Rassegna Stampa

Intervista a Michele Barcaiuolo - Barcaiuolo: 'La destra non si presenti divisa'

Data: 09/11/2018

ELEZIONI IN VISTA Barcaiuolo: «La destra non si presenti divisa» 
II neo segretario regionale di Fratelli d'Italia è già al lavoro: «Puntiamo a una coalizione con Lega e Forza Italia» 

Come primo atto del suo nuovo mandato, dovrà fare un bel po' di... chilometri. Ad attendere il 39enne avvocato modenese Michele Barcaiuolo, fresco di nomina alla segreteria regionale di Fratelli d'Italia, ci sono infatti dodici giorni di fuoco, con tutte le nove province dell'Emilia Romagna da attraversare. Barcaiuolo, guidare il partito regionale alla vigilia delle amministrative e delle europee è una sfida piuttosto impegnativa... «Un compito gravoso, ma allo stesso tempo una sfida molto intrigante. Ringrazio Giorgia Meloni per la fiducia: non sarà facile succedere a Tommaso Foti, e di certo ci metterò tutto l'impegno, perché a breve ci saranno sfide importanti da vincere. A partire dalle prossime amministrative, in cui sarà nostro compito donare dopo più di settant'anni l'alternanza di governo a importanti città come Modena, Ferrara, Reggio, Forlì e Cesena e altri importantissimi Comuni della regione. Fratelli d'Italia sarà protagonista, insieme agli alleati, del cambiamento che si sta per compiere». Le amministrative, appunto: l'obiettivo è ricompattare il centrodestra? «Credo che il centrodestra inteso come quello del 1994 non esista più: quello a cui dobbiamo guardare è un centrodestra nuovo, una coalizione ampia che sia alternativa alla sinistra che da sempre governa questi territori, ma anche al pressapochismo del Movimento 5 Stelle. Quella che vogliamo costruire, insomma, è una coalizione ampia, ovviamente partendo da Lega e Forza Italia, ma non fermandoci a loro: l'alleanza deve mettere insieme forze alternative al potere, con la volontà di dare una vera alternativa per il governo di questi Comuni». A Modena la Lega si è già portata avanti, candidando il commercialista Stefano Prampolini. «A Modena abbiamo appena iniziato a lavorare a un programma comune: la squadra, intesa come coalizione, non è ancora definita, ma l'auspicio è quello di partire da Fdi, Lega e Forza Italia per allargarci ad altri, dal momento che ci sono diverse forze in città che non si sentono rappresentate dalla sinistra e dal MSS. Quindi prima arriveranno coalizione e programma, poi il candidato». Che caratteristiche deve avere il candidato ideale del centrodestra? «Deve averne due: la capacità di essere percepito come un candidato di cambiamento, e, in caso di vittoria, deve essere capace di amministrare la città. Non credo che alla gente interessi sapere quale tessera questo candidato avrà in tasca: l'importante è la capacità di far risorgere una città in grande difficoltà, tra problemi di sicurezza e situazioni come quella della Fondazione San Filippo Neri, che rappresenta la punta dell'iceberg di un sistema da smantellare. Infine, dobbiamo evitare di commettere nuovamente un grande errore: quello di arrivare alle elezioni con un centrodestra diviso e con tre o quattro candidati diversi...»

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