La premier il 17 in missione a Washington, proporrà la formula «zero su zero»
Recuperare 25 miliardi dalla revisione di risorse europee per far fronte all'emergenza dazi con misure di sostegno all'economia: è l'obiettivo che la premier Giorgia Meloni ha indicato alle associazioni delle imprese. Tra le pieghe del Pnrr 14 miliardi «possono essere rimodulati per sostenere l'occupazione e aumentare l'efficienza della produttività », ha spiegato la presidente del Consiglio, aggiungendo che nell'ambito dei fondi per la coesione e dal Piano Energia e Clima «circa 11 miliardi di euro possono essere riprogrammati a favore delle imprese, dei lavoratori e dei settori che dovessero essere più colpiti». La strada passa per l'Europa, per «un forte negoziato con la Commissione Ue per un regime transitorio sugli aiuti di Stato e una maggiore flessibilità» nella revisione dei fondi. Con un impegno «a individuare tutte le risorse, partendo da quelle disponibili che non hanno un impatto sulla finanza pubblica». Meloni, che il 17 aprile andrà a Washington dove ha annunciato che proporrà a Trump «la possibilità di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti» fra Usa ed Europa con la formula «zero per zero», ha lanciato un invito alle categorie produttive, al mondo del Made in Italy e a tutte le organizzazioni datoriali e sindacali, ad «un nuovo patto per fare fronte comune rispetto alla nuova delicata congiuntura economica che stiamo affrontando». La crisi innescata dai dazi, ha sottolineato, può essere «un'occasione per rendere il nostro sistema economico più produttivo e competitivo ». Convocate a Palazzo Chigi dal governo sull'emergenza dazi, le imprese hanno lanciato un allarme a 360 gradi, dal «rischio di una pandemia economica» come ha sottolineato Confartigianato. L'impatto che si teme, pesante, non è solo quello diretto sull'export verso gli Stati Uniti, ma quello di un effetto domino, fino ai consumi delle famiglie che potrebbero vedere una minore crescita per 11,9 miliardi in due anni, come calcola Confesercenti. Che il governo non stia sottovalutando le preoccupazioni di industriali, pmi, agricoltori, artigiani e commercianti è evidenziato dalla convocazione delle riunioni nella Sala verde di Palazzo Chigi: oltre alla premier c'erano i vice Antonio Tajani e Matteo Salvini (in videocollegamento), i ministri Giorgetti, Urso, Foti e Lollobrigida, i sottosegretari Mantovano e Fazzolari. Tre tornate di confronto: alla prima di oltre un'ora era presente anche il presidente di Confindustria con l'Ice e la Camera della Moda, poi le associazioni di pmi e artigiani, terzo round con le associazioni dell'agricoltura. Tutti hano chiesto sostegno, misure straordinarie, «misure di crisi», come ha spiegato Confcooperative.
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