Regione (Archivio)

Pdl: Modifiche alle Leggi regionali 30 luglio 2013, n. 15, ad oggetto: 'Semplificazione della disciplina edilizia'

Data: 20/06/2017
Numero: 139
Soggetto: Assemblea

OGGETTO 4224

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «Modifiche alle Leggi regionali 30 luglio 2013, n. 15, ad oggetto: "Semplificazione della disciplina edilizia" e 21 ottobre 2004, n. 23, ad oggetto: "Vigilanza e controllo dell'attività edilizia ed applicazione della normativa statale di cui all'articolo 32 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modifiche dalla Legge 24 novembre 2003, n. 326"» (64)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo ora con l'oggetto 4224: Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «Modifiche alle Leggi regionali 30 luglio 2013, n. 15, ad oggetto: "Semplificazione della disciplina edilizia" e 21 ottobre 2004, n. 23, ad oggetto: "Vigilanza e controllo dell'attività edilizia ed applicazione della normativa statale di cui all'articolo 32 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modifiche dalla Legge 24 novembre 2003, n. 326"».

Il testo n. 2/2017 è stato licenziato dalla Commissione Territorio Ambiente Mobilità nella seduta dell'8 giugno 2017 con il seguente titolo: "Modifiche alla legge regionale 30 luglio 2013, n. 15 (Semplificazione della disciplina edilizia) e alla legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23 (Vigilanza e controllo dell'attività edilizia ed applicazione della normativa statale di cui all'articolo 32 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modifiche dalla legge 24 novembre 2003, n. 326)".

Il progetto di legge è composto da 39 articoli e da scheda tecnico-finanziaria.

Il relatore della Commissione, consigliere Giorgio Pruccoli, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Massimiliano Pompignoli, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Su tale oggetto insistono, al momento, quattordici proposte di emendamento: cinque a firma del consigliere Foti; due a firma dei consiglieri Bignami e Aimi; una a firma del consigliere Pruccoli; due a firma dei consiglieri Prodi e Alleva; quattro a firma dei consiglieri Prodi, Taruffi, Torri e Alleva.

Ora la parola al relatore della Commissione, consigliere Giorgio Pruccoli, che ha a disposizione venti minuti. Prego.

 

PRUCCOLIrelatore della Commissione: Grazie, presidente.

Questo progetto di legge arriva in aula a quattro anni più o meno esatti dalla legge n. 15/2013, che già si poneva il tema della semplificazione in termini di edilizia soprattutto a livello procedurale. Ebbene, con questo progetto di legge si procede in questa direzione, anche se questa è la parte che è stata estrapolata dal progetto di legge più ampio, quello relativo all'uso del territorio e, quindi, alla disciplina urbanistica in senso più generale, che invece arriverà più avanti e sarà oggetto di discussione in Commissione nei prossimi mesi. In questo testo, dunque, rientra tutto il pacchetto normativo di adeguamento rispetto alla normativa nazionale, che si è preferito mettere su una corsia più accelerata. Anche perché va detto che c'è un settore in crisi. Qui non stiamo parlando di un qualcosa che attiene al settore immobiliare e, quindi, all'immobiliarismo, ma stiamo parlando del settore edile, della parte artigiana dell'edilizia, che è un settore in crisi, che è un settore economico comunque importante che è in difficoltà e che appunto non va confuso con il resto, con tutta la parte che è più a rischio speculativo a danno del territorio, di cui non ci occupiamo oggi, ma ce ne occuperemo in futuro con l'oggetto 4223, che parla appunto di pianificazione. Quindi, rivitalizzare gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, semplificando, pur senza perdere il timone dell'Amministrazione pubblica, in questa fase storica è un elemento necessario e contingente.

Il lavoro è stato portato avanti da parte della nostra Regione in Conferenza Stato-Regioni e ha visto l'Emilia-Romagna protagonista. La legge n. 15 è stata spesso mutuata e utilizzata come riferimento all'interno di quel tavolo di lavoro, così come anche il testo finale e soprattutto il pacchetto di emendamenti recentemente approvato in Commissione fanno parte di un'elaborazione più o meno condivisa, ma comunque largamente esaminata assieme al tavolo di coordinamento, che oltre alla Regione vedeva protagoniste le Amministrazioni locali e gli ordini professionali.

Dall'aggiornamento della disciplina, della regolamentazione e della legislazione nazionale deriva la necessità dell'adeguamento e del recepimento della legge che ci accingiamo ad approvare noi, oggi, in armonizzazione appunto con il quadro nazionale stesso.

