Regione (Archivio)

Acqua diga di Mignano, indiscrezioni su limitazioni al solo uso idropotabile; Foti: 'servono risposte serie e strutturali contro la siccita', sbagliato colpire l'agricoltura'

Data: 07/09/2017
Numero: 5222
Soggetto: Assessore alla difesa del suolo e della costa, protezione civile e politiche ambientali e della montagna
Data Risposta: 24/11/2017

Per sapere, premesso che: - 

secondo indiscrezioni giunte anche a Piacenza (si veda al riguardo la lettera pubblicata dal quotidiano locale, in data odierna, del sindaco di Lugagnano Val d'Arda, Jonathan Papamarenghi) i competenti (per materia) uffici della Regione, anziché impegnarsi per programmare interventi strutturali volti ad evitare - in futuro - il ripetersi dei problemi che i cittadini della Val d'Arda e il mondo agricolo stanno patendo da mesi, paiono orientati a volere limitare al solo uso domestico la fruizione dell'unico bacino della Val d'Arda costruito, invece e per contro, proprio ai fini irrigui in epoca fascista ed inaugurato dal sottosegretario Serpieri nel 1934, e cioè la diga di Mignano; 

dette indiscrezioni, sconcertanti più che infelici, danno la misura di un modo di governare la cosa pubblica del tutto fallimentare, volto soltanto a lasciare spazio all'esibizione di scelte che risultano del tutto incuranti di un settore, quello dell'agricoltura, del cui reddito le popolazioni della zona vivono; 

a fronte delle ingenti risorse economiche ottenute a seguito della dichiarazione dello stato di calamità, tutti si attendevano parole e fatti diversi, rivolti a risolvere i problemi dell'approvvigionamento idrico, senza mettere al bando attività economica alcuna, che in molti luoghi risulta anche l'unica possibile; 

la verità è che i sistemi di accumulo dell'acqua, in provincia di Piacenza, sono ancora quelli di 80 anni fa (e cioè del Ventennio) quando, per fortuna, vennero costruite sia la diga in questione che quella del Molato (in Val Tidone) per volontà di una classe dirigente (non certo indigesta come quella attuale) che ai problemi dell'approvvigionamento idrico seppe dare una risposta ancora oggi valida, ancorché non più sufficiente; 

- se la Giunta Regionale intenda smentire le suddette indiscrezioni rispetto all'utilizzo dell'acqua della diga di Mignano ai soli fini domestici e quali iniziative intenda assumere per concorrere a risolvere i problemi dell'approvvigionamento idrico nelle valli del piacentino.

Tommaso Foti

RISPOSTA

Con riferimento all'interrogazione in oggetto risulta opportuno sottolineare che il rinnovo della concessione dalla Diga del Mignano, in capo al Consorzio di Bonifica di Piacenza non è mai stato messo in discussione e non vi è stata alcuna posizione ostativa della Regione, anzi, appena ricevuta tutta la documentazione necessaria per il rinnovo, si è fatto il possibile affinché le tempistiche procedimentali fossero il più possibile contenute. 

Infatti, il rinnovo di tale concessione è stato rilasciato in data 31 agosto 20 l 7, ovvero anteriormente all'interrogazione in oggetto ed in tempo utile per assicurare, alle singole aziende agricole, l'accesso ai fondi del Piano di Sviluppo Rurale e garantire al Consorzio di usufruire delle risorse del Piano irriguo nazionale. 

Il rinnovo ha validità fino al 2046 e conferma, per l'uso irriguo, i criteri e i quantitativi già in vigore. Nel merito è opportuno precisare che la risorsa invasata nella Diga di Mignano è destinata a diversi usi, e non solo a quello.irriguo: la concessione originaria è, infatti, ad uso plurimo, nel rispetto dei diritti pregressi ovvero del prelievo ad uso potabile. 

Nel rinnovo appena rilasciato è stata pertanto riconosciuta e riconfermata la richiesta irrigua del Consorzio, prevedendo solo alcune condizioni dettate, in particolare, per il rispetto delle norme ambientali vigenti e per assicurare le esigenze potabili.

Con riferimento alle esigenze irrigue della Val d'Arda si evidenzia come nel Piano di interventi da 8 milioni 650 mila euro, finanziato dal Governo a seguito della dichiarazione di stato di emergenza nazionale, sia stata inserita anche la realizzazione da parte del Consorzio di Bonifica di nuovi pozzi in Val d'Arda per 640.000 euro per una portata complessiva di l00 litri al secondo. 

Questi pozzi, più altre azioni in corso di approvazione, aiuteranno a garantire un adeguato rifornimento idrico in caso di siccità: si eviteranno così i conflitti sulla destinazione della risorsa idrica, tra potabile e agricoltura, che si sono verificati nei mesi scorsi. Le azioni intraprese sono state sempre condivise con il Consorzio di Bonifica e le associazioni di categoria. La Regione, di fronte alla grave crisi idrica che ha colpito Piacenza, ha dimostrato di saper giocare in squadra. Il metodo adottato e le scelte assunte ne sono la dimostrazione.

Paola Gazzolo

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