Il 24 gennaio primo scrutinio. A deputati e senatori si dovrebbe aggiungere il consigliere regionale come delegato della Regione
Per Pier Luigi Bersani (Leu),
Tommaso Foti (FdI) e Paola De
Micheli (Pd), la corsa al Quirinale non ha più grossi segreti. Sono
invece al debutto i leghisti Pietro
Pisani ed Elena Murelli. Ma c'è
una novità: alla truppa dei cinque parlamentari piacentini
chiamati il 24 gennaio a eleggere
il nuovo Presidente della Repubblica (primo scrutinio), si dovrebbe aggiungere anche il consigliere regionale del Carroccio Matteo Rancan.
Per il 18 e 19 gennaio a Bologna,
infatti, è convocata la seduta
dell'Assemblea legislativa chiamata ad eleggere i tre delegati regionali che si recheranno a Roma per rappresentare l'Emilia
Romagna per il post Mattarella.
Sebbene si debba attendere fino
ad allora per conoscere i nomi dei
tre grandi elettori, le indiscrezioni dicono che il terzetto sarà composto dal governatore Stefano
Bonaccini, la presidente dell'assemblea Emma Petitti, e il capogruppo della Lega Rancan. Questo, almeno, seguendo uno schema consolidato nelle ultime tornate elettorali. «Sarebbe motivo
di orgoglio e di onore rappresentare l'Emilia Romagna» confidaRancan. «In realtà se ne sta parlando e non c'è ancora nulla di ufficiale» aggiunge.
Ieri sera il voto per il Quirinale è
stato argomento della discussione nella direzione del Pd a cui ha
partecipato De Micheli. «Ragioneremo del profilo del Presidente della Repubblica e non di nomi - aveva anticipato la deputata
prima della riunione -. Ma nomi
ne ho in testa certamente, anche
perchè anni di esperienza in Parlamento mi fanno dire che ci sono figure adeguate nel nostro
Paese. Credo che Draghi sia una
grande risorsa per governare, che
sta a pieno titolo tra queste figure».
Dal 1996 a Montecitorio (unica
assenza nella legislatura 2013-
2018), Foti parteciperà all'elezione del Presidente della Repubblica per la terza volta. «Devo dire
che il clima non mi pare molto diverso dalle altre altre - spiega -.
C'è molta pretattica in giro, leader di partito che cercano di ritagliare il migliore ruolo per il proprio schieramento, ma
poi…Ciampi venne eletto presidente al primo scrutinio, Napolitano al quarto. La differenza è
che, nel primo caso, occorre il
consenso dei due terzi dei grandi elettori, nel secondo caso la
maggioranza assoluta». Nemmeno Foti si sbilancia sul totonomi:
«Ad oggi, l'elezione più probabile appare quella a maggioranza
assoluta, ma si sa, mancano ancora molti giorni. E potrebbe
uscire un nome - allo stato ignoto - che sappia mettere d'accordo entrambi gli schieramenti e
chiudere la partita al primo turno».
Secondo la deputata Murelli la
pandemia «ci costringerà a vivere questo momento emozionante in modo più ristretto». «Come
centrodestra abbiamo l'opportunità di segnare la storia verso una
evoluzione - prosegue -. Si potrebbe pensare anche a una figura autorevole o a una donna determinata non solo a rappresentare il nostro Paese ma anche a riportarlo in auge come tanti anni fa». Pisani vive il voto in maniera
più distaccata «perché è e rimane una pratica che rientra nel tipo di lavoro che sto svolgendo -
dice -. La discussione che penso
debba essere fatta riguarda, oltre
alla rettitudine e capacità operativa del candidato o candidata alla prestigiosa carica istituzionale, bisognerà valutare anche la
provenienza geografica perché
da quando è stata istituita la carica certi territori hanno espresso più eletti mentre altri territori
non hanno mai espresso figure
poi elette. Bisognerà quindi capire - conclude il senatore Pisani -
chi ha i requisiti migliori per rappresentare tutti i cittadini Italiani».
Libertà