Regione (Archivio)

Mozione di censura all'Assessore regionale Sergio Venturi ai sensi dell'art. 111, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna

Data: 12/04/2017
Numero: 128
Soggetto: Assemblea

OGGETTO 4416

Mozione di censura all'Assessore regionale Sergio Venturi ai sensi dell'art. 111, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Foti, Sensoli, Sassi

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Riprendiamo i lavori della seduta pomeridiana di ieri. Precisamente, siamo all'esame dell'oggetto 4416: Mozione di censura all'assessore regionale Sergio Venturi ai sensi dell'articolo 111, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, a firma dei consiglieri Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Foti, Sensoli e Sassi.

Ricordo l'articolo 111 del Regolamento interno dell'Assemblea:

"1. Ai sensi dell'articolo 31, comma 1, lettera h), dello Statuto, le proposte di censura nei confronti di un assessore presentate con apposita mozione da almeno un quinto dei consiglieri assegnati sono poste all'ordine del giorno della prima seduta utile dell'Assemblea. Alla discussione possono prendere la parola, per non più di 15 minuti complessivamente, compresa la dichiarazione di voto, il presidente della Giunta, l'assessore per il quale è proposta la censura e un oratore per Gruppo. Possono intervenire altri consiglieri solo per dichiarare la difformità del loro voto rispetto a quello del Gruppo assembleare cui appartengono per non più di 5 minuti ciascuno.

2. Terminata la discussione, il Presidente pone in votazione la censura per appello nominale che si intende approvata se ottiene il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati. Il Presidente dell'Assemblea trasmette la deliberazione al Presidente della Giunta entro i successivi tre giorni."

Ha chiesto di intervenire il consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Come lei ha ricordato, la mozione di censura in oggetto è prevista dal nostro Regolamento all'articolo 111, comma 1, che fa, poi, riferimento al nostro Statuto, invece, all'articolo 31, comma 1, lettera h), dove specifica esattamente in quale percorso si inserisce una mozione di censura. È prevista alla fine di un procedimento di controllo o ispettivo qualora si fossero rilevate delle incongruenze da parte dell'assessorato o di un dirigente che abbia risposto a questo controllo in maniera non idonea, come ritiene almeno un quinto dell'aula.

La richiesta di controllo in oggetto (atto n. 186 del 2017) era stata da me depositata il 15 marzo. A seguito di alcune dichiarazioni e a seguito di alcuni dubbi, semplicemente, che erano sorti all'interno del processo conoscitivo e di quello che era il processo decisionale della Commissione percorso nascita, io avevo chiesto semplicemente due cose. La prima era la composizione della Commissione, ovvero quali erano i membri attivi in quel momento all'interno della Commissione percorso nascita, il numero delle sedute effettuate dalla stessa e i verbali delle sedute effettuate. La risposta è pervenuta il 24 marzo, a firma della dirigente Petropulacos. All'interno della risposta vi erano un cd con tutti i verbali e, giustamente, tutte le sedute avvenute e le delibere di riferimento, nelle quali si identificavano due cose. La prima cosa era la composizione della Commissione stessa. La seconda era, invece, un dato che, onestamente, io non avevo ancora trovato fino a quel momento. Mi riferisco al fatto che la Commissione percorso nascita si fosse sciolta, dopo tre anni di insediamento, il 20 gennaio 2017.

Inoltre, all'interno del cd vi era il verbale dell'ultima seduta – oltre a quelli, ovviamente, delle sedute precedenti – avvenuta in data 17 gennaio 2017, esattamente la seduta in cui è stato illustrato un documento in cui si andava a identificare il punto nascita di Castelnovo ne' Monti, così come altri due punti nascita, ossia quelli di Borgo Val di Taro e di Pavullo nel Frignano, in cui si trovavano criticità per le quali, secondo questa Commissione, la deroga non era possibile, a differenza di altri due punti nascita, invece, in zona sismica, in cui la deroga era assolutamente richiedibile, anzi consigliata.

