Rassegna Stampa

'Se ho vinto 8 elezioni lo devo a me e a Bobbio Mi candido in Regione con chi ci ha aiutati'

Data: 19/10/2019

L'INTERVISTA ROBERTO PASQUALI / SINDACO DI BOBBIO

IL PRIMO CITTADINO SPIEGA LA SCELTA DI SOSTENERE DA CIVICO BONACCINI E REPLICA ALLA LEGA: «COS'HA FATTO PER NOI?»

È stato rieletto per otto volte. «Un record», dice. La prima volta che entrò in municipio a Bobbio era infatti il 1985. Sono passati 34 anni: Roberto Pasquali era allora consigliere comunale, uscito vincente dalle elezioni dove era stato candidato dalla Democrazia Cristiana. Per questo gli suona storto ora sentirsi dire - si veda Libertà di ieri - che i bobbiesi lo hanno eletto credendolo della Lega. E che ora lui, primo cittadino, li avrebbe dunque addirittura traditi sostenendo in un documentoufficiale la ricandidatura a presidente della Regione di Stefano Bonaccini. Uno che, di certo, di destra non è.

Sindaco Pasquali, sia sincero: si aspettava l'attacco della Lega? 
«Lo avevo previsto, sì. Non volevo rispondere però non ce la faccio. Perdonatemi ma sono fatto così. Credo sia giusto replicare alle insinuazioni che i signori della Lega, parlamentari e consigliere regionale, mi hanno riservato. Io, intanto, chiarisco di non essere iscritto ad alcun partito dal 2017».

Cosa l'aveva portata a uscire dalla Lega, al tempo Lega Nord? 
«Fu una simpatica telefonata del consigliere regionale Matteo Rancan, che oggi mi attacca. Era di questo tenore. "Roberto, mi ha appena telefonato Matteo Salvini dicendomi che se voti il piano sanitario dell'Ausl ti espelle dal partito". Risposi in modo semplice ma di pancia. "Caro Rancan, devi dire a Salvini, ammesso che veramente ti abbia telefonato, che io il piano lo voto perché credo fermamente che la politica non possa o meglio non debba entrare nelle decisioni sanitarie tenuto anche conto che il 90% dei medici ospedalieri ha condiviso il piano dell'Ausl. Devi anche dirgli che non gli faccio fare la fatica di espellermi perché io ai ricatti non ci sto, non ci sono mai stato. Me ne esco io". Lo dissi poi anche in Conferenza sanitaria ai sindaci».

Ora la Lega la attacca però per i cambi di casacca... Ma è vero che da ragazzo militava nella sinistra? 
«Beh da giovanissimo le mie simpatie erano per la sinistra, è vero e non lo rinnego. Ma non ho mai avuto tessere di nessun tipo. Ero molto giovane, non ancora diciottenne. La mia crescita e la mia cultura sono sempre state invece cattoliche, lo sono anche adesso. Per questo mi sono iscritto alla Democrazia Cristiana (Dc) nel 1980 e dall'anno successivo sono stato sempre eletto nel consiglio direttivo provinciale in quota al senatore Sergio Cuminetti, fino alla chiusura del partito. Nel 1985 la Dc mi ha poi candidato per le elezioni comunali e sono stato eletto per la prima volta consigliere. Da allora sono sempre rieletto».

Ma torniamo alla parte partitica. 
«Tutto è molto chiaro. Sono rimasto nella Dc fino al suo smembramento nel 1995. Poi ho aderito ai Cristiani Democratici Uniti (Cdu) di Rocco Buttiglione. Nel 1999 sono stato eletto sindaco per la prima volta e nel 2001, considerata conclusa l'esperienza del Cdu, insieme a molti altri sono confluito in Forza Italia».

Nel frattempo è stato riconfermato sindaco: era il 2004, giusto? 
«Sì. La riconferma arrivò con il 70 per cento dei voti. Sempre tra il 2004 e il 2009 sono anche stato eletto consigliere provinciale, in quota Forza Italia».  

Ma con Forza Italia i rapporti si sono poi incrinati... 
«Avevo restituito la tessera dopo una discussione politica molto accesa con il segretario di Forza Italia di allora. Nella primavera del 2009 mi contattò l'amico senatore Massimo Polledri chiedendomi di candidarmi da indipendente nella lista della Lega Nord per le elezioni provinciali. Mi disse "Il collegio da Travo a Ottone per la Lega è sempre stato un disastro, 24esima posizione su 24 collegi". Ho accettato la sfida e la mia testardaggine e il mio impegno portarono la Lega Nord a raggiungere un bellissimo risultato. Un 32,7% complessivo nel collegio. A Bobbio i voti per la Lega Nord erano ben il 44% dei voti validi. Primo posto tra i 24 collegi. Non mi fecero fare l'assessore provinciale, anche se ne avevo i titoli, ma mi proposero la presidenza del consiglio provinciale e dissi "Obbedisco". A Bobbio, dopo i miei due mandati, vinse intanto il mio assessore uscente al turismo Marco Rossi. Io ottenni un ottimo risultato personale e diedi la mia disponibilità alla candidatura nelle regionali del 2010».

