Regione (Archivio)

Correggio, vessazioni fisiche e psicologiche nella casa protetta; Foti: 'triste storia che si ripete, occorre un intervento deciso'

Data: 29/03/2018
Numero: 6325
Soggetto: Assessore alle politiche per la salute
Data Risposta: 18/06/2018

Per sapere, premesso che: - 

attente e puntuali indagini da parte dell'Arma dei Carabinieri, supportate da intercettazioni ambientali audio-visive, hanno consentito di accertare alcuni casi di maltrattamenti, consumati attraverso vessazioni fisiche e psicologiche, nei confronti di ospiti della casa protetta per anziani di Correggio [in provincia di Reggio Emilia], convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale; 

sarebbero numerose le operatrici sociosanitarie indagate con l'accusa di maltrattamenti continuati, con l'aggravante di essere stati commessi nei confronti di persone incapaci di difendersi; 

l'indagine, denominata operazione "Pietas" e coordinata dal sostituto procuratore di Reggio Emilia M.R.P., avrebbe portato i Carabinieri a eseguire misure cautelari nei confronti di 6 delle 13 operatrici coinvolte. Pare addirittura che i fatti sarebbero stati noti alla coordinatrice della struttura in questione che, tuttavia, avrebbe omesso di informare l'autorità giudiziaria; 

quella delle vessazioni fisiche e psicologiche nei confronti di indifesi è una triste storia che periodicamente si ripete in Emilia-Romagna nelle strutture per anziani o per minori senza che a tutt'oggi, se non per l'intervento delle forze dell'ordine su disposizione della autorità giudiziaria, le stesse siano emerse in ragione degli asseriti controlli pubblici effettuati; 

se i fatti siano noti alla Giunta Regionale e quale ne sia il giudizio; 

quali controlli pubblici siano stati effettuati presso la struttura di Correggio che qui interessa e quali ne siano stati gli esiti; 

se è quali iniziative intenda assumere la Giunta Regionale per cercare di impedire il reiterarsi, almeno presso strutture pubbliche, di episodi di violenza e di ignobile vessazioni nei confronti di persone indifese, giuste le vicende in più occasioni rappresentate dall'interrogante.

Tommaso Foti

RISPOSTA

Con riferimento all'interrogazione in oggetto, sulla base delle informazioni acquisite dall'Azienda Usi di Reggio Emilia, si precisa quanto segue. 

Dalle informazioni acquisite dalla Direzione generale dell'Azienda Usi di Reggio Emilia, è emerso come la Committenza pubblica - tramite gli organi preposti (Nucleo di vigilanza dell'Azienda Usi ai sensi della Dgr. 564/2000 sull'autorizzazione al funzionamento e l'Organismo tecnico di Ambito Provinciale (OTAP) per la verifica dei requisiti richiesti dall'accreditamento sociosanitario), nel corso degli anni abbia costantemente provveduto a svolgere una serie di verifiche che hanno sempre dato esito negativo. L'ultima verifica è consistita in un sopralluogo eseguito il 26 marzo scorso dal citato Nucleo di vigilanza. Nel corso dell'ultimo anno, inoltre, la struttura è stata oggetto di visite ispettive ad opera dei NAS dei Carabinieri che non hanno dato comunque esito ad alcuna segnalazione. 

I Committenti pubblici (Azienda Usi, Unione dei Comuni e Comune di Correggio) non hanno mai ricevuto alcuna segnalazione né da parte dei familiari, né di altri soggetti; anche Coopselios ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna segnalazione anche a seguito di Audit interni ed esterni di parte terza (numerosi nel corso degli ultimi 12 mesi). 

Al momento i Committenti pubblici stanno valutando le azioni da intraprendere, quali la costituzione di parte civile, l'applicazione di penali, la possibilità di sospensione o di revoca del provvedimento di accreditamento e del contratto di servizio. 