Il 7 febbraio 2017 – forse lo ricorderete tutti – nella seduta antimeridiana di quest'aula vi sono stati due question time dei consiglieri Sassi, del Movimento 5 Stelle, e Torri, di Sinistra italiana, sul futuro del punto nascita di Castelnovo ne' Monti. L'assessore Venturi, qui presente, aveva dichiarato esattamente questo: "Quanto alle decisioni relative al punto nascita, esse – come è noto – verranno prese sulla base della valutazione della Commissione consultiva tecnico-scientifica sul percorso nascita, alla quale, con delibera 2040, la Giunta regionale ha affidato il mandato di condurre valutazioni approfondite sulla situazione assistenziale perinatale territoriale e ospedaliera". Nessun riferimento al fatto che la Commissione non fosse più in essere.

Sempre il 7 febbraio – molto importante – nella stessa mattinata, l'assessore Venturi e il presidente Bonaccini hanno incontrato, giustamente, il comitato e alcuni sindaci di rappresentanza, in quanto aperti al dialogo e alla discussione, rassicurando loro sul fatto che la Commissione era a lavoro, che il tema non era ancora, giustamente, chiuso (nemmeno adesso lo è, ovviamente), ma non si erano mai espressi sul fatto che il 17 gennaio era già stato rilasciato un parere di questa Commissione, né tantomeno che il 20 gennaio la Commissione si fosse sciolta. La sera, sempre del 7 febbraio, sul TG regionale l'assessore Venturi, in una sua intervista personale, quindi con tanto di video, disse queste esatte parole: "Nelle prossime settimane valuteremo le conclusioni della Commissione nascita, ne valuteremo l'impatto. Nel frattempo, sta lavorando e stiamo lavorando con le aziende sanitarie e anche con le Conferenze dei sindaci". Anche qui, nessuna parola sul fatto che la Commissione non ci fosse più.

Il 24 marzo 2017, a seguito di un mio comunicato in cui rendevo noto quello che avevo ricevuto dall'assessorato stesso, quindi dalla dirigente Petropulacos, avallato, ovviamente, dall'assessore Venturi, come tutte le risposte di accesso agli atti, Venturi replicava in questo modo su un comunicato stampa, mentendo: "La Commissione consultiva tecnico-scientifica sul percorso nascita, che è stata rinnovata, a differenza di quanto sostiene Delmonte, non ha affatto terminato il percorso valutativo, così come altrettanto dovrà fare la Giunta".

 

(interruzioni dell'assessore Venturi)

 

Io mi assumo ogni responsabilità delle parole che dico in questa sede. Okay?

"Pertanto, quando la politica avrà terminato le proprie valutazioni, ne daremo ampiamente notizia, come è costume di questa Regione, nel pieno rispetto della trasparenza e dell'informazione corretta nei confronti dei cittadini". Evidenzio la frase "che è stata rinnovata, a differenza di quanto sostiene Delmonte". 24 marzo 2017.

Nella risposta ricevuta nella mattina del 24 marzo 2017, però, la dirigente Petropulacos dichiarava: "La Commissione nascita, nominata con delibera n. 42/2014 e modificata con delibera n. 2957/2015, ha cessato la propria attività a gennaio 2017. È in corso di approvazione la delibera di nomina della Commissione percorso nascita 2017-2019". In effetti, poi, nella seduta di Giunta del 27 marzo, cui il presidente Bonaccini era assente per impegni lavorativi, immagino...

 

(interruzioni)

 

Con successiva delibera n. 361/2017 del 27 marzo 2017, quindi tre giorni dopo che l'assessore aveva dichiarato che la Commissione era già stata rinnovata, la Giunta rinnova la Commissione, smentendo, quindi, le parole dell'assessore e confermando che nel periodo tra il 20 gennaio 2017 e il 27 marzo 2017 (data di approvazione di questa delibera) la Commissione percorso nascita regionale non era assolutamente in essere, tant'è che non vi era alcun verbale di seduta. La Commissione non esisteva e, ovviamente, non poteva riunirsi dopo il 17 gennaio.

