Numero: 3-01512 / Interrogazione a risposta immediata
Soggetto: MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
Data Risposta: 23/10/2024
Per sapere – premesso che: domenica 20 ottobre 2024 il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ha rilanciato sui suoi canali social un passaggio di un'email inviata sulla mailing- list dell'Associazione nazionale magistrati dal sostituto procuratore della Corte di cassazione Marco Patarnello, appartenente alla corrente di Magistratura democratica, e pubblicato in esclusiva dal quotidiano Il Tempo; nel testo pubblicato dal Presidente del Consiglio dei ministri si legge testualmente: « Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa la sua azione. Meloni oggi è un pericolo più forte di Berlusconi. Dobbiamo porre rimedio »; tali scambi di email tra magistrati, pubblicati sulla stampa, non possono che destare fondata preoccupazione sulla dovuta terzietà del potere giudiziario, oltretutto a poche ore dall'ordinanza con cui il tribunale di Roma ha preteso di stabilire quali siano i Paesi sicuri di provenienza degli immigrati, competenza che, è opportuno ricordarlo, è e resta propria del legislatore; l'email del sostituto procuratore della Corte di cassazione Patarnello, quindi, rappresenta, ad avviso degli interroganti, una conferma della propensione di una parte della magistratura a compiere intollerabili invasioni nel campo della politica; la vicenda sopra esposta conduce a seri rischi in ordine all'esercizio terzo e imparziale delle proprie funzioni, in particolare da parte del magistrato coinvolto –: quali iniziative, nell'ambito delle competenze normative, ispettive e di promovimento del procedimento disciplinare che l'ordinamento attribuisce al Governo e in particolare al Ministro della giustizia, si intendano adottare in ordine alla necessità di garantire la terzietà degli appartenenti all'ordinamento giudiziario nell'esercizio delle loro funzioni.
Interrogazione sottoscritta dai parlamentari: FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, VARCHI, BUONGUERRIERI, DONDI, LA SALANDRA, MASCHIO, PALOMBI, PELLICINI, PULCIANI, VINCI, ALMICI, AMBROSI, AMICH, AMORESE, BALDELLI, BENVENUTI GOSTOLI, CAIATA, CALOVINI, CANGIANO, CANNATA, CARAMANNA, CARETTA, CERRETO, CHIESA, CIABURRO, CIANCITTO, CIOCCHETTI, COLOMBO, COLOSIMO, COMBA, CONGEDO, COPPO, DE CORATO, DEIDDA, DI GIUSEPPE, DI MAGGIO, DONZELLI, FILINI, FRIJIA, GIORDANO, GIORGIANNI, GIOVINE, IAIA, KELANY, LAMPIS, LANCELLOTTA, LA PORTA, LONGI, LOPERFIDO, LUCASELLI, MACCARI, MAERNA, MAIORANO, MALAGOLA, MALAGUTI, MANTOVANI, MARCHETTO ALIPRANDI, MASCARETTI, MATERA, MATTEONI, MATTIA, MAULLU, MICHELOTTI, MILANI, MOLLICONE, MORGANTE, MURA, OSNATO, PADOVANI, PERISSA, PIETRELLA, POLO, RAIMONDO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROSCANI, ANGELO ROSSI, FABRIZIO ROSSI, ROSSO, ROTELLI, ROTONDI, GAETANA RUSSO, SBARDELLA, SCHIANO DI VISCONTI, SCHIFONE, RACHELE SILVESTRI, TESTA, TRANCASSINI, TREMAGLIA, TREMONTI, URZÌ, VIETRI, VOLPI, ZUCCONI e ZURZOLO.