Tra gli elementi caratterizzanti che vado a richiamare per sommi capi – poi ci sarà modo, magari durante la discussione dell'articolato, di entrare più nel merito – c'è il rafforzamento dello sportello unico per l'edilizia che diventa l'interlocutore unico del cittadino, e quindi evidentemente anche degli ordini professionali che il cittadino va ad incaricare, e che assume in maniera definitiva i compiti di controllo, con tempi e quantità certi, definiti dalla legge.

Sta in capo allo sportello unico per l'edilizia anche l'acquisizione della comunicazione antimafia, che sarà uno dei pilastri della prossima legge urbanistica; anche questa già ampiamente presentata sia sui territori, che all'interno della III Commissione competente.

Sarà possibile anche, per quello che riguarda i compiti di controllo, per gli sportelli unici, avvalersi – questa è una delle cose che abbiamo inserito all'interno degli emendamenti e recentemente in Commissione – di apporti di professionisti esterni che provengano da fuori Comune e non dai Comuni contermini.

Un'altra delle cose importanti è che stiamo parlando di una modulistica ridotta e unificata rispetto al passato; questo a semplificare molto. È chiaro che lo schema resta molto simile, molto vicino a quello già impostato dalla legge n. 15, però il numero dei moduli complessivamente si riduce e viene unificato.

Per la prima volta si parla di un Regolamento edilizio tipo, che andrà a contenere l'indice obbligatorio delle norme regolamentari comunali, per facilitarne la consultazione, e al suo interno ci saranno le definizioni e i requisiti tecnici uniformi in tutti i Comuni della Regione.

Arriviamo alle definizioni uniformi, mentre sappiamo bene che – ahinoi – sia il cittadino, che i professionisti, erano obbligati a muoversi tra superficie utile, superficie calpestabile, superficie residenziale, non residenziale, accessoria eccetera eccetera. Per la prima volta, andiamo a definire i termini e parleremo tutti la stessa lingua all'interno della medesima Regione.

Un altro punto qualificante della legge è quello dell'agibilità mediante SCIA, quindi non è più un provvedimento comunale che porta i fabbricati in agibilità, ma con una semplificazione della disciplina, dell'agibilità stessa, gli edifici saranno sottoposti, per effetto di una nuova legge, ad una mera segnalazione dell'interessato, il quale evidentemente, con tutta una serie di autodichiarazioni, deve far quadrare la modulistica della SCIA predisposta.

Ovviamente questo va nella direzione di accelerare, agevolare e stare al passo con i tempi da parte della pubblica amministrazione, la gestione informatica delle pratiche edilizie sulla piattaforma Sider. È una piattaforma unica e digitale che servirà per la presentazione in forma telematica delle pratiche edilizie e per la gestione di tutti gli atti conseguenti e relativi.

Questa legge porta anche ad una riduzione dei costi, perché contiene al proprio interno un ampliamento dell'esonero dal costo di costruzione di alcune categorie di lavoro, che precedentemente invece vi erano assoggettate.

Ci sono maggiori facilitazioni per allineare lo stato di fatto, qualora questo presenti lievi difformità rispetto allo stato legittimato. Questo è uno dei nodi che abbiamo affrontato anche approvando una mia risoluzione in Commissione, che ha limitato molto, purtroppo, l'accesso di tanti privati per piccole cose, anche a livello spesso inconsapevole da parte del proprietario, per piccoli disallineamenti che facevano parte di un modus operandi e che hanno limitato spesso anche il pieno esplicarsi delle cose buone che contengono le leggi sulle agevolazioni fiscali, sul bonus fiscale del 50 per cento e del 65 per cento.

Andando nella direzione, con la legge successiva nostra, ma anche con il decreto Casa Italia, di provare a lanciare una campagna di adeguamento e di miglioramento sismico sui fabbricati esistenti, va da sé che non possiamo pensare e rischiare che queste cose vengano inficiate da piccolissime questioni che invece diventano grandi per il cittadino, che non fanno decollare, non fanno partire lavori, che invece sarebbero importanti, e che spesso, col senno di poi, potevano anche evitare dei problemi e dei disastri sul territorio.

C'è un rilancio complessivo della Conferenza dei servizi, che è uno strumento al quale siamo già abituati all'interno della nostra Regione, ma che viene visto anche come momento di confronto preventivo tra la parte istante e la pubblica amministrazione, talché si possa provare in quella dimensione, ancora in quella fase e in quel momento, a verificare quali possono essere i punti di criticità della iniziativa che il privato ha intenzione di proporre alla parte pubblica.

Sono importanti poi – anche questo faceva parte del pacchetto di emendamenti che abbiamo approvato recentemente – le proroghe dei titoli edilizi.

