Rassegna Stampa

L'Aula spaccata sulla riforma 'Parliamo del voto in Assemblea'

Data: 22/10/2016

REGIONE, IL M5S ATTACCA L'Aula spaccata sulla riforma «Parliamo del voto in Assemblea» Saliera chiede al Corecom. 
È bufera 

Gibertoni (M5S) voleva discutere in Regione della riforma costituzionale 
La presidente interpella il Comitato sulla par condicio. Grillini e RIT: «Assurdo» 
Le competenze 

Per le opposizioni il Corecom può solo esprimersi in merito a questioni tecniche, le posizioni dei consiglieri regionali sul referendum sono note da tempo. Il Pd, per esempio, sull'argomento si è spaccato quando la presidente dell'assemblea Simonetta Saliera ha rifiutato di firmare un documento a sostegno del SI. Ma di tutto questo, in Regione, non si parlerà. Almeno fino a quando il Corecom, il comitato regionale per le comunicazioni, non avrà deciso se i consiglieri regionali potranno discutere in aula le ricadute della riforma costituzionale senza violare eventuali norme sulla par condicio. «Tutto ciò è assurdo», dice di fronte a questa decisione la consigliera regionale del M55 Giulia Gibertoni che il 4 dicembre voterà No e aveva chiesto di discutere in aula gli effetti della riforma in caso di vittoria del Sì. Niente da fare, la presidente dell'assemblea Simonetta Saliera, che pure è molto critica verso il testo della riforma, ha convocato i capigruppo preoccupata che la discussione potesse violare le regole della par condicio. Alla fine, su iniziativa del capogruppo del Pd Stefano Caliandro, si è deciso di chiamare in causa il Corecom, affinché desse un parere sulla legittimità della discussione. «Non riesco a capire perché si sia arrivati a questa decisione — dice la grillina Gibertoni —. Avevo chiesto alla Saliera di convocare una discussione in aula, e lei ha girato la richiesta alla capigruppo. La riforma costituzionale impatta direttamente sulle competenze della Regione, dalla sanità all'ambiente. Mi chiedo: com'è possibile che non se ne sia mai parlato in aula e che i consiglieri finora non si siano espressi com'è giusto che sia? La trovo una scusa, il Pd chiede al Corecom l'autorizzazione a trattare un tema politico perché ha ridotto ai minimi termini le possibilità di espressione dell'assemblea legislativa». Durissimo è anche il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Tommaso Foti. «Il Corecom non ha competenze sulle richieste di dibattito in aula — attacca Foti — ha solo competenze tecniche in materia di referendum». La richiesta politica, ha aggiunto Foti, «poteva essere accolta e se davvero, nessuno oltre alla consigliera Gibertoni avesse avuto nulla di dire, il dibattito si poteva chiudere con il suo solo intervento». Paolo Calvano, consigliere regionale e segretario del Pd dell'Emilia-Romagna, cerca di spegnere le polemiche replicando così agli avversari: «Mi sembra che la decisione della Saliera di girare la questione al Corecom sia stata molto saggia». Calvano è convinto che la richiesta della Gibertoni andasse «oltre i regolamenti, e per questo è bene che sia il Corecom a pronunciarsi». E se il Pd avesse invece colto la palla al balzo per evitare una discussione che avrebbe rischiato di evidenziare le fratture interne al partito sul referendum? «Discutiamo tutti i giorni con tutti di riforma costituzionale — replica Calvano —. Nessuno di noi è spaventato dalle polemiche o dal confronto anche aspro, ma le istituzioni devono essere utilizzate per quello che è il loro ruolo, e io credo che questo dibattito andasse oltre le competenze dell'assemblea». La riforma però riguarda da vicino il molo e le competenze delle Regioni. «Sicuramente la riforma modificherà il rapporto tra Stato e Regione — conviene Calvano —. Penso però che sia più utile una discussione successiva al 4 dicembre sperando ovviamente che sia passato il Si: il confronto sulle competenze si può rinviare a dopo, per mettere a punto la macchina regionale, soprattutto se passa il SI».

Corriere di Bologna

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