Regione (Archivio)

Delibera: 'Piano Energetico Regionale 2030 e Piano Triennale di Attuazione 2017-2019'

Data: 01/03/2017
Numero: 122
Soggetto: Assemblea

OGGETTO 3579

Delibera: «Piano Energetico Regionale 2030 e Piano Triennale di Attuazione 2017-2019.» (Proposta della Giunta regionale in data 14 novembre 2016, n. 1908) (111)

(Discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 3579/1/2/3/6 oggetti 4199 - 4200 - 4202 - 4208 - Presentazione, discussione e reiezione)

(Ordini del giorno 3579/4/5 oggetti 4203 e 4204 - Presentazione, discussione e approvazione)

(Risoluzioni oggetti 3894 e 4167- Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l'atto amministrativo 3579: Proposta recante: "Approvazione della proposta di "Piano Energetico Regionale 2030" e di "Piano Triennale di Attuazione 2017-2019" e dei relativi allegati da trasmettere all'Assemblea Legislativa per la definitiva approvazione ai sensi della lett. d. comma 4 art. 28 dello Statuto e dell'art. 8 L.R. n. 26/2004 e s.m.i.".

La Commissione Politiche Economiche ha espresso parere favorevole nella seduta dell'8 febbraio 2017 con la seguente votazione: 27 voti a favore, nessun contrario e 10 astenuti, approvando modifiche (emendamenti ed errori materiali).

La proposta in esame è formata, oltre che dalla delibera di Giunta, da dieci allegati:

•ALLEGATO 1: Osservazioni;

•ALLEGATO 2: Piano Energetico Regionale Emilia-Romagna;

•ALLEGATO 3: Piano Triennale di Attuazione del PER 2017-2019;

•ALLEGATO 4: Rapporto Ambientale del Piano Energetico Regionale 2017-2030 n. 1;

•ALLEGATO 5: Rapporto Ambientale del Piano Energetico Regionale 2017-2030 n. 2;

•ALLEGATO 6: Studio di Incidenza del Piano Energetico Regionale dell'Emilia-Romagna;

•ALLEGATO 7: Studio di Incidenza del Piano Triennale di Attuazione 2017-2019 del PER dell'Emilia-Romagna;

•ALLEGATO 8: Parere Autorità Ambientale;

•ALLEGATO 9: Dichiarazione di Sintesi del Piano Energetico Regionale;

•ALLEGATO 10: Dichiarazione di Sintesi del Piano Triennale di Attuazione 2017-2019 del Piano Energetico Regionale.

Il relatore della Commissione, consigliere Massimo Iotti, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Andrea Bertani, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Per informazione, su tale oggetto insistono sino ad ora tredici proposte di emendamento: dieci a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva, Sensoli; tre a firma dei consiglieri Alleva e Bertani.

Insistono, altresì, tre ordini del giorno: il 3579/1, a firma del consigliere Bertani, il 3579/2, a firma del consigliere Sassi e il 3579/3, a firma della consigliera Piccinini.

Inoltre, sono state abbinate le seguenti risoluzioni, la n. 3894, Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere, presso il Governo, in tutte le sedi opportune, sostegno ed incentivi economici adeguati per lo sviluppo di politiche che favoriscano l'utilizzo di energia geotermica, sia per i cittadini che per le imprese attivandosi, inoltre, affinché sul territorio emiliano-romagnolo vengano attuate tutte le politiche energetiche necessarie per incentivare l'utilizzo della tecnologia geotermica, a firma dei consiglieri Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, e la Risoluzione n. 4167 per impegnare la Giunta a porre in essere azioni presso il Governo e il Parlamento affinché venga rivista e integrata la normativa che disciplina e regola i sistemi di distribuzione chiusi, consentendo la realizzazione di nuove reti elettriche private, diverse dalle reti interne di utenza, eliminando le disparità concorrenziali tra differenti modalità organizzative delle reti elettriche e tra differenti tecnologie di generazione, a firma del consigliere Bertani.

Procediamo con le relazioni.

Do la parola al relatore della Commissione, il consigliere Massimo Iotti, che ha dieci minuti a disposizione. Prego.

 

IOTTIrelatore della Commissione: Grazie, presidente.

Visto il ritardo con cui cominciamo oggi, provo a sintetizzare e soprattutto a focalizzare gli aspetti più peculiari di questo Piano, ribadendo come il percorso che ci ha portato fin qui è stato un percorso non solo nell'ambito del confronto con associazioni, con forze sociali e altro, ma anche di livello tecnico piuttosto qualificato.

Da tutto questo quadro preliminare, la materia energia in maniera evidente ha fatto emergere il proprio ruolo di primo piano nella misura in cui può senz'altro favorire lo sviluppo, quello sviluppo diverso e alternativo di cui si parla tanto e che possa garantire nuove opportunità e nuovi posti di lavoro di una nuova economia.

