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Turismo, no a proposta Lega per escludere dai contributi regionali gli alberghi che ospitano immigrati

Data: 22/09/2016

La commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, ha respinto una proposta di legge del gruppo Ln, primo firmatario Massimiliano Pompignoli, per escludere dai contributi regionali destinati alle imprese del settore turistico-alberghiero gli imprenditori che scelgono di ospitare nelle proprie strutture gli immigrati, accedendo in tal modo ai fondi che lo Stato elargisce per l' accoglienza. Hanno espresso voto contrario agli articoli del progetto di legge i gruppi Pd e Sel, hanno votato a favore i gruppi Ln e Fdi-An, si è astenuto il gruppo M5s.

La nostra proposta, ha spiegato il relatore Pompignoli, "intende modificare alcune disposizioni della legge regionale in materia di contributi al settore turistico e alle attività ricettive, ponendo limitazioni alla destinazione di tali benefici al fine di tutelare e premiare gli imprenditori che promuovono il comparto turistico regionale attraverso lo sviluppo e la riqualificazione delle proprie strutture alberghiere, a discapito di chi, al contrario, svaluta la potenzialità ricettiva delle strutture danneggiando l'immagine di tutto il comparto".

Per Nadia Rossi (Pd), la proposta di legge "non è condivisibile, in quanto discriminatoria per gli imprenditori alberghieri". Seconda la consigliera, infatti, "la scelta di mettere a disposizione strutture turistico-ricettive per l'accoglienza dei migranti è meritoria, non da perseguire; si tratta di solidarietà concreta che va incentivata e supportata, non censurata". D'altronde, ha concluso l'esponente Dem, "il contributo statale di 35 euro al giorno per ogni immigrato non può configurarsi come una possibilità di guadagno, date le spese fisse da sostenere, salvo dequalificare in modo inaccettabile l'accoglienza, comportamento da denunciare e perseguire".

Secondo Tommaso Foti (Fdi-An), la proposta della Ln non è affatto discriminatoria, ma "si limita a chiarire le regole dell'attività imprenditoriale nel settore turistico-ricettivo in funzione dell'accesso ai contributi regionali, in particolare per la riqualificazione delle strutture". La libertà di scelta degli imprenditori, sottolinea il capogruppo, "è pienamente rispettata". Si pone, però, un limite alla possibilità di "accedere indiscriminatamente ai contributi regionali, dato che una scelta detta dall'interesse economico (l'accoglienza finanziata dallo Stato) non è giusto venga sovra premiata (il contributo regionale per la riqualificazione della struttura ricettiva in aggiunta a quello statale)".

Per Stefano Bargi (Ln) il progetto di legge mira unicamente a "fissare criteri per rendere più equa l'erogazione dei contributi regionali destinati al settore turistico-ricettivo: l'imprenditore che riceve dallo Stato contributi per l'accoglienza degli immigrati deve essere escluso da quelli regionali per la ristrutturazione". Secondo il leghista, "sommare i due contributi rischia di generare concorrenza sleale". Infine, ha concluso il consigliere, è ben evidenziato nel disegno di legge che "un eventuale atto prefettizio volto, per motivi di emergenza pubblica, a requisire la struttura alberghiera per destinarla all'accoglienza dei migranti, non comporta l'esclusione dai contributi della Regione".

Secondo Andrea Bertani (M5s), "nonostante la proposta di legge regionale nasconda un approccio ideologico, il problema è reale". Infatti, ha evidenziato il consigliere, "al di là di quanti soldi la Regione eroga per la riqualificazione delle strutture alberghiere – che chiedo ai tecnici presenti di rendere noto ai consiglieri – un eventuale utilizzo per fini non di accoglienza turistica crea un'anomalia che la proposta legislativa cerca almeno di affrontare". Un tecnico della Regione, rispondendo alla sollecitazione di Bertani, ha ricordato che "l'ultimo bando regionale, in cui rientrano anche contributi per la riqualificazione delle strutture turistiche e ricettive, risale al 2009 e ammonta a 12 milioni di euro".

Per Barbara Lori (Pd), "la libertà di scelta imprenditoriale è il cardine della questione". In assenza di un quadro preciso della situazione, ha evidenziato la consigliera, "un intervento legislativo rischia di precludere la discrezionalità di chi fa attività alberghiera". Non siamo, pertanto, ha concluso l'esponente Dem, di fronte "alla necessità di intervenire normativamente a livello regionale nella materia. Al contrario, c'è bisogno di chiarire a livello europeo i contorni dell'accoglienza e delle politiche in materia di flussi migratori".


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