Regione (Archivio)

Ponti sul Po, provincie di Parma, Cremona e Mantova; situazione senza precedenti, si va verso una vera e propria 'secessione viaria' con danni incalcolabili

Data: 25/09/2017
Numero: 5313
Soggetto: Assemblea
Data Risposta: 26/09/2017

Per sapere, premesso che: - 

già in precedenti e numerosi atti di sindacato ispettivo, l'interrogante ha denunciato come non sia più tollerabile la situazione che interessa alcuni ponti che collegano le provincie dell'Emilia occidentale con quelle della Lombardia, ciò nonostante non risultano assunti atti volti a risolvere la situazione negli stessi rappresentata; 

migliaia di cittadini sono oggi vittime incolpevoli di quella che è un'emergenza annunciata da tempo: i ponti di confine fra le province sono ammalorati e transitare al di sopra del fiume Po è un'impresa. La qual cosa costituisce un gravissimo problema per tutti i settori economici, in modo particolare per le attività produttive, per la filiera agroalimentare, di peculiare importanza per il territorio, per il commercio, il turismo e anche per gli spostamenti quotidiani dei singoli residenti verso luoghi di lavoro, di studio, di cura; 

ad esempio, il caos, a cavallo delle province di Parma, Cremona, Mantova, è esploso a fine agosto quando un agricoltore, mentre lavorava sotto il ponte che collega Colorno a Casalmaggiore, ha notato problemi alle travi: dopo i primi rilievi è stata disposta la chiusura a tempo indeterminato del ponte, in attesa di vedere quali interventi sarà possibile attuare. Delle 156 travi, 93 sono risultate lesionate. Il fatto è che lungo detto asse stradale transitavano ogni giorno 25.000 veicoli, per lo più tir, che attraversavano le due regioni (anche per raggiungere il Brennero) e lavoratori "frontalieri". Il risultato, ad esempio, è che per accompagnare a scuola i bambini oggi si è costretti seguire un tragitto che richiede anche un'ora di tempo in più rispetto al passato, e così è anche per i pendolari. A tacere del danno economico per i commercianti che hanno perso il 90% dei clienti, atteso che riuscire ad arrivare "al di là dell'acqua" è diventata un'impresa; 

la Regione Lombardia, per bocca dell'assessore regionale all'agricoltura e delegato per la regione al patto di sviluppo per la Lombardia, ha accusato, a mezzo stampa, l'Emilia Romagna di non aver rispettato l'accordo di programma, riguardante molteplici interventi di manutenzione, che avrebbe scongiurato il verificarsi di una situazione non più ulteriormente tollerabile; 

non solo, ma il Ponte Verdi che collega Roccabianca a San Daniele Po (Cremona), è percorribile (si fa per dire) a senso unico alternato, essendo da tempo aperto un cantiere (al momento sospeso), con code infinite di automezzi nelle ore di punta, con la conseguenza che sull'unica tratta alternativa senza lavori, la Viadana-Boretto, si riversano migliaia di mezzi. I sindaci, precisando di «non avere soldi per intervenire», hanno definito la situazione «molto seria» e, dopo una riunione d'urgenza con i rappresentanti istituzionali delle Province interessate, hanno chiesto l'intervento del ministro Graziano Del Rio e la messa a disposizione di fondi governativi «immediati»; 

sul ponte Viadana-Boretto sono da alcuni mesi in corso lavori di manutenzione straordinaria della sede carrozzabile, ma a seguito dell'improvvisa chiusura del ponte Casalmaggiore-Colorno, le Province di Reggio Emilia e Mantova, responsabili degli interventi sul predetto, hanno deciso di sospendere - con effetto immediato - il transito a senso unico alternato. L'ultimo stralcio di lavori riguardante la manutenzione delle pile in alveo e dei piloni in golena proseguirà però ancora per 5-6 mesi e per proseguire col cronoprogramma delle opere risulterà necessario ripristinare il senso unico alternato, almeno nei momenti di minor traffico, per consentire l'intervento in sicurezza degli operai; 

a tacere del fatto che oramai da diversi anni si trascina la vicenda riguardante l'esecuzione di lavori di manutenzione straordinaria sul ponte sul Po che collega Pieve Porto Morone (Pavia) a Pievetta di Castel San Giovanni (Piacenza), struttura insistente sull'ex strada statale 412 di Val Tidone che venne trasferita da Anas alla Regione Lombardia e da questa alla provincia di Pavia, insistente sull'ex strada statale 412 di Val Tidone; 

da tempo, infine, permane il senso unico alternato sul ponte "del diavolo", vale a dire quello sul Taro tra Roccabianca e Sissa Trecasali, anche quello importante per l'economia di quei territori; 

alla luce di quanto premesso è fondato, e di certo non ammissibile, il rischio di una vera e propria "secessione viaria" con la paralisi dei collegamenti stradali tra l'Emilia e la Lombardia in un'area di circa 60 chilometri; 

- quali iniziative intenda porre in essere la Giunta Regionale, anche nei confronti del Governo nazionale, alfine di mettere a disposizione adeguate risorse economiche atte al ripristino della pregressa circolazione stradale, garantendo libertà ed efficienza di movimento agli utilizzatori, a qualunque titolo, delle strutture viarie in premessa richiamate.