Il settore energetico è strutturalmente intersettoriale e trasversale. Non c'è settore o attività che non è influenzato e non ha delle conseguenze sia in termini di approvvigionamento che in termini di costi e di consumi. In questo senso la priorità di intervento della Regione Emilia-Romagna è dedicata, come obiettivo finale di tutte quelle che sono le azioni conseguenti al Piano energetico, alle misure di decarbonizzazione, dove l'intervento regionale può essere sicuramente maggiormente efficace, quindi in particolare nei settori a maggiore consumo finale di energia.

Tra queste abbiamo la mobilità, l'industria diffusa e quindi nel nostro contesto soprattutto la rete di piccole e medie imprese, il residenziale e il terziario; misure di decarbonizzazione che è evidente hanno influenze e non è mia intenzione fare alcuna invasione di campo per quello che riguarda poi la programmazione relativa al Piano dell'aria.

In particolare, tutto il Piano si muove su ambiti di intervento che sono il risparmio energetico ad uso efficiente dell'energia nei vari settori, risparmio che ha come primo obiettivo quello di ridurre i consumi, una produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili, la razionalizzazione del settore dei trasporti, anche qui con forti ed evidenti relazioni con quello che sarà poi il nuovo Piano regionale dei trasporti e della mobilità. A questo complesso di azioni sono destinati oltre 200 milioni di euro, per la precisione 245, che nei prossimi anni la Regione Emilia-Romagna investirà in tutte quelle che sono le strategie qui contenute. È una misura, mi permetto di dire, anche molto più rilevante rispetto ai Piani triennali precedenti.

Le politiche adottate precedentemente ad oggi hanno portato a conseguire sostanzialmente gli obiettivi che ci si era prefissati a fine 2013-2014 e nel precedente PTA 2011-2013, sia in termini di risparmio energetico, e in questo hanno sicuramente contribuito tutte le misure messe in atto a livello nazionale, che in termini di sviluppo delle rinnovabili per la produzione sia termica che elettrica.

Da questo punto di vista, quindi, soprattutto grazie a tutto l'apparato normativo relativo ai requisiti di prestazione energetica degli edifici che in questa Regione sono particolarmente significativi ed efficaci, si è raggiunto questo obiettivo.

Analogamente, per la produzione di energie rinnovabili, sia a livello di produzione elettrica sia a livello termico, sono stati raggiunti sostanzialmente gli obiettivi tenendo conto che gli obiettivi sono sempre basati su stime.

Una voce che rimane invece non assolutamente decollata è quella relativa alla produzione eolica di grande interesse, ma che per una normativa, mi permetto di dire forse anche da cominciare a rivedere, rimane al palo.

Da questo ne deriva il principale obiettivo del PER, in linea con tutte quelle che sono le politiche europee e nazionali di promozione dell'efficienza energetica. Il primo obiettivo è il 27 per cento di incremento riguardante l'efficienza energetica. Oggi questo parametro si può ritenere raggiunto e ci poniamo in uno scenario obiettivo finale del 47 per cento, che va oltre quelle che sono le misure imposte dall'Unione Europea appunto del 27 per cento.

Da questo punto di vista, quindi, credo che sul tema risparmio energetico possiamo andare molto al di là di quelli che sono gli obiettivi ed è evidente altrettanto che non solo ci sono aspetti da considerare di natura tecnico-economica, ma le ricadute, anche per gli effetti sociali che può produrre questa azione di risparmio, in particolare sul patrimonio pubblico, sono di grandissimo interesse.

Sul settore residenziale non mi dilungo, tra l'altro abbiamo discusso lungamente anche in Commissione, c'è stata un'udienza conoscitiva. Credo che sia stato un confronto pieno di contributi e mi permetto sin d'ora di dire che sono stati in larga parte tutti accolti.

Dicevo, sul settore residenziale peseranno sicuramente le scelte in termini di riqualificazione di porzioni urbane di grandi dimensioni, e anche su questo con la nuova legge urbanistica si andrà in questa direzione.

Per quello che riguarda, invece, il settore industriale, strategico sarà il finanziamento delle cosiddette "diagnosi energetiche", che si sovrappone a uno strumento nazionale e che avrà sicuramente conseguenze negli interventi di retrofit energetico, dove si stima che 1 euro attivato in contributo di finanziamento possa produrre sino a dieci volte.

Secondo obiettivo è quello che riguarda la produzione, come detto, di fonti rinnovabili. Se abbiamo fatto passi in avanti notevoli, l'obiettivo UE al 2030 del – 27 per cento (oggi siamo circa al 12 per cento) dovrà essere lo scenario obiettivo finale e credo che in questa direzione si debba fare molto.

Allo stesso modo, come dicevo, sulle emissioni di carbonio, quindi i famosi gas climalteranti, l'obiettivo del 40 per cento finale posto dall'Unione europea sempre al 2030, rimane anche nel nostro piano. Attualmente siamo circa al 14 per cento.

Tradotto, noi abbiamo la necessità di sostenere lo sviluppo delle tecnologie rinnovabili, soprattutto quelle ad elevata efficienza che possono soddisfare un fabbisogno energetico particolarmente significativo in questa regione, sia per il riscaldamento e raffrescamento degli edifici, che dimensionalmente è la quota più significativa, sia per quello che riguarda il sostegno energetico a tutti quelli che sono i fini produttivi della nostra struttura produttiva regionale.

