IL RECOVERY PLAN
Nessuna cattiva sorpresa di fine anno per l'Italia. La Commissione europea, come aveva anticipato nelle settimane scorse, ha dato luce verde all'erogazione degli 8,7 miliardi - 6,9 miliardi di euro in prestiti e 1,8 miliardi di euro in sovvenzioni - che compongono la sesta rata del Pnrr. L'esborso dei fondi è arrivata in una giornata particolare per la storia del Recovery Plan europeo: le risorse erogate complessivamente ai 27 Paesi membri hanno toccato quota 300 miliardi su un totale di 650. E, in questo contesto, l'Italia è il Paese ad aver ricevuto di gran lunga di più, ovvero 122,2 miliardi. «L'erogazione è frutto di un intenso lavoro, svolto in sinergia anche con la Commissione europea, che ci spinge a proseguire in questa direzione per il benessere» dell'Italia, ha sottolineato via X la premier Giorgia Meloni. L'Italia è lo Stato che ha ricevuto più soldi anche perché era quello che ne aveva chiesti di più. Ma, almeno finora, è anche uno dei pochi Paesi che sta tenendo il passo con le scadenze delle rate del Next Generation Ue. C'è «l'impegno del Governo per formalizzare, entro fine anno, anche la richiesta di pagamento della settima rata, pari a 18,3 miliardi di euro», ha annunciato il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti. La sesta richiesta di pagamento, che ha ricevuto la valutazione preliminare positiva della Commissione lo scorso 26 novembre, includeva 39 tappe e obiettivi riguardanti diversi ambiti: dalla lotta al lavoro sommerso alle riforme nella pubblica amministrazione e nella politica fiscale, fino al sostegno agli anziani non autosufficienti. Tra gli obiettivi figurano «la realizzazione di nuove infrastrutture per il trasporto del gas e per l'autonomia energetica dell'Italia, il rinnovo della flotta per il comando nazionale dei vigili del fuoco, i crediti d'imposta per la transizione ecologica 4.0 e l'attivazione della misura per la transizione ecologica 5.0», ha spiegato in una nota il governo.
Libertà