Regione (Archivio)

Occupazioni abusive: le leggi ci sono, gli Enti Locali non siano conniventi con gli occupanti

Data: 29/01/2016
Numero: 2053
Soggetto: Vicepresidente e Assessore alle politiche di welfare e politiche abitative
Data Risposta: 22/03/2016

Per sapere, premesso che:- 

con sempre maggiore frequenza si registra l'occupazione abusiva di immobili, di proprietà privata e pubblica, con l'asserita "giustificazione" di dovere fare fronte all'emergenza abitativa. Soprattutto per quanto riguarda l'occupazione di immobili di proprietà degli enti locali si assiste ad un'inconcepibile connivenza con gli occupanti da parte di amministratori comunali, che pure avrebbero l'obbligo di tutelare un patrimonio che non è loro ma della comunità locale che dovrebbero - si fa per dire - amministrare; 

contrariamente a quanto, in modo interessato, si tende a fare credere, non è assolutamente vero che le leggi vigenti sono blande e, quindi, insufficienti per ottenere il rilascio degli immobili abusivamente occupati. Anche di recente, la normativa in materia risulta essere stata ulteriormente rafforzata, sia a livello statale che regionale. 

Nei fatti: 

- l'articolo 5 del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, come convertito in legge 23 maggio 2014, n. 80, dispone - al comma 1 - che "Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l'allacciamento a pubblici servizi in relazione all'immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge". La stessa norma prevede inoltre che sono nulli gli atti aventi ad oggetto l'allacciamento dei servizi di energia elettrica, di gas, di servizi idrici e della telefonia fissa qualora non riportino i dati identificativi del richiedente e il titolo che attesti la proprietà, il regolare possesso o la regolare detenzione dell'unità immobiliare in favore della quale si richiede l'allacciamento. Detta norma esprime la volontà del legislatore di consentire il "...ripristino delle situazioni di legalità compromesse dalla sussistenza di fatti penalmente rilevanti", posto che "...l'attuale quadro normativo consente a coloro i quali abbiano occupato abusivamente un edificio di ottenervi la residenza..."; 

- la circolare n. 1778 del 6 agosto 2014, emanata dal Ministero dell'Interno, ha successivamente chiarito che anche nelle ipotesi dell'iscrizione anagrafica (analogamente a quanto il predetto articolo 5 già prescrive per i contratti relativi alla fornitura di pubblici servizi) sia necessario acquisire la documentazione idonea a dimostrare il titolo di occupazione; e ciò anche attraverso la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà "corredata da informazioni necessarie ai fini di verificare la veridicità delle informazioni rese". Ne segue che i Comuni, ove non acquisiscano la documentazione comprovante il titolo di occupazione, bensì la predetta dichiarazione sostitutiva, debbano necessariamente informare dell'avvenuta richiesta di residenza in un immobile il proprietario dello stesso, solo così potendo, all'evidenza, "verificare la veridicità delle informazioni rese"; 

- l'articolo 34 della Legge Regionale 8 agosto 2001, n. 24, come modificato dal comma 3-bis aggiunto dalla Legge Regionale 3 giugno 2003, n. 10, recita: "1. Il Comune dispone il rilascio degli alloggi occupati senza titolo, previa formale diffida a rilasciare l'alloggio entro trenta giorni dall'avvenuta conoscenza dell'occupazione ovvero a presentare, entro lo stesso termine, eventuali deduzioni scritte in merito al titolo del possesso. 

