Le reazioni delle minoranze mettono il dito nella piaga di una situazione già critica
Le reazioni per la rinuncia alle
deleghe dei due neo eletti consiglieri di maggioranza non si sono
fatte attendere. Il gruppo La Corte
che Cambia, rappresentato in consiglio da Claudio Colombi e da Raman Deep Dharam ha commentato: «Cortemaggiore è un paese
particolare, in cui la verità non è
mai quella che appare e tutto sembra seppellito sotto una coltre di
perbenismo; ma capita che la coltre si stracci ed i veri volti vengano
a galla. E' infatti di grande rilevo
politico che i cittadini di Cortemaggiore apprendano solo ora dell'esistenza di accordi preelettorali nella coalizione "Centrodestra Cortemaggiore". Nell'ottica della trasparenza e della correttezza politica
che noi abbiamo sempre perseguito, i cittadini avrebbero avuto tutto il diritto di conoscere il contenuto di tali accordi. La campagna
elettorale di Luigi Merli e della sua
compagine è sempre stata molto
attiva su tutti i fronti. Perché non
hanno mai parlato di accordi preelettorali? Ora ci chiediamo, e insieme a noi se lo chiedono i cittadini,
su quali temi erano questi accordi
pre-elettorali? Riguardavano forse progetti importanti come la
scuola, la viabilità, gli insediamenti e le aree di sviluppo logistico e
produttivo? Potevano allora essere occasione per confrontare idee
e visioni e per ascoltare i cittadini
- dice la nota del gruppo di minoranza - O forse si trattava di accordi pre-elettorali più legati a questioni particolari e personali che
era meglio non dichiarare? E soprattutto la domanda di fondo è:
chi sono i veri "padri" politici (anche se forse sarebbe meglio parlare di "madri") che hanno trattato
per conto di Centro Magiostrino
questi accordi pre-elettorali al tavolo di Lega e Fratelli d'Italia? Tutti sanno - prosegue la nota - che il
vero manovratore di Luigi Merli e
l'artefice dell'accordo pre-elettorale con Matteo Rancan e Tommaso Foti è l'ex sindaca di Cortemaggiore Valda Monici, che in tutti
questi anni ha tenuto in scacco la
politica locale, sempre agendo per
interposta persona, scegliendo via
via le persone che potessero metterci la faccia al posto suo. E' comunque un dato di fatto che i suoi
consiglieri in Consiglio comunale
si sono astenuti su una variazione
di bilancio banale, dimostrando la
loro capacità di mettere in ginocchio la maggioranza; la domanda vera è: riuscirà Monici a governare la maggioranza dall'esterno
avendo a diposizione i voti di due
consiglieri?». Anche il gruppo "Lista Civica Mario Fantini Sindaco"
rappresentato in consiglio dallo
stesso Mario Fantini e da Alice
Marcotti ha spiegato che «questo
è il risultato che si ottiene quando
un gruppo di persone si mette insieme per vincere le elezioni e non
per governare un paese. Quello
che abbiamo visto giovedì sera è
una pagina triste e deludente di un
modo di fare politica che non ci appartiene. In un piccolo paese come il nostro - prosegue la nota -
una giunta non può essere formata con la logica della spartizione di
seggiole ma deve essere formata da un gruppo di persone che con
impegno, dedizione e serietà collaborano e si impegnano a mantenere le promesse fatte ai cittadini; le deleghe non possono essere
conferite a caso ma soprattutto è
inaccettabile attribuire deleghe a
persone che presentano incompatibilità, se non formali quantomeno sostanziali, che condizioneranno pesantemente il lavoro della giunta stessa e le decisioni prese per un intero paese. Il sindaco
però ha stabilito il poco invidiabile record di fare due giunte diverse tra loro nel giro di poche ore per
poi arrivare in Consiglio con una
maggioranza già spaccata, rifiutandosi oltretutto di spiegare ai
consiglieri presenti perché Garbi
e Mirtini abbiano rigettato all'ultimo assessorati e deleghe loro attribuiti, quali siano gli accordi disattesi di cui parlano nel loro intervento e con quale referente del
"Centro Magiostrino" li abbia presi, dimostrando che la trasparenza non rientra nelle sue priorità.
Abbiamo assistito a mesi di promesse e autoelogi - conclude il
gruppo di Fantini - per poi dover
constatare alla prima occasione
che la nuova amministrazione non
possiede nessuna delle virtù tanto sbandierate e che il sindaco è riuscito a collezionare un fallimento ancora prima di giurare per il
suo mandato sulla costituzione.
Non possiamo accettare che in soli 17 giorni Cortemaggiore sia diventato un enorme mercato delle
vacche da spartirsi tra pochi; i cittadini meritano rispetto e hanno il
diritto di sapere cosa viene deciso
sopra le loro teste. La buona amministrazione non si fa sicuramente così ».
Libertà