Da questo punto di vista, le azioni riguardano lo sviluppo delle pompe di calore, impianti a biomassa, la cogenerazione ad alto rendimento e, in particolare, la rivalutazione del teleriscaldamento alimentato da rinnovabili, perché in questa direzione può dare risultati migliori.

A questo si aggiungono il biometano, su cui esiste anche un ordine del giorno specifico e di recente c'è stato un convegno che ha posto l'attenzione sulle potenzialità, e la geotermia a bassa entalpia che finora non ha preso piede grazie anche ai costi elevati, ma che sicuramente può dare un contributo importante.

Per quello che riguarda l'evoluzione dei consumi relativi alla mobilità, senz'altro una delle voci più significative riguarda i veicoli elettrici. L'avrete letto nel piano: al 2030 si immagina uno scenario in cui 600.000 nuove auto saranno tutte elettriche e 400.000 ibride, quindi circa un milione di mezzi dovranno muoversi con una mobilità basata sulla rinnovabile elettrica.

Detto così sembra quasi un obiettivo irraggiungibile. Credo che di questo dobbiamo tenere conto, ci saranno effetti anche macroeconomici per quello che riguarda le scelte dei grandi gruppi di case automobilistiche, ma c'è già un sistema che si sta muovendo, così come si dovrà rivedere complessivamente anche tutta la strategia di alimentazione e di ricarica dei veicoli, che non potrà certo essere risolta semplicemente con colonnine lasciate in giro in qualche modo.

Il settore dei trasporti – anche qui, ripeto, rimando ad altre voci – in particolare si orienterà per le merci verso il ferro e per cercare di incentivare sempre più il trasporto pubblico.

In merito agli aspetti strategici, mi soffermo sul ruolo innovativo che avranno i Comuni.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, le volevo dire che ha esaurito il tempo, quindi le chiedo di avviarsi alla conclusione. Sono dieci minuti. Grazie.

 

IOTTI: Mi avvio a concludere. Dico solo questo: per quello che riguarda la gestione del piano a livello territoriale un ruolo importante dovranno svolgerlo i Comuni.

I Comuni sono tenuti e si stanno adeguando ad approvare il PAES. È uno strumento importante che per la prima volta dà ai Comuni una responsabilità di pianificazione locale su questa materia. Credo che si dovrà lavorare in questa direzione e lì si gioca molto dell'attuazione del Piano. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Iotti.

Do la parola al relatore di minoranza, consigliere Bertani. Prego, dieci minuti.

 

BERTANIrelatore di minoranza: Grazie, presidente.

Il Piano energetico per noi è uno strumento importante. Per questo motivo – penso si sia visto anche nei lavori di Commissione, dalle discussioni che abbiamo avuto, anche critiche – abbiamo deciso di dedicarci tempo, tramite emendamenti e proposte.

L'analisi, dicevo, è stata anche critica. Partiamo però almeno dai punti che noi abbiamo rilevato come positivi. Intanto va riconosciuto come importante il lavoro di raccolta e di analisi dei dati, perché quando uno conosce la realtà, poi su questa può prendere delle decisioni. Così anche il database degli impianti, il database dei consumi, che ancora deve essere completamente implementato – su questo vi invitiamo a continuare il lavoro – anche perché sarà importante per i PAES dei Comuni.

Riconosciamo inoltre il lavoro di approfondimento che c'è stato, quindi il percorso durante l'anno, con quegli incontri tematici che si sono tenuti, e anche la disponibilità del confronto che c'è stato in Commissione, anche se alla fine delle nostre proposte in pratica poco o nulla è passato, ma comunque c'è stato un buon confronto – lo riconosco – con il relatore di maggioranza.

Infine, gli obiettivi. Sì, li riteniamo anche noi sfidanti. A noi sarebbe piaciuta un'ulteriore sfumatura riguardo al 2050, però anche qui riconosciamo che qualcosa è stato inserito.

Le critiche che abbiamo sollevato in Commissione e che solleviamo anche oggi sono queste.  Nonostante ci siano queste premesse, quello che rileviamo è che nelle azioni del piano, quindi nel piano triennale, ci si incaglia nelle azioni o quelle che noi chiamiamo leve. Nel Piano di attuazione ci si sofferma a definirle azioni generiche. Addirittura lo stesso piano le chiama "azioni indicative".

Quindi, bene nel piano generale, nel piano completo di dare – chiamiamole così – delle "pennellate", ma nel piano triennale, secondo noi, andavano definite delle azioni precise e puntuali, dandosi anche delle priorità, poiché vanno usate quelle che noi chiamiamo le "leve".

Quali sono le leve? Possiamo usare degli strumenti normativi per definire ciò che dobbiamo o possiamo fare oppure non dobbiamo o non possiamo fare. Possiamo usare degli strumenti economici che possono essere degli incentivi per incoraggiare o delle tassazioni per scoraggiare. Oppure si possono dare informazioni per far capire l'importanza di alcune azioni e perché conviene intraprendere certe strade.


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