Regione (Archivio)

Risoluzione: svolgere il ruolo di coordinamento sulla sicurezza e sostenere concretamente i Comuni

Data: 01/03/2017
Numero: 123
Soggetto: Assemblea

OGGETTO 4207

Risoluzione per impegnare la Giunta a svolgere il ruolo di coordinamento sulla sicurezza con la partecipazione dei propri rappresentanti alle iniziative locali, ad aiutare i Comuni che faticano a mantenere standard di servizio, a stimolare le amministrazioni locali verso una maggiore progettualità in materia di sicurezza anche attraverso supporto finanziario e tecnico, nonché ad ampliare le funzioni dell'Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine e ad intervenire per risolvere la carenza di personale delle Procure territoriali. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Discussione e ritiro)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla discussione della risoluzione oggetto 3932, a firma del consigliere Bargi, a cui sono state abbinate la risoluzione oggetto 4148, a firma dei consiglieri Rontini, Cardinali, Calvano, Zoffoli, Marchetti Francesca, Paruolo, Molinari, Tarasconi, Poli, Bessi e Pruccoli, e la risoluzione oggetto n. 4207, a firma della consigliera Gibertoni.

Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Grazie, presidente. Questa risoluzione è nata per portare all'attenzione dell'Aula alcuni problemi. È nata intanto successivamente alla bocciatura, avvenuta qualche seduta fa, di un'altra risoluzione del Gruppo Lega che chiedeva di impegnare la nostra amministrazione regionale a farsi parte attiva presso il Governo per richiedere l'intervento dell'esercito in supporto delle forze dell'ordine.

Tale risoluzione chiedeva un intervento spot, non un piano di medio-lungo periodo, perché è ovvio che l'intervento dell'esercito serve per tamponare la scarsità di uomini di cui dispongono oggi le forze dell'ordine e per dargli un supporto. È stata però respinta dicendoci che la nostra proposta non risolve il problema, ma è solo un argine che a noi non interessa sostenere. Quindi, abbiamo cercato di formulare una proposta diversa.

Io ne ho approfittato, però, per sollevare una questione relativa alla provincia di Modena che ha visto, negli ultimi anni, un aumento molto forte dei dati sull'insicurezza dei cittadini e su eventi criminosi compiuti ai danni in particolar modo delle categorie più deboli, gli anziani o le attività commerciali e gli esercenti, che sono stati definiti dal questore di Modena furtarelli e rapinette, nel dicembre del 2016, ma che in realtà succedono ormai all'ordine del giorno nella cronaca modenese, a Modena città, ma possiamo vedere tranquillamente questa attività anche nella Bassa. A Mirandola è stata organizzata una fiaccolata di cittadini, proprio per sollevare l'attenzione sul tema della sicurezza, ma anche a Carpi, o a Sassuolo. Inoltre, non è esente nemmeno il territorio della montagna, dove sono tendenzialmente più rari questi fenomeni.

Nell'annuale classifica che il Sole 24 Ore redige sui livelli di percezione, in questo caso specifico che porto alla vostra attenzione, della sicurezza in 110 città italiane, Modena è all'ottantatreesimo posto. Vengono riportati i dati per tutte le varie casistiche, dal furto allo scasso, alle vetrine spaccate, ai furti delle auto e via dicendo e Modena si trova sempre molto vicina alla coda delle città italiane per la qualità della vita e in questo caso particolare dei vari fenomeni legati alla sicurezza.

Le forze dell'ordine sono intervenute, con i loro rappresentanti sindacali, più volte nella nostra provincia lamentando una scarsità di uomini, mezzi e risorse, per poter contrastare in maniera più efficace i fenomeni criminosi che si verificano ormai quotidianamente.

Tra l'altro, c'era la questione della riapertura dei CIE, sulla quale non mi voglio dilungare politicamente parlando, perché meriterebbe una discussione a parte, che dal punto di vista organico potrebbe creare – una delle possibilità era l'apertura del CIR di Modena – su Modena un problema, se gli agenti operativi sul territorio servissero per gestire il CIE.