2. In caso di occupazione abusiva di alloggi da assegnare, il termine indicato al comma 1 è ridotto a quindici giorni, ed il Comune persegue gli occupanti senza titolo ai sensi dell'art. 633 del codice penale. 3. Il soggetto gestore è tenuto a segnalare al Comune l'occupazione abusiva o senza titolo degli alloggi. 3 bis. L'atto con il quale il Comune dispone il rilascio degli alloggi ha la medesima natura ed effetti del provvedimento di cui all'articolo 30, comma 4-bis". Al riguardo, si evidenzia che il detto comma 4-bis, dispone che "Il provvedimento, in base all'articolo 11, comma dodicesimo, del decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1972, n. 1035, ...., ha natura definitiva, indica il termine di rilascio dell'alloggio, costituisce titolo esecutivo nei confronti dell'assegnatario e di chiunque occupi l'alloggio e non è soggetto a proroghe"; 

- l'articolo 25, comma 2, della Legge Regionale 8 agosto 2001, n. 24 (come sostituito dall'articolo 21 della Legge Regionale 13 dicembre 2013, n. 24) dispone "...2. Non possono essere assegnatari di un alloggio di erp gli occupanti abusivi di un alloggio di erp, nonché coloro che hanno rilasciato l'alloggio occupato abusivamente, per un periodo di dieci anni dalla data del rilascio"; 

appare, quindi, evidente che i casi di occupazione abusiva di immobili di proprietà privata e/o pubblica, evidenziati anche dalla cronaca locale dei quotidiani dell'Emilia-Romagna, trovano anche nella normativa sopra richiamata puntuale risposta. Il fatto è che, come detto, si assiste, spesso e volentieri - come nel caso della città di Bologna - alla litania di amministratori "fiancheggiatori" degli occupanti abusivi che, con le più varie e stravaganti argomentazioni, ne giustificano l'azione che, invero, è all'evidenza perseguibile ex lege. Se i primi a pretendere il rispetto delle norme di legge sono gli amministratori degli enti locali, allora tanto vale concludere che lo "stato di diritto" è tale solo sulla carta; 

se la Giunta Regionale abbia disposto adeguate verifiche, nell'ambito dei propri poteri, per accertare l' applicazione, sia da parte dei Comuni sia degli enti gestori degli alloggi di proprietà di quest'ultimi, della sopra richiamata normativa regionale, quali ne siano i risultati riferiti alle singole province, quali iniziative intenda assumere nel caso - nei fatti, una certezza - di mancata applicazione delle norme regionali vigenti in materia; 

quale sia l'opinione della Giunta Regionale rispetto al tema dell'occupazione abusiva di immobili di proprietà privata e pubblica e se intenda rivolgere un pubblico appello ai Sindaci affinché trovi puntuale applicazione nei Comuni l'evocata normativa statale.

Tommaso Foti

DIBATTITO INTEGRALE IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA

OGGETTO 2053

Interpellanza circa l'applicazione delle disposizioni normative riguardanti l'occupazione abusiva di immobili di proprietà pubblica e privata, con particolare riferimento alle azioni spettanti ai Comuni ed agli enti gestori degli alloggi. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Oggetto 2053: Interpellanza circa l'applicazione delle disposizioni normative riguardanti l'occupazione abusiva di immobili di proprietà pubblica e privata, con particolare riferimento alle azioni spettanti ai Comuni ed agli enti gestori degli alloggi. Il proponente è il consigliere Foti.

Risponderà la vicepresidente Gualmini.

La parola al consigliere Foti per illustrare l'interpellanza in oggetto.

 

FOTI: Grazie, presidente.

Penso che il tema delle occupazioni abusive sia un tema che non può non vedere una posizione chiara da parte nostra. Lo dico per un semplice motivo: posso capire che vi siano delle situazioni di necessità che a volte spingono le persone a dover violare le leggi, però non possiamo prendere un'eccezione e fare di questa una regola di comportamento. Negli alloggi di edilizia residenziale pubblica si accede attraverso le procedure pubbliche che vengono indette dagli Enti locali. 

Penso che la Regione, quando ha avuto la delega in questa materia l'ha avuta anche perché, parliamoci chiaramente, se fosse stato gestito tutto a livello centrale, sarebbe stato un caos immenso.

