Interrogazione del consigliere: i rischi di veder impoverito il territorio
Lasciare inalterati i vigenti criteri
di attribuzione della competenza
fallimentare ai tribunali esistenti
per evitare l'effetto negativo
di concentrazione solo su alcuni
uffici giudiziari della materia concorsuale».
Tommaso Foti (FdI) in
un'interrogazione alla giunta fa il
punto sulla nuova delega per la riforma
delle discipline della crisi di
impresa e dell'insolvenza, che ha tra gli oggetti la riforma delle procedure
concorsuali e la disciplina
della composizione delle crisi da
sovraindebitamento. La legge, che
dovrebbe entrare in vigore entro
12 mesi, prevederebbe, tra le altre
novità, che i tribunali non aventi
sezioni specializzate in materia
d'impresa vengano privati della
competenza in ambito fallimentare.
«In Italia non si può restare senza
la presenza di istituzioni come i
tribunali» secondo Foti che riporta
l'esempio di Piacenza. Con questa
legge, il tribunale della città
«non avrebbe più procedimenti
concorsuali, né giudici delegati e,
dunque, perderebbe tutte le attività connesse» oltre al fatto che gli
operatori del settore dovrebbero
recarsi in altri tribunali. Il problema,
aggiunge Foti, investirebbe anche
tutti gli ordini professionali, in
particolare avvocati, notai, commercialisti,
ingegneri, architetti,
che verrebbero privati delle professionalità
tecniche acquisite nel
tempo, con conseguente impoverimento
di tutto il territorio. Infine,
fa notare il consigliere, il disagio
colpirebbe anche tutti gli imprenditori
(grandi e piccoli) che non
troverebbero più nel contesto in
cui operano i necessari punti di riferimento
di specialisti in materia
di "crisi d'impresa".
Libertà