Peraltro, sarebbe stato uno dei pochi nel nord e quindi avrebbe attratto una serie di soggetti da buona parte dell'area nord dell'Italia e questo voleva dire togliere agenti operativi sul territorio e avere ancora meno risorse a disposizione, ma non si è mai fatta chiarezza su questo aspetto. Si andrebbe dunque a limitare ancor di più un servizio per il quale oggi si chiedono maggiori interventi.

Il problema è che di Modena spesso e volentieri si dice che è una provincia con uno dei PIL pro capite più alti d'Italia, quindi è una provincia in cui si sta bene, in cui la gente tutto sommato vive tranquilla e non ci sono problemi. Come ripeto, il questore dice che si tratta solo di qualche furtarello che non risolviamo con una volante in più. Abbiamo avuto il capo della polizia Gabrielli che, intervenuto a Modena, ha detto che il problema sicurezza non esiste, perché Modena comunque sta bene e ha tutti gli agenti necessari per coprire il tema della sicurezza.

Peccato però che la percezione non sia questa. Lo dimostra il fatto che lo stesso sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, che è stato assessore in questa nostra stessa Assemblea, ha inviato una lettera al ministro Minniti, sul finire dell'anno scorso, sollevando il tema della sicurezza a Modena città e in tutta la provincia – in particolar modo in città, ma è valido per tutto il territorio provinciale – proprio parlando del fenomeno dell'insicurezza e dell'inadeguatezza dei mezzi e dell'organico a disposizione delle forze dell'ordine.

Quindi, di fatto, abbiamo a che fare con una dichiarazione da parte del sindaco e presidente della provincia di Modena che dice che il fenomeno sicurezza sta sfuggendo di mano, che bisognerebbe porre un'attenzione particolare e lo dice al Ministero dell'interno.

Che cosa chiediamo con questa risoluzione? A differenza dell'altra volta, non chiediamo un intervento spot, ma facciamo delle proposte che come vedrete, a parte la prima richiesta che riguarda direttamente la provincia di Modena, hanno valore su tutto il territorio regionale dove ci sono tante altre realtà, perché in generale la Regione Emilia-Romagna non si colloca benissimo sul tema della percezione della sicurezza da parte del cittadino. Sono interventi che possono andare a beneficio di tutta la Regione, a parte il primo, che è il riconoscimento – e chiediamo che l'Aula si pronunci su questo – del problema della sicurezza nella provincia di Modena.

Visto che si tende a glissare con la scusa che si vive bene, vorremmo che però si riconoscesse ufficialmente in questa nostra Assemblea il tema della sicurezza su Modena, la criticità e di conseguenza vorremmo portare il tema all'attenzione anche del Governo; ci rendiamo conto che ovviamente non siamo noi che decidiamo in merito alle forze dell'ordine, ma il Governo.

Chiediamo poi di attivarsi al fine di dare alle forze dell'ordine le adeguate risorse e l'adeguato organico per contrastare al meglio i reati e i fenomeni predatori che si verificano sul territorio modenese.

Chiediamo anche al Governo di attivarsi affinché si possa ritornare a dare in capo ai sindaci, sul modello di quello che era stato il decreto Maroni a suo tempo, la possibilità di muoversi, con i loro stessi atti, sull'ordine pubblico e la sicurezza.

Questo aveva dato uno sprint in più alle nostre Amministrazioni locali, allora. Ci consentì, a noi di Sassuolo, di formare un nucleo di Polizia giudiziaria all'interno della Polizia municipale e di utilizzarla anche per fare indagini in affiancamento alle forze dell'ordine ufficiali, per quanto riguarda il tema della sicurezza e del presidio del territorio, e non solo per dare multe.

Inoltre, ci consentì di intervenire direttamente laddove c'erano situazioni di forte preoccupazione per l'ordine pubblico, con palazzoni fatiscenti abitati da chicchessia, in condizioni igienico sanitarie ridotte praticamente a zero.