D'altra parte, pensate soltanto a quanti immobili si è scoperto che il Comune di Roma ha nel solo centro storico, affittati senza titolo, che francamente è una contraddizione in termini: non vi è un titolo in base al quale uno occupa l'immobile e non si sa a quale titolo il Comune percepisce un canone. A fronte di situazioni di questo tipo, penso sia di gran lunga meglio avere delle norme chiare come abbiamo noi e un rapporto lineare con gli utenti.

Vi possono essere situazioni dove purtroppo per vicende di tipo economico o del peggioramento della situazione economica vi sia stata una morosità o una morosità in aumento, però, devo dire – l'assessore lo sa meglio di me – che ci sono stati anche degli ammortizzatori in tal senso, perché sono stati destinati dei capitoli di spesa appositi anche a livello nazionale di contributo all'affitto. Penso che tutto quello che si può mettere sul campo per favorire le persone che sono in stato di bisogno lo si debba fare, però non si può pensare che uno si alza la mattina, decide di andare a occupare degli immobili assieme ad un altro gruppo di persone, e addirittura in alcuni casi sappiamo che gli alloggi non ancora consegnati vengono occupati da terzi che non ne hanno titolo prima della consegna e i poveretti che sono in graduatoria , che avevano la legittima aspettativa ed erano nelle condizioni di entrare in un immobile, si trovano fuori. A questo punto noi creiamo una diseguaglianza tra persone che sono tutte spinte dallo stesso bisogno di casa. Peccato che alcuni hanno rispettato le regole e altri pensano che l'unico modo per avere una casa sia quello di occuparla.

Ritengo che, sotto questo profilo, la Regione, per quanto nelle sue competenze, non possa fare sconti a nessuno.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

La parola alla vicepresidente Gualmini per la risposta.

 

GUALMINIvicepresidente della Giunta: Grazie.

Rispondo volentieri anche perché su molti punti sono assolutamente d'accordo con quello che sostiene il consigliere. In primo luogo, non c'è dubbio che abbiamo delle leggi sia statali che regionali, come la nostra legge n. 24/2001, che offrono norme molto chiare, prive di qualsiasi ambiguità nel caso delle occupazioni abusive.

Quindi, è assolutamente auspicabile che si stia attaccati al principio di legalità e a quello che le norme dicono. In secondo luogo, sono d'accordo anche quando lei dice "Non è che l'emergenza giustifichi l'atto illegale e quindi la necessità di occupare", perché altrimenti sarebbe davvero un boomerang. Sono d'accordissimo su questo. L'emergenza non può essere, benché anche reale e oggettiva, la giustificazione per compiere atti abusivi.

Per quanto riguarda le norme, a livello statale ci sono leggi molto chiare e in particolare lei ha ricordato – lo ricordo anch'io – l'articolo 5 del famoso Piano Lupi, quindi la legge n. 80/2014; un articolo che dispone addirittura l'impossibilità di garantire gli allacciamenti ai pubblici servizi nel caso di occupazioni illegali. Come lei sa, questo è un articolo attualmente messo in discussione, tuttora assolutamente in vigore. Su questo io stessa ho espresso delle perplessità, perché ritengo che in presenza di necessità estreme, pensiamo al fatto che noi diamo l'acqua ai carcerati, ai detenuti, e non ci verrebbe mai in mente di toglierla e soprattutto laddove ci sono casi in cui gli occupanti siano costituiti da famiglie composte da minori, mi sembra davvero che in quel caso occorra agire secondo il male minore. Quindi, io stessa, lo dico per correttezza, sono tra quelli che hanno chiesto al ministro Delrio di ridiscutere questo già discusso articolo che, tuttavia, a tutt'oggi, è esistente. Mentre, per quanto riguarda la residenza sono piuttosto vicina a quello che lei ha sostenuto.

Aggiungo che la legge regionale addirittura è più severa nel caso di occupazioni abusive rispetto a quella nazionale, quindi la supera perché prevede per dieci anni l'impossibilità assoluta per chi ha occupato abusivamente alloggi ERP di poter fare domanda ed entrare in graduatoria, mentre la norma nazionale prevede solo cinque anni.