Tommaso Foti

DIBATTITO IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA

OGGETTO 5313

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le iniziative da attuare, anche nei confronti del Governo, per ripristinare la pregressa circolazione stradale relativamente ai ponti sul fiume Po. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

FOTI: Presidente, la mia è un'interrogazione che avremmo potuto discutere anche congiuntamente a quella del collega Iotti. Tuttavia, allargo un po' lo spettro per dire all'assessore Donini che mi pare che tutto il dibattito sulle riforme istituzionali cozzi poi con la realtà dei fatti.

Ci preoccupiamo di avere nuove competenze e non riusciamo neanche a gestire l'ordinario flusso del traffico sui ponti di collegamento tra l'Emilia e la Lombardia. Lo dico perché la situazione è così nel caso del ponte cui si faceva prima riferimento. Indubbiamente, il ponte di collegamento tra Colorno e Casalmaggiore rappresenta oggi la situazione più critica, ma non è l'unica, perché c'è il ponte Verdi, perché c'è il ponte di collegamento tra Pieve Porto Morone e Castel San Giovanni, perché ovunque si vada al confine con la Lombardia abbiamo ponti in situazioni disastrose.

Io mi permetto – e concludo qui la mia illustrazione – di avanzare anche una proposta. Mi pare che senza un'intesa a tre (Governo, Regione Lombardia e Regione Emilia-Romagna) si passeranno gli anni a stabilire chi ha stanziato 500.000 euro su quel ponte e chi ha stanziato 1 milione sull'altro. Tuttavia, dato che occorrono 1,5 milioni di euro di lavori per entrambi i ponti, non si fa niente su nessuno dei due ponti. Tutto questo sta rappresentando un strano esempio di secessione viaria. Considerato che l'Italia è unita grazie della rete ferroviaria, non vorrei che, in tempi di federalismo mal concepito, arrivassimo alla secessione viaria che già di per sé separa Emilia da Lombardia non per un fatto politico, ma per un fatto fisico, ovvero la mancanza di collegamenti transitabili.

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Al consigliere Foti do subito la risposta che, casualmente, per la stessa interrogazione, ho letto prima al consigliere Iotti, senza che lei fosse in aula. Parto subito da lì. Entrambi mi avete chiesto una cosa che condivido, perché la situazione comincia a essere plurima, con diversi punti di crisi.

Riteniamo urgente aprire, come ho detto al consigliere Iotti, una interlocuzione fra Governo, Regione Emilia-Romagna e Lombardia per verificare i vari attraversamenti sul Po e i ponti che collegano le due regioni, che abbiano ad ora ammaloramenti su cui si rende necessario intervenire, reperendo, ovviamente, le necessarie risorse.

Lei mi ha chiesto, però, di una situazione molto diffusa. Cerco di arrivare a sintesi. Per quello che riguarda il ponte sul Po, Colorno-Casalmaggiore la descrizione che lei ha fatto, ovviamente, corrisponde alla realtà.

Come ho detto prima, ad oggi la Provincia ha incaricato un professionista specializzato che non ci ha ancora fornito le soluzioni definitive, ma credo che non passerà molto tempo affinché si possano valutare delle soluzioni tecniche per la ristrutturazione del ponte. Abbiamo anche detto che siamo disponibili a valutare anche eventuali soluzioni provvisorie, ovviamente.

Per quello che riguarda la Regione Emilia-Romagna già in passato, nel 2006, aveva contribuito con un finanziamento di 5 milioni di euro per un intervento di ristrutturazione del ponte che ha già riguardato il ripristino di alcuni elementi strutturali e il rinforzo delle fondazioni, del costo complessivo di 9 milioni, di cui una quota (4,150 milioni) a carico della Regione Lombardia e 5 milioni a carico dell'Emilia-Romagna.

La Regione Emilia-Romagna si sta attivando per ulteriori risorse, però occorre quello che diceva lei, ovvero un tavolo permanente, o per lo meno strutturale, tra il Governo e le due Regioni per guardare tutte le situazioni.

Le ricordo che in relazione, però, al trasporto pubblico siamo intervenuti tempestivamente e il 22 settembre si è tenuta una riunione presso la sede della Regione Lombardia per vagliare l'offerta dei servizi di trasporto nel periodo di chiusura del ponte. In particolare, si è deciso di approfondire la possibilità di infittire le corse lungo la linea ferroviaria Parma-Casalmaggiore, oggi a cadenza oraria, e a modulare gli orari per tener conto dei turni di lavoro anche notturni di alcune aziende del territorio, instaurando una collaborazione con TPER.