Chiediamo anche di fare ulteriori previsioni per la Polizia municipale. Esistono già dei tavoli e degli accordi in questo senso, però sappiamo benissimo che spesso sono messi in discussione.

Peraltro, abbiamo una difficoltà sul nostro territorio nazionale, per cui è sempre ferma lì la proposta, ma nessuno la porta in discussione veramente, di unire i corpi delle forze dell'ordine e fare un solo corpo di Polizia nazionale, con un corpo di Polizia locale. Altrimenti, andiamo a spalmare risorse sull'insieme delle forze dell'ordine, dai Carabinieri, alla Finanza, alla Polizia di Stato, alla municipale e questo vuol dire chiaramente divise diverse, mezzi diversi, la benzina, gli armamenti, le caserme, le questure; il che comporta uno spargimento di risorse su tutta questa pletora di forze dell'ordine, che poi in realtà non va nella direzione di efficientare la destinazione delle risorse verso il servizio di sicurezza pubblica che si dovrebbe garantire.

Quindi, al netto della mancanza della volontà di portare avanti un progetto di questo tipo, ritorniamo su ciò che abbiamo a disposizione, ovvero gli uomini e le donne della Polizia municipale che potrebbero tranquillamente – come ripeto, sono accordi che spesso vengono disattesi – mettersi a fianco delle forze dell'ordine predisposte al presidio del territorio per dare un contributo fattivo, sostenere la loro attività e di conseguenza rendere migliore il servizio che dovremmo erogare.

Queste sono le nostre richieste. Come vedete, non sono interventi spot, ma sono richieste che per noi potrebbero valere nel medio e lungo periodo. Crediamo che siano proposte che la nostra Regione può – abbiamo anche il nostro presidente a capo della Conferenza Stato-Regioni – proporre al nostro Governo. Abbiamo anche, in particolare a Modena, la richiesta del sindaco.

Chiediamo dunque all'Assemblea di pronunciarsi intanto sulla questione di Modena – chiederò anche il voto per parti separate, se si renderà necessario – e sulle nostre proposte al Governo per cercare di prendere una direzione un pochino diversa rispetto all'andamento del fenomeno dell'insicurezza nella nostra Regione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bargi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Boschini.

 

BOSCHINI: Grazie, presidente. Intervengo volentieri su questa risoluzione con cui la Lega Nord provoca la discussione sul tema della sicurezza nella provincia di Modena, per ribadire alcuni concetti che mi stanno molto a cuore.

Il primo è che non penso che il Partito Democratico, e in generale tutte le forze della sinistra di questo Paese, siano in ritardo sulla cultura della sicurezza urbana, anzi. Non prendono lezioni da questo punto di vista perché, negli anni Novanta, quando il dibattito per altri era ancora prevalentemente un dibattito di autonomia e secessione, le forze della sinistra e del centrosinistra italiano erano all'avanguardia, come lo sono a mio avviso ancora oggi, sui temi della sicurezza urbana.

Ricordo una figura che ha lavorato tantissimo in questa Regione, come quella di Giuliano Barbolini, modenese, che è stato anche sindaco della città, e che a tutt'oggi è l'unico italiano ad aver presieduto il Forum europeo della sicurezza. Già negli anni Novanta, quando – lo ribadisco – questi temi non erano patrimonio di altre forze politiche, sollevava in Italia un dibattito molto importante su cosa vuol dire la sicurezza urbana.

La sicurezza non è soltanto naturalmente un problema di forze dell'ordine, ovviamente è anche questo, è anche un problema di politiche integrate. Questa è sempre stata la ricetta che abbiamo proposto, cioè il tema del sostegno sociale nei quartieri più difficili, dell'animazione delle periferie, dell'animazione dei parchi.

Insomma, la sicurezza è il risultato di una serie di interventi, che non hanno nel controllo del territorio o nell'azione di repressione l'unico ingrediente possibile, ma, trovano importanti elementi anche nelle politiche sociali e nelle politiche di animazione; cose che i nostri enti locali sono abituati a fare da molto tempo.

