Rassegna Stampa

'Un parco logistico come a Castello' Progetto per governare il comparto

Data: 04/07/2021

L'annuncio di Barbieri e Opizzi: «Polo Le Mose chiuso modello "condominio": più sicurezza e controlli». Polo del ferro? «Va avanti»

«Entro fine luglio, massimo a settembre, presenteremo il progetto di un parco logistico per il polo di Le Mose, immaginato e studiato sul modello del Logistic Park di Castelsangiovanni». Lo annunciano la sindaca Patrizia Barbieri e l'assessora all'urbanistica Erika Opizzi all'indomani delle notizie circolate sul Polo del ferro, i fondi promessi dal governo al parlamentare Tommaso Foti (FdI) e le forti preoccupazioni del centrosinistra sui ritardi accumulati (vedi articolo sotto). L'amministrazione comunale, dunque, non solo smentisce presunti lassismi sul rispetto del protocollo d'intesa istituzionale firmato nel 2019, ma rilancia sfoderando per l'intero quartiere logistico un piano «al quale - spiega no Barbieri e Opizzi - lavoriamo da quasi due anni» e che punta a portare «finalmente una gestione ordinata e coordinata in un comparto» che quando nacque, negli anni Novanta, «si sviluppò senza un governo preciso» con tutte le lacune che a distanza di oltre vent'anni sono affiorate in termini gestionali, di sicurezza e di qualità dell'occupazione. La moltitudine di operatori presenti a Le Mose, le troppe convenzioni urbanistiche che insistono sulle aree (alcune anche scadute) e la complessità della manutenzione hanno indotto il Comune a pensare «a un modello condominio» sull'esempio di quel parco chiuso che realizzò Vailog a Castelsangiovanni (l'inaugurazione del Logistic Park risale al 2006). Un'esigenza annosa sollecitata più volte anche dalle categorie economiche (come Confapi). Sindaca e assessora non vogliono entrare nei dettagli del progetto («li scoprirete tra qualche settimana»), si limitano a dire che si tratta di un piano condiviso con i proprietari. Costi? All'incirca due milioni di euro. Quanto al dibattito innescato sul Polo del ferro, ieri è intervenuta l'assessora Opizzi: «L'amministrazione ritiene il Polo del ferro un progetto strategico per la nostra città e sul suo sviluppo sta concretamente lavorando da anni, in una significativa sinergia e unità d'intenti che dovrebbe essere impegno di tutti per il bene della nostra città, senza lasciarsi andare a strumentali polemiche politiche che non hanno alcun fondamento - scrive in una nota -. Come noto, lo sviluppo del Polo del ferro, che è un'operazione oggettivamente complessa, investe più soggetti da diversi anni. Siamo in una fase, ora, in cui si stanno definendo tutte le progettualità e le documentazioni necessarie per avviare il previsto procedimento unico per l'approvazione definitiva di opera pubblica. E' un lavoro lungo e complesso, soprattutto perché sconta ritardi pregressi di cui chi oggi critica porta anche delle evidenti responsabilità». «A tacere del fatto - prosegue - che alle precedenti maggioranze di sinistra, con in testa i consiglieri del Pd, va addebitata la colpa - forse anche il dolo -di non avere in 10 anni mai preteso l'attuazione della convenzione che prevedeva la realizzazione del fascio binari. E dovrebbero anche spiegarci come mai le fideiussioni prestate dal Consorzio che doveva dare attuazione all'iniziativa non sono sufficienti a coprire l'intero costo dell'opera. La sinistra, su questa come su altre numerose partite, ha solo da tacere, essendosi limitata sempre ad effetti annuncio cui non è seguito mai nulla di concreto. Se c'è qualcuno che ha creduto e lavorato per la realizzazione del fascio binari, cercando anche soluzioni a problemi antichi, è proprio l'amministrazione Barbieri».

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TommasoFoti
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