Dalle informazioni fornite dall'Azienda Usi, risulta che Coopselios nella contingenza dell'emergenza abbia attuato una serie di provvedimenti specifici: 

• inviati i telegrammi di sospensione cautelare dal servizio alle 6 operatrici raggiunte da provvedimento di sospensione della professione da parte dell'Autorità giudiziaria e di esonero dall'attività lavorativa a una settima lavoratrice che non risulta raggiunta da provvedimento di sospensione ma che è stata riconosciuta da colleghi e familiari nel video pubblicato dai media. Per quest'ultima dipendente, inizialmente solo sospesa, è stata già awiata la procedura di licenziamento; 
• potenziamento dell'organico con infermiere notturno e personale (operatori sociosanitari) aggiuntivo sui turni diurni per agevolare lo svolgimento delle attività nell'ambito di un clima di forte pressione psicologica anche per i lavoratori;
• incontri tra Coopselios, Comune di Correggio e Direzione aziendale con i familiari per illustrare l'accaduto e le azioni di miglioramento da adottare; 
• incontri della Direzione Coopselios con gli operatori della struttura; 
• sostegno psicologico da parte di un professionista formato sulla psicologia delle emergenze a familiari e operatori della struttura. 

In accordo con la Committenza, risulta che Coopselios abbia tempestivamente adottate alcune azioni di carattere organizzativo a tutela degli utenti e del personale estraneo ai fatti, a partire dalla sostituzione di tutti gli operatori sociosanitari e del Coordinatore. In queste settimane il nuovo gruppo di lavoro è stato accompagnato e supportato da esperti tecnici della Cooperativa. 

Il 7 maggio scorso è stato completato il programma di totale sostituzione di tutto il personale sociosanitario. In accordo con le famiglie degli ospiti, è stato costituito un "Comitato di Gestione" composto da famigliari, Vicesindaco, responsabili del Servizio Sociale e del Servizio Anziani dell'Unione, Direttore di Distretto, direzione di Area di CoopsElios, con il compito di monitorare i processi assistenziali ed il clima interno alla struttura e di adottare eventuali soluzioni migliorative in risposta ai problemi individuati. 

In riferimento al tema generale della prevenzione dei rischi di violenza, abuso e maltrattamento delle persone non autosufficienti, in particolare ospiti dei servizi sociosanitari, l'Assessorato regionale da tempo ha intrapreso un percorso più ampio di aggiornamento di strumenti e procedure riguardanti tali servizi con l'adozione di alcuni provvedimenti, mentre altri sono allo studio: 

• con la Dgr. 664/2017 (Aggiornamento di strumenti e procedure relative ai servizi sociosanitari. lntegrazioni e modifiche alle Dgr. 564/2000 e Dgr. 514/2009) sono state aggiornate le disposizioni inerenti la "Vigilanza delle strutture", esplicitando, sulla base del nuovo quadro normativa (LR 11/2016), i compiti dei Comuni, delle Aziende Usi e della Regione; 
• è intenzione di questo Assessorato rafforzare l'attenzione anche dei professionisti sanitari contro ogni forma di abuso e violenza sugli anziani, coinvolgendo i medici di medicina generale e tutti gli altri professionisti e operatori interessati; 
• per quanto riguarda i servizi accreditati è in programma per il prossimo mese di settembre l'avvio di un corso di formazione per nuovi valutatori OTAP. All'interno del programma, nell'ambito dell'umanizzazione e del rispetto della dignità della persona, verrà svolto un approfondimento specifico su strumenti operativi di prevenzione del rischio di forme di violenza, abuso e maltrattamento, in modo da fornire ai valutatori componenti dell'OTAP strumenti di lettura di questi aspetti anche ai fini del miglioramento dell'efficacia delle verifiche. 

La Regione ha rivolto attenzione anche alle Case famiglia, piccole strutture che possono accogliere fino ad un massimo di sei ospiti. Nella primavera del 2017, in accordo con ANCI, è stato awiato un piano di controllo che entro la fine del 2018 consentirà ai Comuni, in collaborazione con le Aziende Usi, di verificare tutte le Case famiglia che si trovano nel territorio regionale. Allo scopo di promuovere il miglioramento della sicurezza e della qualità di questi servizi, sono in corso di predisposizione delle specifiche linee di indirizzo per l'aggiornamento dei regolamenti comunali sulle Case famiglie. 

Con riferimento a questo caso come agli altri gravi casi di cronaca occorsi in questi mesi, le cui condotte ledono non solo l'immagine della Regione ma ancor prima i principi di dignità e rispetto della persona che sono alla base della nostra comunità regionale e nazionale, la Regione si è attivata per costituirsi parte civile perché, se le accuse fossero confermate, ci troveremmo davanti a fatti gravissimi che non possono.

Sergio Venturi

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