Parlando per esperienza diretta da Sindaco, pur avendo attraversato solo alcuni anni della crisi più buia e più nera che ha interessato le nostre famiglie e i nostri concittadini, posso dire che iniziative partite con un certo tipo di favore economico, che riguardavano quel nucleo familiare, nel tempo sono andate ad inciampare in difficoltà sopraggiunte, che si andavano ulteriormente a sommare a difficoltà erano già notevoli, con la necessita di dover gestire o contingentare i tempi e senza la facoltà di prorogare i termini per l'esecuzione o per l'avvio dei lavori stessi.

Credo che questo sia un pacchetto di norme che riguardano una disciplina molto molto tecnica, neanche semplicissima da raccontare, soprattutto per chi non ha mai sfiorato la tematica, però spero di essere riuscito a dare l'idea che c'è una volontà di andare nella direzione di sciogliere un po' una diffidenza che spesso ha connotato la pubblica amministrazione, soprattutto dal punto di vista dei permessi da rilasciare nei confronti della cittadinanza e dei liberi professionisti, degli ordini professionali che invece hanno partecipato, insieme a questa Regione, alla elaborazione sia della legge che della parte modulistica.

Pensiamo dunque che sia stato svolto un buon lavoro di raccordo e va dato atto che l'Assessorato su questo ha iniziato e completato un percorso davvero lungo, di ampia condivisione e di ampia concertazione, ovviamente per quanto più possibile questo fosse.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pruccoli.

Do la parola al relatore di minoranza, consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLIrelatore di minoranza: Grazie, presidente.

Passiamo all'esame di questo testo. È un progetto di legge molto complicato che riguarda un settore in crisi. Oggi è il giorno dei progetti di legge per i settori in crisi: l'edilizia è un settore in crisi, l'editoria è un settore in crisi. Si mette mano ai settori in crisi, anche se qui si dice che fondamentalmente tutto va bene, ma in realtà forse così non è.

A prescindere da queste considerazioni, il testo che andiamo ad affrontare, come diceva il consigliere Pruccoli, è molto tecnico. È un testo che ha avuto una gestazione di diversi mesi, come si diceva. È stato portato all'attenzione di tutti gli ordini professionali, di tutti gli stakeholders che sono intervenuti in applicazione in questa normativa, presupponendo e proponendo delle osservazioni e degli emendamenti. È stato un testo, come dicevo, con una gestazione enorme e con un passaggio in Commissione, udienze conoscitive e una votazione dell'articolato abbastanza breve.

Si diceva che si è scelto di staccare i due procedimenti relativi all'edilizia da una parte e all'urbanistica dall'altra, anche perché il testo fondamentalmente va ad applicare quelle che sono le modifiche nazionali alla normativa e quindi la legge n. 15 del 2013; diverso ragionamento sarà sicuramente quello per il testo sull'urbanistica che ha interventi più prettamente politici che tecnici e che affronteremo dopo l'estate.

Come dicevo, sul testo di edilizia ci sono state poche osservazioni, poche riflessioni da parte di tutti i soggetti interessati. È sicuramente un testo che risente delle modifiche nazionali, successive alla legge del 2013. In particolare ci sono stati interventi normativi statali, che vanno dalla legge n. 164 del 2014 che ha ridefinito la consistenza della ristrutturazione edilizia, dell'attività libero edilizia e i relativi procedimenti amministrativi.

Si passa poi al decreto legislativo del 2016, che delegava in materia di assegnazioni e certificazione di inizio attività, cioè della SCIA, dalla legge Madia, alla Conferenza Stato-Regioni, come il consigliere Pruccoli diceva.

Questi interventi, successivi alla emanazione della legge regionale n. 15 del 2013, hanno fatto sì che allo stato attuale si doveva porre rimedio alle norme che erano inserite appunto in questa normativa regionale di recepimento delle norme statali.

Il testo è costituito appunto da 39 articoli. Non li vado ad elencare, perché avremo modo, in sede di votazione dell'articolato, di entrare più nel merito del progetto di legge. Chiaro è che, essendo, come si diceva inizialmente, un progetto di legge molto tecnico, si andranno a evidenziare nello specifico le problematiche inserite al suo interno.

Su questo progetto di legge rilevo due osservazioni degne di nota. In particolar modo, si vuole –  già la legge n. 15 del 2013 lo faceva, in un certo senso –  uniformare la modulistica degli operatori del settore, che si andrà a presentare negli uffici comunali e amministrativi, e semplificare il procedimento amministrativo.