Con tutto questo stiamo negando che esistono problemi? Evidentemente no. In Italia, così come in quasi tutto il mondo, in particolare nell'Occidente industrializzato, le problematiche di convivenza e di sicurezza nei contesti urbani sono in crescita, perché il tessuto sociale si fa più complesso, perché tali fenomeni – non escludo anche quello migratorio, per alcuni aspetti – determinano delle tensioni crescenti e quindi queste problematiche si manifestano in maniera importante.

Tuttavia, alcuni dei presupposti da cui parte questa risoluzione, e anche l'oggetto che poi è stato affiancato dal Movimento 5 Stelle, a mio avviso non sono pienamente condivisibili, cioè questa idea, come mi pare sia stato scritto, che i fenomeni criminosi dilagano sul territorio non è pienamente supportata dai dati.

Guardavo proprio oggi i dati riferiti al 2015, perché sono gli ultimi dati ufficiali di cui disponiamo – immagino che a breve avremo anche quelli di consuntivo 2016 –, secondo cui in Regione Emilia-Romagna si registra un calo dei reati del 2,6 per cento.

In particolare, alcuni dei reati predatori, come i furti e le rapine, calano rispettivamente del 4 e del 7 per cento. Aumentano però, e questo sicuramente ci deve preoccupare, il numero dei reati associativi e dei traffici illeciti.

Questo per dire che tutto sommato la situazione non è così fuori controllo come a leggere questa risoluzione parrebbe di capire, però la tensione è alta e lo è soprattutto nella vita dei cittadini, non solo nella loro percezione. Molto spesso si dice che è una questione di percezione, ma non è così: oggettivamente c'è una sofferenza, che è anche nei dati dei cittadini.

Non dimentichiamo infatti che, anche se i furti calano di qualche punto percentuale, subire un furto in casa o in macchina è evidentemente un fenomeno traumatico, che mina alle basi la fiducia reciproca nella convivenza e quindi credo che questi siano fenomeni da non sottovalutare.

Ribadisco che noi, di sinistra, non li abbiamo mai sottovalutati. Cerchiamo di affrontarli con delle politiche coerenti. Però devo dire che purtroppo questa risoluzione, a mio avviso, non ha questo tipo di impostazione, perché nell'additare un problema non individua la risposta.

Che cosa significa nel dispositivo finale "riconoscere e rafforzare la posizione del sindaco e presidente della provincia di Modena, Gian Carlo Muzzarelli"? Con tutto il bene che possiamo volere al sindaco, non mi sembra che abbia un significato istituzionale preciso, nel senso che nessuno di noi è in grado di attivarsi presso il Ministero perché la posizione del sindaco e del presidente della provincia venga modificata dal punto di vista delle leggi esistenti.

Ha le sue prerogative in quanto sindaco, in quanto presidente della provincia, siede ai tavoli per la sicurezza eccetera, ha le sue prerogative di ordinanza, ma evidentemente non ha senso rafforzare la sua posizione. Non mi pare che abbia nemmeno dal punto di vista istituzionale un senso compiuto.

La richiesta di adeguate risorse di uomini e mezzi è anche questa una richiesta antica del centrosinistra. Ricordo, nella fine degli anni 2000, a Modena, un'importante campagna del PD proprio su questo tema. Allora il Ministro degli Interni si chiamava Maroni e, curiosamente, le forze del centrodestra non supportarono quella nostra richiesta, proprio perché forse il ministro era a loro omogeneo. Non vorrei che adesso facessimo il gioco contrario.

Resta comunque un dato di fatto: Varese è la città con la Questura meglio dotata d'Italia, in rapporto alla popolazione, e non credo sia un caso.

Riguardo al tema dei provvedimenti, perché sia riconosciuta ai sindaci la possibilità d'intervenire con propri atti sui fenomeni criminosi, come richiede la risoluzione della Lega, devo dire che questo decreto è stato presentato pochi giorni fa, il 20 di febbraio, dal ministro Minniti in Consiglio dei ministri. È il decreto che permetterà ai sindaci di fare ordinanze, fra l'altro in materia di sicurezza, anche a prescindere dalla limitazione attuale, che è quella di una materia contingibile e urgente. 