La nostra legge regionale, all'articolo 34, richiama senza mezzi termini l'articolo 633 del Codice penale e quindi prevede, di fatto, tutte le conseguenze del reato legato all'invasione di terreni o edifici anche nel caso di occupazioni abusive. È vero che le occupazioni sono aumentate nella nostra Regione, è vero che si concentrano in particolare nel capoluogo di regione, in una città ad alta tensione abitativa ed è vero che spesso si ha l'idea che questo sia un modo per rispondere all'emergenza, però non mi può dire di non aver detto parole chiare nel senso che almeno per quanto riguarda la sottoscritta un giorno sì e un altro pure sono stata sui giornali a ribadire come il nostro pensiero, il pensiero di tutta la Giunta, sia quello di assolutamente condannare ogni forma di illegalità e di ribadire che all'emergenza si risponde possibilmente con altri mezzi.

Come lei sa, la Regione fa quello che può fare, quindi mette a disposizione i fondi nazionali sull'emergenza abitativa, il Fondo affitti, il Fondo morosità incolpevole.

Purtroppo nel 2016 il Fondo affitti non ci sarà e questa è una tragedia cui dovremo far fronte in qualche modo e ancora la Regione prova a mettere insieme delle politiche per tutta la filiera dell'abitare, lavorando sull'efficientamento dell'ERP per mettere a regime gli alloggi che altrimenti rimarrebbero vuoti, anche aumentando i meccanismi di rotazione del patrimonio pubblico.

Detto questo, ovvero che l'emergenza non può essere una giustificazione, non possiamo nasconderci che il disagio e le vulnerabilità abitative sono al centro della nostra agenda e stanno crescendo. Gli sfratti, soprattutto nelle città capoluogo, meno in Provincia, stanno aumentando e quindi non si può far finta di niente.

La vulnerabilità abitativa, tra l'altro, spesso è la base perché si scateni tutta la catena dell'impoverimento e dell'indebolimento delle persone che quindi porta all'esclusione. Dobbiamo insistere e lavorare su questo, certamente non tramite le scorciatoie delle occupazioni, ma lavorando su altri fronti.

Oltre alla filiera dell'abitare, e mi avvio alle conclusioni, abbiamo cercato anche di convogliare e mettere più fondi sul contrasto dell'esclusione sociale che sperabilmente andranno anche per aiutare le persone sul fronte sfratti, affitti e pagamento delle spese condominiali.

La Giunta sicuramente sta vicino al principio di legalità, amiamo molto la teoria della finestra rotta che, come lei forse conoscerà, sta a significare che quando si occupa è bene soprattutto che gli sgomberi arrivino subito, perché quando si lasciano per molto tempo situazioni di noncuranza e di degrado, questo crea una catena e una moltiplicazione di episodi di questo tipo come se in un quartiere lasci una finestra rotta per moltissimo tempo e tutti i cittadini si sentono legittimati a lasciare le finestre rotte anche loro.

Personalmente ritengo che gli sgomberi debbano avvenire in maniera celere e veloce, perché se si aspettano mesi o anni è molto difficile, le tensioni sociali esplodono per cui anche questo mi faceva piacere sottolineare.

Detto ciò, ribadiremo sicuramente ai Comuni e a chiunque che le leggi vanno rispettate pur nella libertà di opinione di sindaci e assessori che magari presentano sfumature diverse rispetto alle nostre.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, vicepresidente della Giunta Gualmini.

La parola al consigliere Foti per la replica. Ha cinque minuti. Prego.

 

FOTI: Mi auguro solo che nella risposta dell'assessore Gualmini vi sia anche il tabulato delle richieste che sono state fatte, provincia per provincia, in ordine alle notizie circa le occupazioni abusive di immobili.