Quello che è emerso durante l'audizione, in particolar modo attraverso i colloqui che vengono fatti con i tecnici, più che altro operatori del settore, come architetti, ingegneri, piuttosto che geometri, è la differente interpretazione delle norme a seconda del Comune in cui uno risiede. Questo è un problema atavico. È normale che purtroppo, in un sistema italiano che si basa sulla interpretazione e non sull'applicazione delle norme, ogni Comune interpreta e applica le norme a seconda del proprio piacimento.

Questa legge dovrebbe teoricamente andare a semplificare il procedimento amministrativo, la modulistica di presentazione delle domande e dei permessi di costruire, piuttosto che delle SCIA, delle CILA, eccetera. Chiaro è che oggi non siamo in grado di capire se questa legge andrà effettivamente a dare un quadro uniforme a livello regionale.

Non si vuole che ad esempio a Piacenza io possa presentare un determinato permesso di costruire e il Comune o l'ente a cui lo presento mi risponde in un determinato modo, e a Rimini invece in un altro. Si dovrebbe arrivare ad una univoca interpretazione, per evitare quella discrezionalità che molto spesso gli uffici tecnici, abilitati a ricevere queste domande, hanno nella gestione delle pratiche edilizie.

Su questo ovviamente occorre porre notevole attenzione e far sì che tutti i procedimenti amministrativi che vengono posti in essere siano uguali per tutti, a prescindere dai Comuni e non a seconda di chi li presenta. Questo aspetto deve sicuramente essere attenzionato. È stato sottoposto anche ai relatori e al sottoscritto, per cui è evidente che questa legge avrà un periodo di applicazione, rispetto al quale capiremo e vedremo se effettivamente arriveremo ad una uniformazione sia di modulistica, che di interpretazione degli uffici tecnici, da Piacenza a Rimini uguale per tutti.

L'altro aspetto degno di rilievo di questa legge è sicuramente l'applicazione dell'articolo 38, cioè della "sanatoria", consentitemi il termine, di quelle che possono essere le piccole difformità. Parliamo di una sanatoria che da un certo punto di vista è sicuramente giusta e necessaria, volta cioè a cercare di uniformare e sanare quei vizi tra lo stato di fatto e lo stato di diritto.

Molto spesso ci troviamo nella condizione di avere edifici di vecchia data che hanno una piantina catastale difforme dallo stato reale del luogo ed evidentemente è necessario porre un rimedio e un'attenzione proprio su questo aspetto.

Chiaro è che, così come formulato l'articolo con il quale si cerca di porre rimedio a questa situazione, lascia a mio avviso la discrezionalità di cui si diceva prima di applicazione di questa norma, anche perché qui parliamo di irregolarità di modesta entità – è stato introdotto il parametro del 2 per cento – con delle esemplificative che a mio avviso non sono esaustive, e lo dice la stessa legge. Le tolleranze possono essere ricondotte in via esemplificativa, non esaustiva, e vengono indicati cinque punti di riferimento: il minor dimensionamento dell'edificio, la mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali, eccetera, eccetera, eccetera.

Ovviamente è molto generico. Da qui si evidenzia che l'applicazione di questo articolo e di questa norma possa lasciare, in capo a chi poi deve andare a controllare, quindi gli uffici tecnici e gli uffici comunali, una discrezionalità enorme nell'applicazione di questa norma e su come esattamente andare ad applicare questa norma nel minore o maggiore dimensionamento, questo non è ad esempio specificato; negli elementi architettonici non strutturali, la mancata realizzazione. Ma se li realizzo, invece cosa succede?

Insomma, ci sono tanti elementi che non vengono specificati. Occorreva a mio avviso dare una maggiore specificazione di queste cose, per evitare che chi possa commettere degli abusi non sia effettivamente un soggetto che di queste sanatorie ne faccia una questione più che altro a titolo personale.

Quindi, la discrezionalità deve essere eliminata nell'interpretazione delle norme. Occorre uniformità da parte degli uffici tecnici nel dare i parametri a chi presenta le domande e una modulistica uniforme. Quando si presentavano delle pratiche edilizie si doveva produrre una serie di documenti infinita; oggi la documentazione, la modulistica è molto più semplificata e speriamo che si riesca ad accelerare e a semplificare, dal punto di vista burocratico, le domande che verranno presentate.

Questa è in sostanza la legge che, come si diceva, è molto tecnica, in applicazione a norme nazionali, per cui chiaramente i due punti salienti che ho indicato prima devono porre all'attenzione del legislatore quelli che sono effettivamente i bisogni e le necessità del settore edile e di chi vi opera, che deve essere assolutamente rilanciato per creare la possibilità di far riprendere questo benedetto settore in crisi da innumerevoli anni ormai, a partire appunto dal 2008 e ancora fino a oggi non si sa se effettivamente si vedrà la luce in fondo al tunnel.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

Discussione generale.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

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