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La Cassazione boccia il piano Albania 'Diritti a rischio'. E' scontro con i pm

Data: 30/06/2025

La relazione sul protocollo di Tirana evidenzia dubbi di costituzionalità ad esempio sul diritto alla salute e difesa

Nuovo affondo della Corte di Cassazione contro un provvedimento del governo. Dopo le criticità espresse sul decreto sicurezza, arrivano i «dubbi di costituzionalità» espressi dall'ufficio del Massimario e del ruolo (lo stesso che aveva criticato il testo sulla sicurezza) al protocollo d'intesa siglato con l'Albania. La relazione, redatta dall'ufficio della Suprema Corte, getta ombre sull'accordo tra Roma e Tirana mettendo in discussione la compatibilità del Protocollo con «la Costituzione, ma anche con il diritto internazionale e quello dell'Unione europea ». Una presa di posizione che, insieme a quella sul decreto sicurezza, riaccende inevitabilmente la tensione tra magistratura ed esecutivo. In particolare, l'Anm fa notare che uno dei compiti dell'ufficio della Suprema Corte «è proprio quello di redigere le relazioni sulle novità normative, evidenziandone anche le eventuali criticità dal punto di vista della tenuta costituzionale». L'Associazione nazionale magistrati chiede, quindi, «rispetto nel democratico confronto fra le istituzioni dello Stato». Tra i punti indicati nelle 40 pagine di relazione dei giuristi della Cassazione (che il quotidiano il Manifesto ha anticipato) si mette in guardia da «numerose possibili violazioni dei diritti costituzionali, da quello alla salute a quello di difesa». Secondo i giudici, inoltre, l'intesa sarebbe d'ostacolo al diritto di asilo. Non ci sarebbero indicazioni necessarie per neutralizzare «il dislivello giuridico derivante dalla extraterritorialità, assicurando ai migranti condotti nei siti albanesi eguali garanzie rispetto ai migranti in territorio italiano». Giudizi che animano lo scontro politico. La maggioranza e il governo respingono al mittente le accuse: «Mentre in Europa l'approccio del governo Meloni al contrasto dell'immigrazione irregolare viene adottato come modello di riferimento, in Italia alcuni organi giurisdizionali sembrano più impegnati a ostacolarne l'azione », è l'osservazione del ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti. E l'esponente di Fratelli d'Italia assicura che «il governo andrà avanti». Per il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, intervistato da La Stampa sulle misure per la sicurezza, «quello della Cassazione » sia «un esercizio connotato da una forte impostazione ideologica». Non la pensano così i partiti dell'opposizione. Parole «pericolose », controbatte il senatore del Pd, Filippo Sensi: per lui, il titolare del Viminale «ha perso il senso dello Stato». Segue l'accusa di Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato: «L'azione della magistratura risponde al dettato della nostra Costituzione, non al potere esecutivo». Parole dure anche da Angelo Bonelli di Avs: «Il governo vuole smantellare gli organismi di garanzia costituzionale ». E il M5s invita «Meloni e soci a prendere atto del fatto che la Corte suprema ha raccolto un'ampia dottrina che solleva pesanti dubbi sulla compatibilità tra il progetto del governo e la Costituzione». A finire sotto accusa, inoltre, sono i dubbi costituzionali legati agli sgomberi delle case, contenuti nel decreto sicurezza. È Confedilizia ad alzare il polverone: «È preoccupante che magistrati si preoccupino del disagio che si provoca a chi deve restituire ciò che ha rubato, e non di chi è stato vittima di un furto», scrive il presidente Giorgio Spaziani Testa citando un passaggio della relazione sul decreto sicurezza, al centro di aspre polemiche.

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