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Piu' seggi civici o politici in Consiglio? Ecco i numeri a seconda di chi vince

Data: 23/06/2022

Per il centrodestra i partiti condizionerebbero Tarasconi. I calcoli dicono che i "militanti" (11 su 20) prevarrebbero nella maggioranza-Barbieri

«La proposta del centrosinistra è fortemente condizionata dai partiti », si dice convinta Patrizia Barberi argomentando con il dato delle due candidate più votate - Paola De Micheli e Paola Gazzolo del Pd - e con la «presenza forte» del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in campagna elettorale. «Se vince Tarasconi la farà da padrone il Partito democratico, se vince Barbieri invece la maggioranza dei consiglieri apparterrà alla sua lista civica», dà man forte Tommaso Foti (Fratelli d'Italia). «Ci vuol coraggio a dire questo», reagisce Katia Tarasconi agli attacchi del centrodestra: «A essere condizionata dai partiti è semmai la giunta uscente». In politica, insegnano i politologi, contano i rapporti di forza. E la forza sta nei numeri, che hanno una loro fredda oggettività. Vediamoli. Se al ballottaggio di domenica prossima vincerà il centrosinistra di Tarasconi i venti seggi assegnati alla maggioranza in consiglio comunale saranno così distribuiti: 8 consiglieri al Pd (Paola De Micheli, Christian Fiazza, Paola Gazzolo, Andrea Fossati, Tiziana Albasi, Sergio Ferri, Salvatore Scafuto, Stefano Perrucci), 8 alla lista civica "Per Piacenza" (Francesco Brianzi, Claudia Gnocchi, Gianluca Bariola, Francesco Casati, Sibilla Brusamonti, Mario Dadati, Luca Dallanegra, Angela Stefania Fugazza), 2 all'altra civica "Piacenza Oltre" (Gianluca Ceccarelli, Caterina Pagani), 2 a "Piacenza Coraggiosa", lista con esponenti sia politici come Serena Groppelli (Articolo 1), una delle neo consigliere, sia civici come l'altro eletto, Boris Infantino. Riepilogo totale: 9 consiglieri politici e 11 civici. Se vince il centrodestra di Patrizia Barbieri questa invece la ripartizione dei 20 seggi di maggioranza: 9 alla lista civica (Massimo Trespidi, Jonathan Papamarenghi, Barbara Mazza, Federica Sgorbati, Stefania Eleuteri, Ivan Chiappa, Francesco Macrì, Francesco Rabboni, Matteo Baldini), 7 a FdI (Sara Soresi, Gloria Zanardi, Nicola Domeneghetti, Giancarlo Tagliaferri, Gian Carlo Migli, Marco Colosimo, Antonio Garofalo), 3 alla Lega (Luca Zandonella, Paolo Mancioppi, Massimo Polledri ), 1 a Forza Italia (Andrea Pugni). Riepilogando: 11 seggi ai politici, 9 ai civici. Numeri, dunque, invertiti rispetto alla maggioranza consiliare targata Tarasconi. A margine si possono fare alcune annotazioni. Ad esempio sulla cifra di civismo attribuibile a certi candidati. Fra i civici che entrerebbero se vincesse la coalizione Barbieri ci sono esponenti che fino a ieri, o all'altro ieri, militavano in partiti: è il caso, in Forza Italia, di Sgorbati, Chiappa, Rabboni, fino a Papamarenghi che ne è stato commissario provinciale prima dell'attuale Gabriele Girometta. E ancora: nell'immaginario collettivo, si fa fatica a considerare civico uno come Trespidi che vanta un più che ventennale cursus honorum nei partiti del centrodestra - dai centristi dell'Udc alla dirigenza del Pdl - fino a diventare presidente della Provincia dal 2009 al 2014. Altra annotazione: i calcoli delle possibili maggioranze post voto vanno fatti tenendo conto anche del 21esimo consigliere, la sindaca. Nel caso di vittoria di Tarasconi saremmo di fronte a un profilo di natura politica - è consigliera regionale del Pd - a cui Barbieri, all'inverso, potrebbe opporre - nonostante un passato da dirigente provinciale del Pdl - il suo civismo rimarcato nello slogan scelto per la campagna elettorale: «Il mio partito è Piacenza ». Vale anche la pena di ricordare - ultima annotazione - quale era la maggioranza uscita dalla urne cinque anni fa a sostegno di Barbieri. Quasi un monocolore politico - 8 seggi alla Lega, 5 a FdI, 5 a FI - dal momento che la componente civica era confinata a 2 esponenti (oltretutto i due eletti della lista "Prima Piacenza" - Gianpaolo Ultori e Antonio Levoni -, entrambi in quota Liberali, avevano subito ribattezzato in Liberali piacentini il gruppo consiliare). In quel caso dal centrosinistra si puntò polemicamente il dito su una maggioranza descritta come a «trazione leghista» (eletti in aula i maggiorenti del Carroccio, incluso l'ex deputato Massimo Polledri) e condizionata dall'indiscusso leader della destra piacentina, l'onorevole Foti, il più votato di FdI. Fermo restando che sparare sui politici beatificando il civismo potrebbe riservare sgradevoli sorprese.

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