Concludendo, le dichiarazioni dell'assessore Venturi rilasciate nella seduta del 7 febbraio scorso sono, a nostro parere, mendaci, quindi gravemente irrispettose delle richieste fatte dai consiglieri regionali durante i question time e delle istanze provenienti dai cittadini e dalle Amministrazioni interessate, in quanto al 7 febbraio erano già 18 giorni che la Commissione aveva esaurito il proprio lavoro ed erano 31 giorni che aveva già espresso il proprio parere per la chiusura dei suddetti punti nascita.

Quello che voglio evidenziare, ed è quello l'unico motivo – ci tengo a precisarlo – per cui ho presentato la mozione di censura, è che, quando si fa un question time, quando si fa una richiesta di accesso agli atti, quando un assessore, così come un consigliere semplice, fa delle dichiarazioni, deve farle, uno, sulla base di quello che sa e, due, sulla base di quella che, secondo me, è la verità. Se un assessore si assume la responsabilità – come è giusto che faccia – di fare delle dichiarazioni in cui va a smentire un consigliere regionale in una sua dichiarazione, deve essere sicuro, quando lo va a smentire, di essere supportato dagli atti. Questo è ciò che credo stia nel ruolo di un assessore, così come di una qualunque persona nella propria attività, sia politica che lavorativa.

Detto questo, credo che l'Assemblea con il voto di oggi possa semplicemente dare un segnale non all'assessore Venturi, non al presidente Bonaccini, ma un segnale di serietà in merito all'impossibilità di tollerare una menzogna detta in riferimento ad atti protocollati, a fatti scritti in una delibera, a date ben precise, quindi all'impossibilità di tollerare che l'immagine dell'Assemblea venga rovinata da una menzogna.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Delmonte.

Interviene l'assessore Sergio Venturi. Prego.

 

VENTURIassessore: Grazie, presidente.

Mi dispiace che su un tema come la salute si debba arrivare a raccogliere una serie di questioni che riguardano il rispetto delle persone e il tema delle menzogne. Questo non lo posso accettare, caro consigliere Delmonte.

La Commissione salute lavora ininterrottamente dal 1998. Non si è mai sciolta. Non si è mai sciolta. Sono vent'anni che la Commissione salute è, per la Giunta, un punto di riferimento e un supporto. Lei sa benissimo che, quando la Commissione salute consegna un documento di mandato, non è che non c'è più: c'è ancora fino al momento in cui non viene rinominata una nuova Commissione o non viene integrata, esattamente come è successo – e come succederà ancora nel tempo – quando il mandato triennale arriva a termine.

Le rispondo anche sulla relazione. Che interesse avrebbe avuto l'assessore Venturi a raccontare che la Commissione aveva finito le attività, quando lo stesso assessore Venturi quella mattina era a Reggio Emilia per parlare con i Comuni della Comunità montana, con i Comuni del distretto di Castelnovo ne' Monti e raccontare un progetto di sviluppo dell'ospedale insieme al presidente della Conferenza territoriale, al direttore generale Nicolini e alla direttrice dell'azienda territoriale? Quale sarebbe stato il mio interesse nel mentirle e nel tenere nascosto un documento definitivo della Commissione, che mi avrebbe potuto e avrebbe potuto mettere una pietra sopra a tutto quello che voi dite che volete sostenere, cioè l'apertura dei punti nascita? Questa è la prima cosa che le chiedo, per l'autogol che avete fatto. Nel senso che, se c'è un assessore che gira per i territori e cerca di spiegare quello che potrebbe accadere... Perché la Commissione nascita non ha finito il suo lavoro, tant'è che si è riunita proprio ieri pomeriggio per esaminare un documento che il sindaco Bini e i suoi colleghi del distretto ci avevano fatto pervenire prima ancora di quel venerdì, così come si riunirà per esaminare i documenti che arriveranno dal sindaco di Borgo Val di Taro e del suo distretto, così come ha avuto ieri la relazione, che io avevo chiesto in data 16 febbraio alla direttrice che lei ha citato prima, nella quale chiedevo – sono tutte cose che ci sono; basta chiederle e lei le avrà – alcune integrazioni e alcune valutazioni su quel documento di mandato della Commissione, che è un documento di mandato, ma non chiude il percorso, per il semplice motivo che quel percorso è ancora in essere ed è in essere con le comunità che voi chiedete di consultare.