Per esempio, le ordinanze per respingere l'uso dell'alcol in certe zone, o per delimitare la sicurezza in alcuni parchi, oggi sono legate per i sindaci alla condizione di urgenza e di contingibilità, ma domani non lo saranno più; quindi anche questa mi sembra una proposta già ampiamente accolta.

Quanto all'affiancare le forze ministeriali con quelle della PM, nella mia città avviene quotidianamente. C'è un patto per la sicurezza che lo prevede ormai da più di un decennio e quindi non mi pare che questo tema sia risolutivo.

È per questi aspetti, non perché non riconosciamo l'importanza del tema, non perché non ci sta a cuore la sicurezza dei cittadini, che non ci sentiamo in condizione di sostenere questa risoluzione della Lega.

Devo dire però che anche rispetto alla risoluzione del Movimento 5 Stelle, forse costruita in maniera un pochino più attenta, ci sono delle problematiche. Per esempio, si confonde molto spesso l'incremento della percezione con la statistica dell'andamento della delittuosità, che sono due cose evidentemente diverse. Si ribadisce che aumentano le denunce, quando ho appena citato i dati, anche diversificati sul territorio non c'è dubbio, che però ci dicono che mediamente nella nostra Regione non c'è questo riscontro di un aumento dei reati, in particolare predatori, denunciati.

Nel rilevato si dice che la differenza di sicurezza da località a località è un frutto del lavoro delle Amministrazione locali. In parte sicuramente è vero, l'ho appena detto, però non dimentichiamo che questa differenza non è soltanto frutto delle politiche dei sindaci, ma anche della diversità del tessuto economico, della diversità del tessuto sociale, della diffusione della criminalità organizzata e soprattutto dalla diversa presenza che sul nostro territorio può avere per esempio la Polizia di Stato o le forze dell'ordine nazionali.

Quindi, anche su questo troviamo parecchie imprecisioni.  Voglio dire, pur vedendo che viene riconosciuto a più riprese che la Regione è particolarmente attiva sul tema della sicurezza – e assicuro che la Regione Emilia-Romagna è davvero particolarmente attiva sulla sicurezza; non mi risulta che altre Regioni in Italia abbiano fatto quello che facciamo noi, forse la Lombardia in parte, ma sicuramente con uno stile diverso –, mi pare difficile dare pieno sostegno a questa proposta.

Anche sul tema delle carenze di organico delle Procure, la Regione si è già attivata. Notoriamente è aperto un bando di mobilità per 50 unità dipendenti della Regione che vogliono rendersi disponibili per passare a supporto dei tribunali della Regione Emilia-Romagna.

Quindi anche su questo mi pare si sia fatto molto, così come –  e questo è il punto fondamentale – lì dove si impegna la Giunta ad assumere un ruolo di coordinamento sulla sicurezza, chiedendo di partecipare ai comitati per l'ordine e la sicurezza del territorio. Chi partecipa ai comitati per l'ordine e la sicurezza lo decide il prefetto, ma in ogni caso, nella Costituzione italiana e in nessuna legge italiana, si attribuisce alla Regione un ruolo di coordinamento sulla sicurezza.

Per concludere, anche su questa risoluzione, così formulata, non possiamo esserci, però il tema ci sta a cuore. Per dimostrarlo, se questa risoluzione – mi riferisco in particolare a quella del Movimento 5 Stelle, che è più equilibrata – fosse ritirata, da parte nostra c'è la massima disponibilità a riaprire una discussione in Commissione, proprio per farne una trattazione non affrettata, come avviene quando si presenta una cosa all'ultimo momento in Aula, come avvenuto oggi, ma con una discussione approfondita nei temi e nel merito che, seppur sommariamente, ho provato a presentare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Boschini.

Ha chiesto di parlare la consigliera Rontini. Ne ha facoltà.

 

clicca qui per il dibattito integrale in Assemblea Legislativa

facebbok

Rassegna Stampa

TommasoFoti
powered by Blacklemon Srl