Inoltre, la società lombarda Trenord, che gestisce il servizio, ha già potenziato il treno che percorre la linea aggiungendo una carrozza. Sono piccoli segnali, ma di cooperazione fra le due Regioni per supplire con il trasporto pubblico i disagi del traffico.

Per quello che riguarda il ponte Verdi, invece, le confermo che lo stanziamento di 1 milione di euro – che era già passato negli FSC con il vaglio della Corte dei conti e quindi dovevamo aspettare la lettera del Governo che ci diceva sostanzialmente di comunicare agli attuatori la esigibilità di quel finanziamento – ora è nelle condizioni di essere esigibile, certo e spendibile.

Sul ponte tra Viadana e Boretto sono in corso lavori di manutenzione sia da parte della Provincia di Reggio Emilia sia da parte della Provincia di Mantova.

In più, la Provincia di Reggio Emilia sta curando opere di consolidamento delle fondazioni del ponte.

Il transito a senso unico alternato viene attivato soltanto in occasione – una di queste deve essere proprio capitata a lei – di alcune lavorazioni puntuali che si svolgono sull'impalcato, oppure per lo stanziamento di mezzi d'opera in occasione dei getti di calcestruzzo, quindi comunque ci sono dei lavori in corso.

Relativamente ai lavori, invece, sul ponte sul Po che collega Pieve Porto Morone e Pievetta di Castel San Giovanni, si comunica che sono di competenza della Provincia di Pavia, quindi ulteriormente cadiamo in quel tavolo che bisogna fare, perché una volta è tuo, una volta è mio, e ovviamente dobbiamo capire quali sono i livelli di priorità.

Relativamente al ponte di Gramignazzo, sul fiume Taro, a seguito degli interventi realizzati nel 2014, è stato riaperto al traffico con una limitazione del transito a senso unico alternato e con la limitazione di portata a 3,5 tonnellate. Attualmente sono in corso i lavori di manutenzione ordinaria e di pulizia dell'alveo.

Spero di averla rassicurata che da questa Amministrazione non c'è nessun intento secessionista, ma soltanto una volontà di intervenire con le risorse disponibili, e anche di interagire con Lombardia e Governo per avere una programmazione strutturale sugli ammaloramenti dei ponti. 

FOTI: Sono lieto che l'assessore abbia detto che non c'è alcuna intenzione secessionista, e penso che sia una valutazione di ordine politico.

Sicuramente, sotto il profilo strutturale ha letto anche l'assessore un bollettino di guerra, perché teniamo presente che non sono gli unici ponti, sono i ponti che principalmente sono ammalorati, e per i quali sono successi degli eventi che hanno determinato la chiusura, sensi unici alternati, o quant'altro.

Ora, io apprezzo che in alcuni casi, come quello di Casalmaggiore Colorno si sia cercata una soluzione anche relativa al trasporto pubblico. Debbo dire, peraltro, che quello è un ponte che tradizionalmente veniva utilizzato anche per altri fini, come collegamento anche al Brennero. Mi permetto quindi di far presente che difficilmente i TIR potranno prendere i treni o i servizi di treno che sono stati giustamente potenziati. Qui si tratta, penso che l'assessore abbia decisamente convenuto con la richiesta oggetto di questa interrogazione, di fare un focus tra Governo, Regione Lombardia e Regione Emilia-Romagna sulla situazione viabilistica di confine, anche perché, in un effetto domino è evidente che non appena si chiude un ponte, si va a caricare quello limitrofo di collegamento, che forse, senza questo carico eccessivo poteva essere ancora funzionale, ma immediatamente va in una situazione di crisi, quindi bisogna introdurre un senso unico alternato. Penso che la documentazione fotografica che anche recentemente alcuni giornali online e stampati hanno pubblicato sia sintomatica: code di 8-10 chilometri. Voi capite che intasano oltretutto tutti i paesi limitrofi, e francamente vi è una paralisi di qualsiasi tipo di traffico.

Io quindi mi auguro che questa iniziativa sia assunta. Se mi permette, assessore Donini, se fossi in lei me ne farei carico, perché se aspettiamo sempre che ci sia qualcuno che si assume l'iniziativa, fra un anno siamo ancora qui a parlare di questo tavolo. Se lei se ne fa carico, visto che anche il Ministro Delrio dovrebbe essere sensibile ai problemi, perché sono questioni che interessano zone che saranno anche oggetto del suo collegio elettorale, ebbene, io penso che sarebbe d'uopo a questo punto che lei prendesse questa iniziativa.

Anche la Regione Lombardia dica chiaramente cosa vuol fare sul punto, perché non è pensabile che nell'anno di grazia 2017 si verifichino ancora situazioni di questo tipo, soprattutto perché stiamo parlando, in alcuni casi, di ponti che dobbiamo ringraziare altri regimi se ci sono e sono stati costruiti. 

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TommasoFoti
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