Incontro fra esponenti del Comitato, la sindaca e i parlamentari La prossima settimana un confronto con il ministero della Difesa
Doccia fredda sulla richiesta di
liberare ad uso pubblico i primi 40-
50 mila metri della Pertite non interessati da bonifica.
E' arrivato ufficialmente il "no" dei
militari dopo gli accertamenti tecnici, per ragioni di sicurezza. La
convivenza fra un comparto in grigioverde e uno frequentato da adulti e bambini non è praticabile.
La sindaca Patrizia Barbieri aveva
inoltrato il 23 febbraio la richiesta,
condivisa dal Comitato Pertite, senza escludere beninteso - anzi caldeggiando - la progressiva acquisizione di tutta l'area. Barbieri aveva
anche ipotizzato di poter realizzare la necessaria recinzione divisoria a carico del Comune. Ma la strada è sbarrata. L'impegno per il bosco o parco in città però non si ferma.
L'atteso colloquio
La novità, peraltro in parte anticipata settimane fa da Libertà come
voce ancora ufficiosa, non è la sola. E la prossima settimana si terrà
un faccia a faccia, non in presenza
ma in dialogo a distanza, fra la sindaca Patrizia Barbieri, il capo di gabinetto del ministro della Difesa
Giorgio Vezzosi e il generale Michele Giovanni Caccamo, capo dell'ufficio generale dismissioni della Difesa. Lì si capirà come procedere,
almeno si spera.
Entrambe le notizie sono emerse
nel corso dell'incontro in Consiglio
comunale fra la sindaca Patrizia
Barbieri, affiancata dall'assessora
Erika Opizzi (Urbanistica), i rappresentanti del Comitato Pertite Maria Pia Romano, che ne è la presidente e Marco Natali, i parlamentari Tommaso Foti (Fratelli d'Italia),
Pietro Pisani (Lega) e collegata da
Roma Paola De Micheli (Pd).
Impegno corale
Il Comitato aveva chiesto a gran voce un impegno corale dei parlamentari piacentini per scalfire il silenzio di militari, accelerare il processo della dismissione della Pertite e portare a casa il risultato.
Maria Pia Romano ha riassunto gli
innumerevoli passaggi degli ultimi
dodici anni per ottenere il parco
nell'area di 270 mila metri quadrati di cui l'89 per cento a boscaglia e
il resto occupato da capannoni dismessi: «Piacenza è attanagliata
dall'inquinamento, abbiamo bisogno del parco, occorrono 15 metri
quadrati di verde per abitante e ce
ne sono solo 3,5». Natali ha sottolineato come la sindaca si sia sempre impegnata, già con la posizione votata in consiglio nel 2017, sulla destinazione a verde, ma ora a fine mandato «sarebbe importate
portare a casa il risultato» per mettere al riparo la destinazione, par di
capire. Oltretutto, fanno notare Romano e Natali, i militari stessi hanno sempre dichiarato che la Pertite non è di loro interesse, anzi è un
costo.
La task force dice "no"
Il senatore Pisani, dopo alcuni accertamenti romani, ha annunciato senza ombra di dubbio che la
task force preposta alla verifica tecnica sulla dismissione parziale non
l'ha ritenuta praticabile. Ma per l'intera partita «non sembra ci siano
problemi - ha aggiunto - una volta
realizzata la pista carri alternativa
a quella della Pertite nella Staveco».
Costo stimato 1,2 milioni di euro.
Tutto però «viene subordinato»
all'incontro con il ministro della Difesa Lorenzo Guerini (Pd).
E peraltro sul capitolo economico,
la sindaca non nasconde le perplessità di mettere a bilancio denari destinati a realizzare una pista su terreno altrui (dei militari).
In quanto all'incontro atteso con i
militari, più facile a dirsi che a farsi, dopo venti giorni di tentativi vani da parte della sindaca. La parlamentare De Micheli, da parte sua,
ha sollecitato il confronto tramite
il capo di Gabinetto del ministro
della Difesa e giusto nel corso
dell'incontro piacentino Vezzosi
stesso ha richiamato la sindaca, che
si è appartata e poi rientrando ha
comunicato la certezza del prossimo scambio di vedute, finalmente
in agenda a breve.
«Conferenza dei servizi»
Da Foti arriva il suggerimento di richiedere l'istituzione di una conferenza dei servizi con presenza del
ministero Difesa e del Comune. Per
decidere le pre-condizioni e poi stilare un nuovo protocollo condiviso sulla Pertite.
Non sarebbe certo il primo, avverte, molti se ne sono firmati, ormai
scaduti, si parla da anni del famoso trasferimento della pista di prova per i carri armati. In una delle ultime intese, diversi anni fa, si presero impegni anche a livello regionale per la costruzione della pista,
mentre il Comune si era impegnato a identificare l'area e il Demanio
a farsi carico della bonifica superficiale e anche dei manufatti. Tutto
questo approdò a un nulla di fatto.
Ora l'impegno - avverte Foti - è necessariamente per un protocollo
nuovo ma che indichi chiaramente chi fa cosa e in quali termini.
Una pista carri si realizza in pochi
mesi, se c'è la volontà, a meno che
la pista non sia «un alibi».
L'invito è anche quello di effettuare una valutazione reale e certa di
tutti i costi, incluso l'abbattimento
dei fabbricati, la sistemazione
dell'area, la bonifica superficiale.
Mentre sembra escluso che ci sia
un problema di amianto, ha detto
intervenendo a sua volta Maria Pia
Romano. Un'altra idea di Foti è
quella di accelerare i tempi con la
richiesta di un comodato d'uso per la Pertite su 99 anni, forse una via
più praticabile dopo anni di silenzio sulla dismissione invece ai sensi del federalismo fiscale.
Foti ha anche ricordato di essere
sempre stato a favore del parco,
quando nel 2017 i voti di Fratelli
d'Italia furono «determinanti» per
far passare il provvedimento.
Nessuno molla
A conti fatti, la sindaca ha rinnovato il suo impegno per ottenere un
risultato. Il Comitato Pertite insiste
a questo punto con «tutto e subito»
e i parlamentari sembrano orientati a lavorare a questa difficile missione dai tempi infiniti.
Libertà