Camera

'Fratelli d'Italia da sempre per la liberta' dei popoli'

Data: 19/05/2022
Numero: 697
Soggetto: Camera dei Deputati

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, le immagini che abbiamo visto, queste vergognose fosse comuni, le barbarie reiterate, quelli che lei ha definito correttamente, a mio avviso e ad avviso di Fratelli d'Italia, crimini di guerra, l'esodo di milioni di persone e la paventata crisi alimentare sono tutti elementi che ci fanno dire, da patrioti italiani, che non possiamo non dirci anche un po' ucraini, in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E lo diciamo perché, al di là e al di sopra di tutte le vicende politiche, ciò che emerge in questa guerra, in questo conflitto è il fatto che non c'è stato alcun rispetto neppure per coloro i quali non hanno alcuna colpa se non quella di essere dei bambini. Signor Presidente, noi prendiamo atto delle sue dichiarazioni, però ci consenta di fare un rilievo non di carattere regolamentare, ma politico; se lei oggi avesse reso delle comunicazioni al Parlamento probabilmente la sua maggioranza si sarebbe dovuta pronunciare su qualche cosa, perché gli interventi che ci hanno preceduto, e sono interventi che rappresentano i quattro quinti ed oltre della maggioranza pantagruelica che la sostiene, non hanno suonato la stessa musica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Signor Presidente, chiarezza e coerenza sono due elementi importanti in questa fase, perché senza di questi, non vi può essere quella politica della fermezza che ha dimostrato nei fatti che paga, perché se noi non avessimo assunto da subito le posizioni che Fratelli d'Italia per primo ha indicato, ebbene, statene certi, magari avremmo avuto centinaia di cortei, magari avremmo avuto tante, tante persone che avrebbero sventolato la bandierina della pace convinte di aver risolto il problema, ma in realtà se l'Ucraina ha resistito e non è capitolata è perché vi è stata un'azione decisa per la prima volta, forse dell'Europa e, forse, anche dell'Italia, sotto l'impulso e sotto la spinta di Fratelli d'Italia e dei Conservatori europei (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Signor Presidente, proprio perché la fase è oggi delicata, ci sia consentito di ricordarle la conferenza stampa dell'ex Presidente Conte, una persona che in questo Parlamento ha avuto la fiducia di tutti i gruppi parlamentari, meno che quella di Fratelli d'Italia, seppure in contrapposti Governi: "No al quarto invio di armi". Le ricordo anche quanto dichiarato dal Presidente Salvini: "Stop a invio armi, l'ho detto a Draghi". Signor Presidente, lei giustamente, a mio avviso e a nostro avviso, ha fatto riferimento a quella risoluzione del Parlamento, laddove non vi era lo spirito di maggioranza o di opposizione, ma vi era lo spirito di chi difende l'Italia e difende un'Europa che vuole andare a testa alta in Occidente e chi, minoranza estrema, preferiva invece una posizione ambigua, non distinguendo tra aggressore e aggredito. Ebbene, signor Presidente, queste sono affermazioni che sul piano politico pesano, perché la politica della fermezza con queste affermazioni non sta più in piedi. Noi allora le chiediamo, signor Presidente, di assumere un'iniziativa per un chiarimento all'interno della sua maggioranza. Infatti, ci sono due modi per andare avanti: tirare a campare, perché si dice che è meglio di tirare le cuoia, oppure far finta di avere un Governo in crisi, piuttosto che stare ad una crisi di Governo; ma un Governo in crisi non produce cose buone, signor Presidente, e in Europa lei, proprio per la sua autorevolezza, deve cercare di far capire come le miopie del passato non possano trovare ancora un seguito. Apro una parentesi per ricordare che l'Europa nasce da un embrione che si chiama Comunità europea del carbone e dell'acciaio e dopo settant'anni la crisi dell'Europa è sulla materia energetica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); già questo ci dovrebbe far riflettere. E quando lei ha parlato dell'energia e delle prospettive future, noi ci permettiamo di dirle, a proposito delle rinnovabili: sì alle rinnovabili, ma se c'è una filiera anche italiana delle rinnovabili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché se questa filiera italiana non c'è trasferiamo solo la dipendenza per materia. Ancora, signor Presidente, perché serve in Europa autorevolezza? Perché l'Europa, nonostante l'impegno italiano, non ha ancora deciso sul primo obiettivo: la mancata definizione del tetto del prezzo del gas. Ci è stata detta come una priorità, ma non è stata raggiunta. Ad oggi, c'è il mancato accordo per l'embargo del petrolio russo e - attenzione - con le attuali sanzioni gli operatori economici, dovendo rispettare i contratti a suo tempo sottoscritti, salvo dover