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«L'agricoltura è il polmone della nostra economia, è da incentivare»

Data: 08/02/2013

«L'agricoltura rimane uno dei polmoni dell'economia piacentina, non si può né declassarla, né trascurarla anche se il numero degli addetti si è notevolmente ridotto rispetto a 50 anni fa». Ne è convinto l'onorevole Tommaso foti, numero due della lista Fratelli d'Italia per la camera dei deputati in Emilia Romagna, che annuncia l'impegno del partito a legiferare su vari fronti «per ridurre il carico burocratico che richiede all'imprenditore 100 giorni l'anno per la compilazione della modulistica necessaria all'attività dell'azienda». S'impone lo sgravio delle imposizioni fiscali, ad esempio modificando «l'Imu sui terreni e sui fabbricati agricoli, che in alcune zone ha portato a valutare la demolizione di costruzioni rurali sulle quali le imposte supererebbero gli introiti». Anche l'accesso al credito «regolato da leggi risalenti al 1928 necessita di essere ammodernato».
Gli altri versanti posti dalle «riflessioni» del candidato foti, sono di carattere "commerciale" e riguardano, l'uno, «la tutela delle produzioni tipiche dalla contraffazione», l'altro di saper «cogliere l'occasione di Expo 2015 con tutte le proposte che l'agricoltura piacentina può offrire, anche con il suo patrimonio di ricerca, come la «Facoltà di Agraria dell'Università Cattolica e la sezione di Fiorenzuola dell'Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura».
foti ricorda la contrazione del numero delle aziende, oltreché degli addetti: «A Piacenza nel 2000 erano oltre 9mila, a fine 2011 si è scesi a poco meno di seimila, una riduzione maggiore della media nazionale, che si attesta sul 32,4 per cento», ma fa da contraltare a questo dato, in apparenza negativo, l'aumento medio delle superfici agricole aziendali. E poiché la «speciale vocazione del territorio piacentino è agricola» il settore va sostenuto, considerato «che vi sono poche aziende agricole gestite da under 35, quindi si aggiunge il problema del ricambio generazionale». Infine c'è un'ultima ragione per incentivare l'aricoltura, riguarda la conformazione del territorio: «Abbiamo pianura, collina e montagna, per quest'ultima dobbiamo evitare lo spopolamento che significa dissesto del territorio, mai come oggi sono "normalità" gli eventi franosi un tempo eccezionali, nonostante la riduzione della piovosità, non è vero che la natura è sempre matrigna».
Dunque, conclude il candidato di Fratelli d'Italia «Occorre trovare forme di incentivazione per quello che resta uno dei polmoni dell'economia piacentina».

da Libertà

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