DISCUSSIONE IN AULA
PRESIDENTE. La deputata Varchi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-01512 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Buonasera, signor Ministro. "Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte e anche molto più pericolosa la sua azione". "Meloni, oggi, è un pericolo più forte di Berlusconi; dobbiamo porre rimedio". Ora, signor Ministro, secondo lei è normale che in Italia un magistrato, un esponente del potere giudiziario, usi questi termini nei confronti del Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), massimo rappresentante di un altro potere dello Stato? Questa e-mail, signor Ministro, rappresenta un campanello d'allarme che non si può ignorare. Dietro quella frase, "dobbiamo porre rimedio", vi è un'intenzione sovversiva che è intollerabile al giorno d'oggi; è intollerabile per una Nazione democratica come l'Italia, dove si arriva a Palazzo Chigi forti del consenso popolare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.
CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente, e grazie collega. In effetti, la lettera inviata sulla e-mail desta non poco stupore e, come ex magistrato, desta anche un certo dolore. Affermare, appunto, che il Presidente del Consiglio, proprio perché non ha inchieste giudiziarie in corso a suo carico, è un pericolo maggiore di quello dell'onorevole Berlusconi e che dobbiamo porvi rimedio - frase di una gravità, secondo me, da prendere in considerazione - è molto indicativo, per la provenienza di tale affermazione, del clima istituzionale che vive la nostra democrazia. La Presidente Meloni è stata eletta dal popolo e il compito del giudice è soltanto quello di applicare la legge, tanto meno quello di cercare di porre rimedio al risultato della volontà popolare. A dispetto di quanto sta accadendo per il buon funzionamento e per il servizio da rendere al Paese, è necessario, secondo noi e anche in un clima di collaborazione, che ogni istituzione collabori secondo il proprio mandato costituzionale anche nella diversità di opinioni e di divisioni. A questo punto, non posso che associarmi alle parole del Presidente Mattarella - leggo testualmente - quando afferma che "occorre saper esercitare capacità di mediazione e di sintesi e questo è parte essenziale della vita democratica, poiché le istituzioni appartengono e rispondono all'intera collettività e tutti devono potersi riconoscere in esse". Concludo con una valutazione amara. Quando io sono entrato in magistratura, nel 1976, il prestigio della magistratura godeva del consenso di oltre l'80 per cento dei cittadini italiani, pari e qualche volta superiore addirittura a quello della Chiesa cattolica; oggi, è precipitato e per rispetto verso i miei ex colleghi non lo voglio nemmeno citare. Comunque, la vicenda è al vaglio per la verifica dei presupposti per l'esercizio dei poteri ispettivi che la legge riserva al Ministro della Giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Foti ha facoltà di replicare.
TOMMASO FOTI (FDI). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, la ringraziamo per la risposta che ha reso a un'interrogazione che non avremmo voluto presentare, perché tanto speravamo che vi fosse lucidità di giudizio nell'ambito di chi esercita delicate funzioni da evitare di costringerci a farlo. Lo abbiamo sperato, ma purtroppo qualcuno è voluto andare oltre quelli che sono i propri poteri, ma anche il limite della critica. Signor Ministro, lei, proprio nei giorni scorsi, a dimostrazione di come questo Governo voglia far funzionare la giustizia e tenga allo Stato, ha firmato il decreto per l'assunzione di 599 magistrati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e del deputato Bof). È la risposta più bella che si poteva dare a chi, sulle e-mail, si esercita a voler stilare graduatorie di valutazione su questo o quel Presidente del Consiglio, sostituendosi al corpo elettorale, l'unico legittimato a farlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e del deputato Bof). Un conto è vincere un concorso, un conto è essere eletti dal popolo: sono due questioni veramente diverse, che non possono essere frammischiate. Se qualcuno vuol fare politica, e nessuno nega che un magistrato possa fare politica, non ha che da scendere in politica, però lasciando l'incarico che attualmente ricopre e non utilizzando quell'incarico per esercitare un ruolo politico all'interno della magistratura (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). E aggiungo che il suo intervento, oltremodo puntuale, così come è stato puntuale nello spiegare, a chi evidentemente non lo ha capito, il testo della sentenza della Corte di giustizia europea, è particolarmente gradito, perché noi non cerchiamo vendette nei confronti di nessuno. Noi chiediamo soltanto che il giudice sia e rimanga terzo, come deve essere secondo Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier e della deputata Dalla Chiesa).