Sull'articolo 5 della legge n. 80 vorrei precisare che si tratta di una legge in vigore. Lei, assessore, ha fatto presente una sua riserva sui principi di questa legge.

Il paragone non mi sembra proprio identico al caso di specie, perché non ci sogniamo di togliere l'acqua ai carcerati. In questo caso vorrei far presente, però, che ciò che viene vietato è ciò che è vietato ad ogni cittadino, perché se lei chiede l'allaccio alla rete del gas, dell'acqua o dell'energia elettrica deve avere certi requisiti. Se non ha questi requisiti, anche se insegna all'università e non è una carcerata, le viene negata questa richiesta. Quindi, l'applicazione della norma in sé altro non è che l'applicazione di quelli che sono i principi generali del contratto da parte dei somministratori di questi servizi pubblici.

Parliamoci chiaro, questi sono servizi pubblici, ma vengono erogati secondo delle norme che si applicano all'assessore Gualmini, al consigliere Foti e anche a chi occupa gli immobili, perché se vengono applicati soltanto a noi due, allora qualcosa non torna, perché vi è una categoria che solo perché occupa è nelle condizioni di dover essere avvantaggiata dal mancato e omesso rispetto della norma e della legge in vigore.

Io non metto in dubbio che la teoria della finestra rotta sia calzante, questo è vero, debbo dire, però – assessore, questa è una valutazione politica – che molto spesso gli sgomberi vengono rinviati di volta in volta anche per l'intervento degli amministratori pubblici.

Questo, secondo me, è il lato più censurabile, perché noi abbiamo una visione che ci porta a dire che se c'è una violazione di legge non la lasciamo perpetuare per quattro anni, perché fra quattro anni, quando ci presentiamo, non possiamo dire che si è violata la legge, perché si potrebbe obiettare che è un diritto acquisito quello che io sto esercitando.

Tuttavia, dietro questo non ci vorrebbero dei personaggi che a turno, improvvisamente, si mettono dalla parte di coloro i quali violano la legge anziché dalla parte istituzionale, che pure gli competerebbe, di coloro i quali chiedono semplicemente il rispetto della legge.

Non è che applicando solo il Codice penale noi riusciamo a risolvere il problema in questione, ma sono dell'avviso che soprattutto nelle grandi città la tensione abitativa è una tensione dovuta anche – mi permetto di dirlo – a un sistema della locazione che, per molti versi, è superato e datato in termini legislativi, perché noi non possiamo pensare di applicare all'Italia di oggi una legge che andava bene all'Italia di quarant'anni fa.

Se volete guardare in altre parti del mondo e d'Europa con una flessibilità maggiore si riescono a ottenere risultati migliori. Quando una persona, per riuscire a tornare proprietario dell'immobile locato, a fronte di uno sfratto, impegna cinque, sei, sette o nove anni, lei conviene con me, assessore, che non ha più voglia di locare l'immobile medesimo. Quello della finita locazione e degli sfratti per finita locazione è uno degli argomenti che se non vengono correttamente affrontati e trovano un punto di equilibrio tra le parti finisce, di fatto, per dissuadere le persone a praticare la locazione, quando in realtà, come tutti sappiamo, oggi è molto meglio aver locato un immobile che non locarlo, anche perché la tassazione è molto più grave per l'immobile non locato rispetto a quello locato e in più vi è la penalizzazione del mancato introito relativo al canone.

Penso che questo punto di equilibrio sia possibile realizzarlo. Ritengo che la Regione sotto il profilo legislativo, come lo Stato, abbia fatto la sua parte. Ho molte e ampie riserve sulla parte dei Comuni e significativamente dei sindaci e degli assessori perché, molto spesso, li ho visti più alla testa di cortei degli occupanti di non quanto fossero a difendere l'operato delle forze dell'ordine che stavano intervenendo soltanto per il ripristino di quelle che sono le regole del gioco e le regole di una società civile.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.



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