Rassegna Stampa

'La Salva-Milano dettata da indagati a parlamentari'

Data: 06/03/2025

Ai domiciliari ex dirigente del Comune. Dagli atti emersi contatti con Foti, Lupi e Morelli (non coinvolti)

Più di due anni di inchieste su una «speculazione edilizia selvaggia». All'inizio sotto traccia, senza eco mediatica, fino a quando il problema da politico ma locale, coi cantieri fermi, si è trasformato in nazionale alla ricerca di norme da approvare per sbloccare l'impasse. Fino a ieri, con il primo arresto anche per corruzione sulla legge Salva Milano. Proposta, impantanata al Senato, che sarebbe stata dettata dagli stessi indagati, come scritto nelle carte della Procura guidata da Marcello Viola. Questa la novità che ieri ha portato ai domiciliari Giovanni Oggioni, 68 anni, ex direttore dello Sportello unico edilizia del Comune ed ex vicepresidente della Commissione paesaggio, ruolo che aveva anche da pensionato. Già indagato in diversi procedimenti sarebbe stato il grande manovratore di un sistema che ha favorito gli interessi dei costruttori col rilascio di titoli edilizi in violazione delle norme e contro l'interesse pubblico. «È chiaro che io difendo sempre l'amministrazione, il Comune, la squadra, ma se poi uno ha sbagliato che paghi e che paghi anche duramente», ha commentato Sala, col Comune che poi ha annunciato la costituzione di parte civile. Oggioni, anche accusato di falso sui casi di palazzi e grattacieli spacciati per ristrutturazioni e di depistaggio per aver cancellato un account, sarebbe stato corrotto su 16 progetti immobiliari. Per favorire le pratiche della società Abitare In (indagata) avrebbe ottenuto dalla Spa l'assunzione della figlia architetto con contratti tra il 2020 e il 2023 per oltre 124mila euro, senza dichiarare conflitti di interesse. In più, avrebbe avuto un contratto di consulenza da Assimpredil Ance (indagata), associazione dei costruttori, per oltre 178mila euro tra 2022 e 2024. Il gip ha disposto un sequestro di circa 300mila euro, mentre perquisizioni ed acquisizioni sono state effettuate negli uffici comunali e tre richieste di misure interdittive hanno riguardato Andrea Viaroli, ex dirigente comunale, Marco Cerri, progettista già indagato per traffico di influenze illecite ed ex componente della Commissione paesaggio, e Carla Barone. Cerri, come risulta da intercettazioni e chat, sarebbe stato il redattore occulto della Salva Milano. Per il giudice è palese che Oggioni e Cerri si siano mossi per avere una legge utile a stoppare le indagini e che abbiano preso parte alla redazione del testo. Cerri in telefonate di ottobre spiega che la prima bozza gli sarebbe arrivata dal deputato Maurizio Lupi (non indagato) e che lui doveva dare pareri. E afferma di aver dato il testo al relatore, il ministro Tommaso Foti (non indagato), in accordo con Guido Bardelli, assessore alla Casa a Milano. A riscontro i pm riportano il contatto tra le utenze di Cerri e Lupi il 21 novembre 2024, giorno dell'approvazione alla Camera. Tra i più attivi, stando agli atti, anche Franco Zinna, indagato in più filoni come ex dirigente comunale, che al telefono con Oggioni dice di aver parlato della legge con il leghista Alessandro Morelli. Nelle carte anche uno scambio di messaggi tra l'ex assessore all'urbanistica Ada Lucia De Cesaris e Regina De Albertis, presidente di Assimpredil, entrambe non indagate, sulla necessità di un colloquio riservato con «lei», riferendosi, secondo i pm, a Giorgia Meloni.

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