pagare delle penali, si ritrovano anche a pagare in rubli, che era una di quelle opzioni che dall'inizio si escludeva. Eppure, come lei sa meglio di me, vi sono anche importanti società italiane che, proprio in ragione di quei contratti e non avendo altra copertura, dovranno così attrezzarsi. Allora, signor Presidente, io penso che sia opportuno, in questo momento, che, anziché affidarsi alla politica delle burocrazie europee, sia la politica a tornare al centro della vita dell'Europa. Perché in questo momento a me pare che vi siano dei vuoti e una tendenza a trovare un accordo fra singoli, un movimentismo di alcuni suoi colleghi Presidenti del Consiglio, che non lascia ben sperare, laddove si confonde protagonismo personale con cooperazione. E proprio perché ci vuole chiarezza in Europa, a maggior ragione ci vuole chiarezza in Italia. Signor Presidente del Consiglio, alla sua sinistra siede il Ministro degli Affari esteri, sicuramente uno dei Ministri in questo momento più importanti per la carica in ragione della crisi che stiamo attraversando. Ci può spiegare come si può avere il Ministro degli Affari esteri, che dovrebbe rappresentare la politica per quanto riguarda anche la fornitura delle armi all'Ucraina, che è dipendente, sotto il profilo politico, da un segretario, onorevole Conte, il quale dice: basta con l'invio di armi in Ucraina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Come si possano conciliare queste due posizioni antitetiche? Quindi, proprio per queste ragioni, Fratelli d'Italia sicuramente non contraddice le posizioni a suo tempo assunte. Signor Presidente del Consiglio, si parla molto del quarto invio di armi; se ne parla e se ne parla un po' anche all'insegna della confusione, perché la confusione politica pare in alcuni punti, secondo alcune note che vengono pubblicate, accompagnarsi anche a motivazioni tecniche. Ma davvero l'Italia rischia di non poter fare il quarto invio di armi perché diversamente, come scrivono alcune fonti - ma bisognerebbe anche smentirle - andremmo a intaccare le nostre riserve sotto le quali non possiamo minimamente andare? Io le dico, signor Presidente del Consiglio, che questa voce, se non c'è, va smentita, perché è pericolosa per l'Italia, per l'Europa e anche per il popolo ucraino, che evidentemente fa conto su quello che potrà essere un ulteriore aiuto a favore della nostra sicurezza. Mai come oggi io penso di poter dire - e Fratelli d'Italia lo afferma chiaramente - che la politica della fermezza ha pagato, perché oggi la Russia non ha vinto e l'Ucraina non ha vinto; ha resistito, ma non ha vinto. Oggi ci sono le condizioni nel segno di quello che lei ha detto, cioè non la pace decisa dall'invasore ma la pace che vede protagonista il vinto o l'invaso, signor Presidente del Consiglio, perché è lì che si gioca la partita. Se vogliamo arrivare alla pace, la condizione essenziale era creare una situazione di stallo; infatti, se non ci fosse stata questa, state tranquilli che la Russia non avrebbe mai pensato di sedersi a un tavolo così come oggi, invece, dovrebbe e potrebbe essere costretta a fare. In tutta questa politica non è che l'Italia non stia pagando un prezzo. Però, aggiungo una cosa: abbiamo parlato molto di Europa e di Italia, ma forse bisogna iniziare a parlare anche di Occidente. Infatti, se si crede a una politica autenticamente occidentale, allora - sia ben chiaro - non è che con la crisi ucraina ci sono alcuni Paesi dell'Occidente che rischiano di stare meglio e altri Paesi dell'Occidente, come l'Italia, che rischiano, invece, di pagare tutti i costi di questa crisi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ci vuole un fondo economico dell'Occidente che vada ad aiutare quei Paesi che, per la loro posizione, per le loro decisioni e anche per la loro economia, in questo momento rischiano di pagare più di ogni altro il prezzo di una guerra che non è stata né cercata né voluta. Vado alla conclusione dicendo soltanto una cosa. Tante volte ci è stato detto: ma voi siete atlantisti? Non siete atlantisti? Siete europei? Non siete europei? Vede, Fratelli d'Italia ha una storia di destra che dice chiaramente che quando c'è stata da fare una scelta a favore dell'atlantismo l'abbiamo fatta e quando c'è stata da fare una scelta a favore dell'Europa l'abbiamo fatta. Soprattutto, noi faremo sempre una scelta a favore della libertà dei popoli come il popolo ucraino. È proprio per questa ragione che noi le diciamo che quella mozione, che venne approvata dal Parlamento col nostro voto e con alcune nostre indicazioni, è una mozione che noi non soltanto non rinneghiamo ma rivendichiamo anche oggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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TommasoFoti
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