. La riconferma arrivò con il 70 per
cento dei voti. Sempre tra il 2004 e il
2009 sono anche stato eletto consigliere provinciale, in quota Forza Italia».
Ma con Forza Italia i rapporti si sono
poi incrinati...
«Avevo restituito la tessera dopo una
discussione politica molto accesa
con il segretario di Forza Italia di allora. Nella primavera del 2009 mi
contattò l'amico senatore Massimo
Polledri chiedendomi di candidarmi da indipendente nella lista della
Lega Nord per le elezioni provinciali. Mi disse "Il collegio da Travo a Ottone per la Lega è sempre stato un
disastro, 24esima posizione su 24 collegi". Ho accettato la sfida e la mia testardaggine e il mio impegno portarono la Lega Nord a raggiungere un
bellissimo risultato. Un 32,7% complessivo nel collegio. A Bobbio i voti
per la Lega Nord erano ben il 44% dei
voti validi. Primo posto tra i 24 collegi. Non mi fecero fare l'assessore provinciale, anche se ne avevo i titoli, ma
mi proposero la presidenza del consiglio provinciale e dissi "Obbedisco".
A Bobbio, dopo i miei due mandati,
vinse intanto il mio assessore uscente al turismo Marco Rossi. Io ottenni
un ottimo risultato personale e diedi la mia disponibilità alla candidatura nelle regionali del 2010».
Però non si candidò alle Regionali.
Cos'era successo?
«Nonostante gli sforzi del senatore
Polledri non rientravo tra coloro che
avevano santi in Paradiso. Per giustificarsi mi dissero che non avevo gli
anni di militanza necessari mentre
per le provinciali dell'anno precedente sì… Mistero o paura che potessi essere eletto a discapito dei pupilli? O forse era una colpa essere
amico di Polledri?!».
È tornato a fare il sindaco intanto. Oggi il suo è il quarto mandato.
«Nel 2014 ho formato una lista civica con esponenti del centrodestra,
della Lega e del centrosinistra, più gli
indipendenti. Avevo due liste contro
di noi, ma considerate la mia passione e il mio attaccamento alla mia terra e soprattutto per i cittadini bobbiesi, sono stato rivotato alla grande. Così mi sono trovato sindaco per
la terza volta. Quest'anno ho presentato una lista civica poi divisa necessariamente in due, perché nessuno
ha voluto scontrarsi con me. E sono
ancora sindaco, sì. Lo dico con forza, non ho mai preso in giro i bobbiesi e mai lo farò. Sono orgoglioso dei
risultati raggiunti. Dal 1999 alle ultime elezioni non ho mai cambiato
coalizione, la mia lista è sempre stata "Bobbio 2000 Città d'Europa". Cari signori, io ho sempre parlato chiaro, con i fatti, senza passerelle o simili. Sono qui 365 giorni all'anno per
cercare di risolvere i problemi».
Ora perché ha scelto di sostenere Bonaccini? Piaccia o non piaccia, la sua
scelta fa discutere.
«Perché ci ha dato un aiuto concreto, insieme all'assessore regionale Paola Gazzolo e alla Protezione civile. Penso agli assessori regionali Andrea Corsini e Massimo Mezzetti, ma
anche al consigliere regionale Gianluigi Molinari, a tutti i funzionari, in
primis il dottor Mainetti».
Qualche esempio concreto?
«Bonaccini ha promesso i soldi per
la completa ristrutturazione
dell'ospedale e per la Casa della salute e i fondi ci sono. Più di 3.500.000
di euro. Per i bobbiesi l'ospedale è
prioritario e credo che nei miei 34 anni da amministratore l'ho difeso a
denti stretti, magari con qualche pugno sul tavolo ma oggi l'ospedale c'è,
funziona. Sono stati finanziati il Bobbio Film Festival, la ristrutturazione
del Museo della Città, la creazione
del Museo Mazzolini, la messa in sicurezza sismica delle scuole, la sistemazione di varie infrastrutture dopo
l'alluvione del 2015, altre strade di
montagna. Ora anche un taglio
all'Irap per artigiani, commercianti
e piccoli imprenditori, oltre all'aiuto
per affrontare le rette dell'asilo nido»
Però i vertici leghisti dicono che c'è
stato un raggiro.
«Anziché attaccare il sindaco di Bobbio sarebbe stato meglio dicessero
che cosa hanno fatto di concreto per
Bobbio e per la nostra montagna.
Che cosa è stato fatto per i cellulari a
Ceci nonostante le sollecitazione
ormai di un anno fa? E che cosa è stato fatto per la Statale 45, tenuto conto che avevo chiesto al senatore Pietro Pisani di avere un appuntamento con il presidente di Anas? In anni
meno recenti i parlamentari Tommaso Foti e Massimo Polledri ci erano riusciti, anche portando finanziamenti. Sempre gli stessi Foti e Polledri, stando nell'ambito del centrodestra, ci hanno aiutati nel 2006 e nel
2007 ad avere cospicui finanziamenti per la ristrutturazione della piscina comunale, per la sistemazione del
campo di calcio e la realizzazione del
calciotto in erba sintetica. Questi sono risultati che tocchiamo con mano. Sicuramente i bobbiesi e i residenti in Valtrebbia lo sanno e lo dimostreranno nella cabina elettorale».
Sindaco, ma quindi? Si candida alle
Regionali? È vero?
«Non ho nessuna tessera, sono un
"civico" che affronta le situazioni con
impegno e passione. Posso sostenere chi voglio. Sentirmi chiedere di
candidarmi in una lista civica, quella del presidente, è un riconoscimento ai miei lunghi anni di amministratore e ai miei 20 anni da sindaco».
Libertà