Non è una finta, come hanno fatto i suoi colleghi del Veneto, che hanno chiesto una deroga all'apertura di alcuni punti nascita, sapete garantendo quante ore al giorno di pediatra? 3 ore al giorno di pediatra. Vede, nel punto nascita che lei cita di ore di pediatra noi ne garantiamo già 12 oggi. Con quelle 3 ore di pediatra, sapete cosa succede nei punti nascita del Veneto? Succede che un bambino nasce a mezzogiorno e il pediatra lo vede il mattino dopo alle 8. Questa è una garanzia di sicurezza, secondo voi?

Noi stiamo lavorando con un unico principio, che è quello di garantire sicurezza non per la cura di una malattia, ma per uno degli eventi che, purtroppo, accade sempre meno spesso nella vita di una coppia, ossia la nascita di un figlio, che non vogliamo trasformare in una tragedia. Vogliamo che si mantenga una grande gioia nella vita di una famiglia. La nostra unica preoccupazione è quella di rappresentare quelle tutele, quelle garanzie indipendentemente dal luogo in cui nasce un bambino. Questa è la preoccupazione che abbiamo.

Il fatto che quel documento non fosse definitivo è testimoniato dal fatto che quel documento è un testimone che è andato alla nuova Commissione, la quale sta già facendo delle osservazioni. Quindi, i lavori della Commissione nascita non finiscono mai, non sono finiti il giorno che lei ha citato e non finiranno fra tre anni. La Commissione nascita esiste sulla base di una legge regionale, ben prima della Commissione nascita nazionale. Ce l'abbiamo da vent'anni in questa Regione, quindi siamo noi che dobbiamo insegnare come interpretare. La Commissione nascita non esiste solo per i punti nascita. La Commissione nascita è la protagonista di una serie di importanti questioni che noi abbiamo regimato in questa Regione in questi vent'anni. Tutto il tema dell'attività dei consultori, tutta la medicina di iniziativa, il fatto di seguire la gravidanza (prima il parto e poi il puerperio). Altro che solo punti nascita! Altro che temi che riguardano tre ospedali! Qui stiamo ragionando della salute delle madri e dei bambini che nascono, e questi non si interrompono mai per il semplice motivo che la sicurezza non si interrompe mai. La sicurezza è una cosa che viene prima di ogni altra. Non è che sulla sicurezza del lavoro la politica abbassa gli standard perché, siccome ci sono molti incidenti, allora non siamo più in grado di garantire. I temi della sicurezza della nascita sono il must che noi interpretiamo e che dobbiamo garantire.

Precisato questo punto, segnalo una cosa, visto che ragioniamo in termini di date. Per procedere al rinnovo di una Commissione è necessaria un'attività istruttoria, per la quale il consigliere Delmonte mi fa sembrare quasi Superman. Io in due giorni, dal sabato al lunedì (perché il lunedì è andata in Giunta la delibera), avrei dovuto acquisire la disponibilità del nuovo presidente e di altri 14 componenti rinnovati di quella Commissione. Le pare possibile? Magari fossi in grado di fare questo! La verità è che noi abbiamo acquisito il 22 febbraio la disponibilità del nuovo presidente (che è quello di prima) e poi abbiamo proceduto ad acquisire la disponibilità di diverse nuove figure che fanno parte della Commissione. Quindi, quando io dicevo che la Commissione era stata rinnovata, era nei fatti che era stata rinnovata. Lei si attacca al fatto che il lunedì è andata in Giunta. Certo. In Giunta va alla fine di un percorso che sancisce i nomi e i cognomi delle persone che ne fanno parte e che avevano dato la disponibilità nelle settimane successive.

