Rassegna Stampa

Il centrosinistra: 'Nessuna offesa citta' al fianco dei giudici per la legalita''

Data: 28/11/2021

"Poteri vischiosi", ApP stronca l'iniziativa di Foti di rivolgersi alla ministra: «Piacenza non è il Far west ma nemmeno un luogo incantato»

«È un brutto clima quello creato dall'onorevole Tommaso Foti con la richiesta di ispezione al Tribunale di Piacenza e il suo attacco alla giudice Fiammetta Modica». Il centrosinistra insorge, prende le difese della magistratura e condanna apertamente l'iniziativa del parlamentare di Fratelli d'Italia di rivolgersi alla ministra della Giustizia Marta Cartabia perché valuti eventuali sanzioni disciplinari nei confronti della giudice (vedi "Libertà" di ieri). L'argomento è quello che tiene banco ormai da giorni: le considerazioni sulla Piacenza «dalle tante facce, spesso vischiosa nei rapporti di potere» che la gup ha scritto in un passaggio delle motivazioni della sentenza "Levante", l'inchiesta sui carabinieri infedeli. Valutazioni che Foti, nel prendere l'iniziativa di rivolgersi alla guardasigilli, ha giudicato «di gravità ed offensività inaudita per i piacentini, che sono persone per bene», «frutto di inaccettabili insinuazioni», «un concentrato di deprecabili pregiudizi».

«Schierati per la legalità» 
A prendere posizione è "Alternativa per Piacenza" (ApP), il progetto politico nato qualche mese fa per contendere la guida della città al centrodestra di Patrizia Barbieri alle elezioni Comunali della prossima primavera. Lo fa, al pari di molti altri esponenti che hanno commentato in rete, schierandosi senza esitazioni dalla parte della giudice e della magistratura più in generale. «Foti, la sindaca Barbieri e il centrodestra non capiscono che la cittadinanza è schierata per la legalità, accanto ai giudici che stanno lavorando per far emergere la "polvere" troppo spesso messa sotto al tappeto in questi anni?  Piacenza non è il Far west come non è un luogo incantato in cui vige solo "il bene"» si legge nella nota.

"La società non vuole guardarsi allo specchio" 
Nota che poi prosegue ricordando uno dei casi più noti alle cronache giudiziarie, quello di Giuseppe Caruso, il presidente del consiglio comunale di FdI arrestato nel 2019 per associazione mafiosa e poi condannato, inchiesta tra l'altro citata dalla stessa Modica nelle motivazioni insieme a quella della narcotici della polizia nel 2013. «Consigliamo all'onorevole Foti di andarsi a rileggere gli atti dell'inchiesta che hanno portato in carcere il suo ex compagno di partito, Giuseppe Caruso, condannato a 20 anni per reati di associazione 'ndranghetista, colpito dall'inchiesta "Grimilde" - scrive ApP - "La 'sindrome di Grimilde', che diede il nome al processo, "è ancora in azione: la società non vuole guardarsi allo specchio per non essere messa di fronte alla realtà" scrissero allora i giudici. E non ci risulta che allora Foti avesse sbraitato come ora».  

«Discredito fuori luogo» 
E ancora: «Fa male leggere la tesi di Foti secondo cui "gli arresti (illegali, ndc) della Levante sono stati convalidati dai giudici e avvallati dai Pm". No, perché, come disse Graziella Pradella, procuratrice capo di Piacenza, "con i falsi confezionati dai carabinieri della Levante venivano tratti in inganno giudici" e giornalisti. Quindi se nei verbali venivano inventati quantitativi di droga, resistenze all'arresto che in realtà erano pestaggi a senso unico e altre omissioni che arrivavano fino al vertice della catena gerarchica di via Caccialupo, il tentativo di Foti di gettare discredito sulla magistratura ci pare del tutto fuori luogo»

«Persone per bene» 
ApP conclude: «Piacenza è una città piena di persone davvero per bene che non si sentono minimamente minacciate dal quadro dipinto dalla giudice e che anzi ringraziano la dottoressa Modica e chi fa della difesa della legalità la propria missione quotidiana». 

Libertà

Cugini: «Ci ha messi in guardia» Foti: «Ricordi il Pci con Milana?»
 SUI SOCIAL TONI DA RISSA

Dibattito in rete. Il dem: «La gup va ringraziata» Il deputato: «Ha sbagliato»

Se non è rissa (social), poco ci manca. Con principali protagonisti Stefano Cugini, capogruppo dem in consiglio comunale, e Tommaso Foti, autore dell'interpellanza contro la giudice Fiammetta Modica. A dare il "la" a un serrato dibattito a più voci, è stato il post di Cugini a commento della notizia di "Libertà": «Sono esterrefatto dalla veemenza di questo attacco: un "lei non sa chi sono io" spostato sul piano collettivo, con il tentativo di aizzare un'intera città contro chi ha avuto l'ardire di metterci in guardia, per il nostro stesso bene - scrive Cugini -. Dopo la sequenza di episodi che hanno coinvolto Piacenza, ben prima dell'affare Caruso e, senza soluzione di continuità, dopo (vogliamo parlare dell'ultimo scandalo sullo sfruttamento degli autotrasportatori?), come si fa a guardare il dito e non la luna, indignandosi verso un giudice che ha semplicemente unito i puntini per scoprire la figura, manco fossimo sulla Settimana Enigmistica? Piacenza è senza dubbio una città in larghissima parte vissuta da persone per bene che in quanto tali non si sentono minimamente toccate dal quadro dipinto dal gup Modica. Le persone per bene, anzi, hanno molto a cuore il sentirsi protette dal malaffare e ringraziano - non attaccano - chi fa della difesa della legalità la propria missione quotidiana. In questa vicenda, la nostra solidarietà deve andare alla Dott.ssa Modica: stai a vedere che adesso rischia di essere lei il nemico e non chi delinque! La polvere sotto al tappeto, ai piacentini per bene (compresi quelli di cui oggi contesto il punto di vista) non piace, al pari di chi prova a mettercela». Pronta la risposta di Foti: «Proprio perché la polvere sotto il tappeto fa comodo a chi, ad esempio, ha distrutto il Monte Paschi Siena per farsi la banca politica, non si vede perché quella polvere non debba essere spazzata via. Con i fatti, non con le chiacchiere. Mentre chi scrive critica le motivazioni di una sentenza che, in quei passi che riguardano Piacenza, travalica quanto previsto dal codice di procedura penale al riguardo e dalla costante giurisprudenza di merito, faresti meglio ad andarti a leggere le interrogazioni che negli anni '80, anche i parlamentari del Partito Comunista, presentavano per chiedere il trasferimento ad altro ufficio del procuratore della Repubblica Angelo Milana. In quegli atti parlamentari - a proposito del "Lei non sa chi sono io" - si andavano a criticare nel merito le indagini e gli arresti, non di certo le parziali motivazioni di una sentenza del giudice. Ma d'altra parte, la tua doppia verità di Togliattiana memoria, ti spinge a far finta di niente»

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