PREOCCUPAZIONE BIPARTISAN «CON CAI RISCHIO DI PERDERE UN CENTRO DECISIONALE»
E' rimasta a guardare fino ad
oggi «perchè, in fondo, queste elezioni riguardano un ente privato»
e «sono i soci a decidere». Tuttavia, interpellata sul futuro del consorzio, non nasconde la preoccupazione che il progetto Cai (Consorzi agrari d'Italia) possa contribuire a sottrarre al territorio piacentino un altro centro decisionale. Nel giorno in cui si concludono
le elezioni per il rinnovo dei vertici di Terrepadane - ieri alle 15 l'affluenza era intorno al 30% - la politica locale segue il voto del mondo agricolo con particolare interesse e con parere unanime.
«La Federconsorzi venne fondata
a Piacenza 129 anni fa e fu un errore del fascismo il suo trasferimento a Roma - premette Tommaso Foti, deputato di Fratelli
d'Italia -. E' certo che l'economia
agricola del nostro territorio ha
sempre ricevuto dalla rete provinciale dei consorzi agrari un supporto indispensabile per il suo sviluppo. Il legame di Piacenza con il
"suo" Consorzio è dunque qualcosa di profondo che neppure le
inevitabili trasformazioni del mercato e dell'economia hanno scalfito. In tale ottica vanno lette anche le scelte che due differenti (per
colore politico) amministrazioni
comunali hanno condiviso per ridisegnare sotto il profilo urbanistico l'area di via Colombo. Non
entro nel merito dell'attuale disputa, pur non potendomi esimere dal
rilevare che certi toni, quando non
l'evocazione delle aule di giustizia,
fanno male all'agricoltura piacentina in generale, un settore in cui
la stretta di mano vale più di un
contratto». Il deputato prosegue:
«Non penso sia un caso se, una settimana fa, in Valtidone, un anziano ex amministratore della Coldiretti, non solo rimpiangeva con me
i tempi della "bonomìana", ma mi
diceva che questa disputa era fonte per lui di grave sofferenza. Vinca, in ogni caso, chi ha più consenso tra i soci, come è giusto che sia,
ma vinca per mantenere a Piacenza Terrepadane, la sua storia, la sua
tradizione, i suoi dipendenti. Piacenza ha già perso tanti, troppi
centri direzionali: non è proprio il
caso che - per compiacere i voleri
romani di qualcuno - a pagare sia
ancora il nostro territorio».
«Aldilà delle legittime posizioni
delle due liste candidate alle elezioni consortili, mi permetto di
esprimere un concetto chiaro e di
fondo. Il progetto CAI, per come lo
conosco personalmente, mi appare come un processo a tratti rischioso e che potrebbe mettere in
difficoltà il nostro territorio» afferma Matteo Rancan, consigliere regionale della Lega.
«In questo momento dobbiamo
investire perché le istituzioni rimangano il più vicino possibile a
Piacenza. Non possiamo permetterci di perdere la vicinanza dei nostri enti, e per come ho sempre visto io,seppur da esterno, Terrepadane è sempre stato un consorzio
vicino al territorio e così deve rimanere». La pensa allo stesso
modo anche il collega di partito
Giampaolo Maloberti, responsabile del dipartimento agricoltura della Lega di Piacenza nonché socio di Terrepadane: «Il consorzio
agrario che al sottoscritto piace ancora definire così deve e dovrà rispettare i valori della territorialità
per continuare ad essere un punto di riferimento dell'agricoltura
piacentina. Del progetto Cai oggi
non si conoscono i termini esatti e
le precedenti esperienze non sono sicuramente confortanti. Manca un punto fondamentale: la
chiarezza. In un momento come
questo non dobbiamo sottovalutare l'aspetto della tutela occupazionale. Il futuro dell'ente passa da
qui».
Anche per Katia Tarasconi, consigliera regionale del Partito Democratico, «sono i soci a scegliere democraticamente i propri vertici e
qualsiasi risultato andrà rispettato». «La preoccupazione è che però si vada a perdere qualcosa che
oggi funziona. Il Consorzio ha bilanci positivi da sedici anni. Rischiamo di perdere centri decisionali e investimenti locali. E qualche dubbio sul piano industriale
di Cai rimane: mi chiedo quale
guadagno ne tragga Piacenza da
questo progetto».
«Vinca la piacentinità»
Sul tema delle elezioni del Consorzio prende posizione via Twitter
anche Corrado Sforza Fogliani,
presidente della Banca di Piacenza: «L'augurio - scrive - è che la piacentinità la vinca e che venga evitata l'ennesima spoliazione in danno del nostro territorio»
Libertà