Il fatto che questo documento di mandato sia rimasto chiuso (non è il documento definitivo, evidentemente, visto che siamo qui a parlarne oggi e che ne parleremo nelle prossime settimane) è molto chiaro. Io mi sono preso una responsabilità fortissima tenendo quel documento di mandato, un documento che, sostanzialmente, come lei ha già spiegato, sostiene le ragioni per le quali quei tre punti nascita devono essere chiusi. Io non sono affatto sicuro che la Commissione nascita, quella rinnovata, dirà che, invece, devono essere tenuti aperti. Quello che abbiamo detto in questi giorni e che abbiamo ribadito anche ieri in quest'Assemblea è che, a prescindere dall'opinione tecnica della Commissione nascita, noi abbiamo degli standard all'interno di quei tre ospedali che ci suggeriscono, comunque, di chiedere alla Commissione nascita regionale di derogare rispetto agli standard previsti dalla stessa Commissione nascita, dal decreto del Ministero della salute, che non sono gli standard della Regione Veneto, di 3 ore di pediatra, ma sono standard che rappresentano qualcosa che non abbiamo neanche in altri ospedali e che dovremmo adeguare già in tali ospedali, proprio per garantire la sicurezza.

Tutto questo è il frutto del confronto che stiamo avendo in queste settimane con le comunità e con le istituzioni. Già ieri la Commissione ha esaminato il documento del sindaco Bini e di altri e esaminerà anche i documenti che riguardano altri punti. Certo, in questa Regione altri hanno fatto scelte differenti, che io apprezzo. Per esempio, la Conferenza di Ferrara ha deciso autonomamente di chiudere il punto nascita del Delta, chiuso già da un paio di mesi. Non è accaduto assolutamente nulla. L'ospedale del Delta ospiterà funzioni di rilievo regionale, come la procreazione medicalmente assistita. Ogni territorio fa le proprie scelte. La Conferenza di Modena sta facendo il suo percorso. Sta di fatto che noi abbiamo presentato, per quei tre ospedali di montagna, tre progetti di grande sviluppo: 9 milioni di investimento, decine di persone in più che vanno a lavorare, 1.500 interventi chirurgici in più all'anno in quei luoghi, portando in quei luoghi persone provenienti dai capoluoghi. Questo vuol dire garantire il futuro sviluppo dei piccoli ospedali: fare le cose che in sicurezza si possono fare e favorire un bacino di utenza che non può essere quello del distretto di 50.000 abitanti, sennò sarebbero, evidentemente, ospedali destinati a morire.

Noi ci muoviamo in quella logica lì, la logica che ci porta a fare l'intervento di elisoccorso H24 (una delle prime regioni in Italia), che partirà entro la fine del mese di maggio. È questa la logica che ci muove ed è per questo che ci sono tante Regioni che guardano cosa fa l'Emilia-Romagna. Molte Regioni guardano cosa facciamo. In genere, quello che facciamo noi qualche altra Regione lo fa dopo qualche anno. Se lo fa. Altrimenti, non è neanche capace di farlo. Questo è quello che sostengo e che non mi stanco di sostenere.