Però non si candidò alle Regionali. Cos'era successo? 
«Nonostante gli sforzi del senatore Polledri non rientravo tra coloro che avevano santi in Paradiso. Per giustificarsi mi dissero che non avevo gli anni di militanza necessari mentre per le provinciali dell'anno precedente sì… Mistero o paura che potessi essere eletto a discapito dei pupilli? O forse era una colpa essere amico di Polledri?!».

È tornato a fare il sindaco intanto. Oggi il suo è il quarto mandato. 
«Nel 2014 ho formato una lista civica con esponenti del centrodestra, della Lega e del centrosinistra, più gli indipendenti. Avevo due liste contro di noi, ma considerate la mia passione e il mio attaccamento alla mia terra e soprattutto per i cittadini bobbiesi, sono stato rivotato alla grande. Così mi sono trovato sindaco per la terza volta. Quest'anno ho presentato una lista civica poi divisa necessariamente in due, perché nessuno ha voluto scontrarsi con me. E sono ancora sindaco, sì. Lo dico con forza, non ho mai preso in giro i bobbiesi e mai lo farò. Sono orgoglioso dei risultati raggiunti. Dal 1999 alle ultime elezioni non ho mai cambiato coalizione, la mia lista è sempre stata "Bobbio 2000 Città d'Europa". Cari signori, io ho sempre parlato chiaro, con i fatti, senza passerelle o simili. Sono qui 365 giorni all'anno per cercare di risolvere i problemi». 

Ora perché ha scelto di sostenere Bonaccini? Piaccia o non piaccia, la sua scelta fa discutere. 
«Perché ci ha dato un aiuto concreto, insieme all'assessore regionale  Paola Gazzolo e alla Protezione civile. Penso agli assessori regionali Andrea Corsini e Massimo Mezzetti, ma anche al consigliere regionale Gianluigi Molinari, a tutti i funzionari, in primis il dottor Mainetti».

Qualche esempio concreto? 
«Bonaccini ha promesso i soldi per la completa ristrutturazione dell'ospedale e per la Casa della salute e i fondi ci sono. Più di 3.500.000 di euro. Per i bobbiesi l'ospedale è prioritario e credo che nei miei 34 anni da amministratore l'ho difeso a denti stretti, magari con qualche pugno sul tavolo ma oggi l'ospedale c'è, funziona. Sono stati finanziati il Bobbio Film Festival, la ristrutturazione del Museo della Città, la creazione del Museo Mazzolini, la messa in sicurezza sismica delle scuole, la sistemazione di varie infrastrutture dopo l'alluvione del 2015, altre strade di montagna. Ora anche un taglio all'Irap per artigiani, commercianti e piccoli imprenditori, oltre all'aiuto per affrontare le rette dell'asilo nido»

Però i vertici leghisti dicono che c'è stato un raggiro. 
«Anziché attaccare il sindaco di Bobbio sarebbe stato meglio dicessero che cosa hanno fatto di concreto per Bobbio e per la nostra montagna. Che cosa è stato fatto per i cellulari a Ceci nonostante le sollecitazione ormai di un anno fa? E che cosa è stato fatto per la Statale 45, tenuto conto che avevo chiesto al senatore Pietro Pisani di avere un appuntamento con il presidente di Anas? In anni meno recenti i parlamentari Tommaso Foti e Massimo Polledri ci erano riusciti, anche portando finanziamenti. Sempre gli stessi Foti e Polledri, stando nell'ambito del centrodestra, ci hanno aiutati nel 2006 e nel 2007 ad avere cospicui finanziamenti per la ristrutturazione della piscina comunale, per la sistemazione del campo di calcio e la realizzazione del calciotto in erba sintetica. Questi sono risultati che tocchiamo con mano. Sicuramente i bobbiesi e i residenti in Valtrebbia lo sanno e lo dimostreranno nella cabina elettorale».  

Sindaco, ma quindi? Si candida alle Regionali? È vero? 
«Non ho nessuna tessera, sono un "civico" che affronta le situazioni con impegno e passione. Posso sostenere chi voglio. Sentirmi chiedere di candidarmi in una lista civica, quella del presidente, è un riconoscimento ai miei lunghi anni di amministratore e ai miei 20 anni da sindaco». 

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