Lettera aperta al quotidiano Libertà del sig. Giovanni Monti
Egregio direttore,
a proposito della richiesta dell'onorevole Foti di
fare pattugliare le strade della nostra città
dall'Esercito per tenere sotto controllo una situazione della sicurezza a suo vedere assolutamente preoccupante e senza la possibilità di ricondurla sotto controllo se non manu militari, mi viene
da chiedermi che fine abbiano fatto le famose (almeno all'epoca) "ronde padane" di cui, a suo tempo, si era addirittura occupato il Parlamento. D'accordo, erano altri tempi: il "comandante" della
Lega era il senatore Bossi, il Parlamento aveva deliberato che il presidente Berlusconi aveva ritenuto, in perfetta buona fede, che Ruby fosse la nipotina del presidente egiziano Mubarak, eccetera. Per quel che ricordo le suddette "ronde" avevano effettuato qualche giro dimostrativo nelle
zone ritenute calde della città: Giardini Margherita, via Roma, qualche quartiere periferico, e si
era dato giusto rilievo alla presenza, in una di queste operazioni castigamatti, dell'europarlamentare Borghezio. Non ricordo altre azioni di rilievo
e altrettanto miglioramento delle situazioni critiche. Se non sbaglio tali situazioni sono rimaste,
più o meno, le stesse e, in parte, sono un po' migliorate grazie a un'azione più mirata delle varie
forze di polizia e a un atteggiamento dei piacentini un po' più aperto alla possibilità di accettare
la presenza degli stranieri e alla loro integrazione
da noi come in ogni altra parte d'Italia e del mondo. Qualcuno può segnalarmi se la mia visione
non è corretta e indicare, invece, in quali luoghi e
circostanze le "ronde" in questione si sono dimostrate utili e risolutive di situazioni che le normali istituzioni non erano state capaci di affrontare
e risolvere?
Giovanni Monti
Piacenza
La replica del Direttore di Libertà Pietro Visconti
Piedi di piombo, quando si discute di sicurezza in bilico. Sempre. L'onorevole Foti ha chiesto i soldati in strada a Piacenza, in aggiunta alle forze dell'ordine, dopo l'episodio della
notte di fine novembre: in piazza Cavalli un immigrato in fuga da un controllo colpì con
un coltello un netturbino, salvato anche dal portafogli che fece scuso alla lama. L'aggressore gridò Allah Akbar, poi in tribunale spiegò che era un'esclamazione senza contenuti di fanarismo religioso (e ci si può credere) e disse pure che non voleva fare del male ma si era difeso (e
questa cosa invece è nel campo dell'incredibile). Per completezza di cronaca, va aggiunto che
l'uomo nel frattempo ha compiuto vari gesti di violenza e di orribile autolesionismo in carcere,
tanto che è stata chiesta una perizia psichiatrica. Una coltellata in piazza Cavalli in ogni caso fa
impressione, giustamente. E' nel novero delle possibilità che un parlamentare di destra, molto
attento alle vicende del suo territorio, si rivolga al ministero dell'Interno e chieda rinforzi dell'Esercito con la finalità di non lasciare nulla di intentato per rassicurare i cittadini. Va ricordato che una
richiesta simile fu fatta anni fa dal sindaco Dosi ala guida di un'amministrazione di centrosinistra. L'idea è stata vagliata e respinta, come i lettori di "Libertà" hanno potuto leggere, sulla base
di un'istruttoria che Roma ha avuto dalla Prefettura. La sostanza è che i dati della criminalità a
Piacenza hanno un trend sotto controllo, anzi in diminuzione. Una dinamica istituzionale esemplare. Diritto di sollecitare, dovere di accertare e rispondere motivatamente. Dunque non c'è bisogno di soldati in strada. Dunque - questo è l'altro lato della medaglia - il lavoro normale delle
forze dell'ordine (dalla Polizia di Stato ai Carabinieri alla Polizia locale alla Guardia di Finanza)
dà buoni risultati. Giustamente il signor Monti lo sottolinea, contrapponendo questo lavoro "da
mediani" alle azioni estemporanee delle "ronde padane" del tempo che fu, e davvero a sentire
citare Bossi e Borghezio e Berlusconi e Ruby sembra il secolo scorso. Ovviamente l'auspicato (da
Foti) concorso dei militari non avrebbe avuto nulla in comune con il carattere improvvisato delle ronde autogestite che furono un'iniziativa del tutto propagandistica. Sta di fatto che, per ora,
le autorità di governo ritengono la situazione di Piacenza priva di caratteri di emergenza.
Pietro Visconti
Libertà