Il tema è: più investimenti e più sicurezza. Queste sono le due parole d'ordine sulle quali nessuno mi può smentire. È evidente che ci si deve porre un tema quando in 5 anni di attività ci sono dei punti nascita che calano il 40 per cento dei parti (addirittura qualcuno cala il 60 per cento dei parti), punti nascita in cui oltre la metà delle donne che potrebbero partorire lì, perché vivono lì, vanno a partorire in altri luoghi. Ce lo dobbiamo porre un problema o no? Perché accade ce lo dobbiamo chiedere o no? Ci dobbiamo porre un tema più grande? Su questo vorrei che l'Assemblea fosse attenta, così come la Giunta. Ci dobbiamo porre il problema che, da quarant'anni, il numero dei nuovi nati si è ridotto a un terzo? E che, se anche le donne avessero oggi il doppio della fertilità che presentavano quarant'anni fa, noi non riusciremmo ad invertire la rotta che abbiamo, purtroppo, intrapreso? Nei prossimi vent'anni c'è il rischio che questa regione cali 1 milione di abitanti. Ce lo vogliamo porre questo problema? Noi ce lo stiamo ponendo. Politiche nuove per la famiglia, politiche incentivanti, come è successo in Francia e in diversi Paesi d'Europa, dove davvero si fanno politiche nazionali e regionali che cercano di conciliare il lavoro con la maternità. Il nostro problema principalmente è questo. I 500 parti rappresentano una soglia e, come tutte le soglie, se ne può discutere. La si può mettere a 300, la si può mettere a 200. Faccio fatica a pensare che la si possa mettere a 100 o a 50. In ogni caso, si può discutere sui numeri. Se non ci poniamo questi temi, ci dovremo porre – rapidamente, purtroppo – temi che riguardano altre città, perché le nascite calano ubiquitariamente, molto di più dove se ne fanno meno. Questo è un dato di fatto. Al Delta, dal 2011 al 2016, i nati sono calati del 60 per cento. È un tema robusto di cui discutere? Io credo di sì.

Capisco il valore simbolico della nascita in un luogo e lo difenderemo fino a quando potremo, tant'è che noi trasmetteremo al Ministero questa richiesta, il Ministero la trasmetterà alla Commissione nascita nazionale e, poi, prenderà – sempre il Ministero – la sua decisione. Se potremo garantire quelle condizioni di sicurezza, il problema non si porrà. Se ci diranno che le condizioni che riusciamo a garantire sono sufficienti, il problema non si porrà. Se, invece, non ci saranno quelle condizioni e non si riterrà possibile tutto questo, dovremo prenderne atto. Questa è la politica nella sua accezione più alta.

Ci dobbiamo preoccupare, a prescindere da come andrà a finire, di garantire a quei territori uno sviluppo. Noi vogliamo che, soprattutto in montagna, le persone si fermino. Ne abbiamo bisogno. Presumo che il presidente dopo dirà tutte le politiche di sostegno alla montagna, che non si riducono a quelle rappresentate dalla sanità. Sappiamo bene che in molti territori – e ho finito –gli ospedali sono le industrie più grandi lì presenti. Noi facciamo di tutto per potenziarli e per garantire un aumento dell'occupazione. Portare occupazione qualificata in quei territori vuol dire rappresentare e garantire un futuro di sviluppo. Non è la manodopera. Noi porteremo negli ospedali medici e infermieri. Non cambierà nulla. Anche se non si partorirà più, il dopo rimarrà uguale. Rimarranno i ginecologi e le ostetriche. Non agiamo per risparmiare. Agiamo per rappresentare standard di sicurezza. Se riusciremo a mantenere quelli che abbiamo, quei tre punti nascita, naturalmente, avranno la possibilità di sopravvivere, in base alle conclusioni che si trarranno a livello nazionale.

Noi stiamo facendo di tutto, rappresentando alla Commissione nascita tutti i dubbi che arrivano dai territori, tutti i dubbi dei clinici, tutti i dubbi anche di alcune donne che si rivolgono a noi. Dobbiamo, nella chiarezza, dire alle persone presenti in quei territori se abbiamo o meno la sicurezza per andare avanti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Venturi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sassi. Ne ha facoltà.

 

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TommasoFoti
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