Regione (Archivio)

Terme di Salsomaggiore, Accentour Ltd: conflitti con il personale e 'aria di rinuncia', la Regione intervenga

Data: 12/05/2016
Numero: 2643
Soggetto: Sottosegretario alla presidenza
Data Risposta: 26/07/2016

Per sapere, premesso che:- 

Terme di Salsomaggiore e Tabiano s.p.a. è una società a partecipazione pubblica totalitaria (attualmente, così ripartita: 60.95% comune di Salsomaggiore, 23.42% regione. Emilia-Romagna e 15.61% provincia di Parma) avente per oggetto "la valorizzazione e lo sfruttamento di acque termali, attività accessorie e complementari nonché la gestione di esercizi pubblici di cura, turistici, ricreativi e alberghieri";

detta Società è stata ammessa al concordato preventivo con Decreto del Giudice Delegato del Tribunale di Parma in data 22/02/2016. Nello specifico si tratta di un concordato liquidatorio con cessio bonorum, la qualcosa implica che, una volta omologato il concordato, gli organi della procedura - Giudice Delegato, Commissario e Liquidatore - intraprenderanno la vendita con procedure competitive, quindi di evidenza pubblica, giuste le norme della vigente legge fallimentare;

nel Piano concordatario presentato risultano affittati il ramo d'azienda termale {24/3/2015) a T.S.T. Srl e il ramo alberghiero {28/5/2015) ad Accentour Ltd; 

le predette società hanno formulato, in ordine ai rami d'azienda in affitto, due distinte promesse irrevocabili d'acquisto:

Accentour Ltd in data 5 Febbraio 2016 ha, infatti, formulato una proposta d'acquisto del ramo d'azienda costituito da "Grand Hotel Porro", dalla palazzina denominata "Rank Xerox" e di tutti i beni costituenti il ramo d'azienda "Hotel Valentini" (ad esclusione dell'immobile ove l'attività viene esercitata) per un importo complessivo pari a 3.5000.000,00 euro , oltre all'accollo - una volta accettata la proposta in questione - del debito maturato da Terme di Salsomaggiore e Tabiano Spa nei confronti dei dipendenti trasferiti dalla stessa ad Accentour Ltd in virtù del contratto d'affitto d'azienda; 

TST srl, in ragione di quanto previsto all'articolo 15, punto b) del contratto d'affitto d'azienda, ha formulato una proposta - da perfezionare entro il termine massimo del 30 gennaio 2017 - per l'acquisto da Terme di Salsomaggiore e Tabiano Spa dei rami d'azienda oggetto di contratto d'affitto (Ramo Terme di Tabiano, Ramo Terme di Salsomaggiore noto anche come "Zoia", Ramo Villa Igea, Ramo prodotti e shop a marchi Salsomaggiore e/o Tabiano) per un importo complessivo di 11.5000.000,00 euro, oltre all'accollo dei debiti maturati nei confronti dei dipendenti trasferiti per trattamento di fine rapporto, ferie ed eventuali altri ratei e mensilità pregresse, così come risultante dalla situazione contabile alla data del trasferimento; 

dette proposte risultano condizionate all'omologa del concordato di cui sopra;

come noto prosegue ormai quotidianamente il braccio di ferro tra i gestori degli alberghi Porro e Valentini di Salsomaggiore Terme (titolari del contratto d'affitto d'azienda con la società Accentour Ltd) e i dipendenti della predetta società; 

il clima si sta ogni giorno surriscaldando e il confronto si fa sempre più aspro, come emerge anche dalla lettura della stampa locale (vedi Gazzetta di Parma del mese di maggio); 

l'Albergo Valentini è rappresentato da un immobile oggetto di leasing ora risolto e, dopo la risoluzione del contratto d'affitto d'azienda di quest'ultimo, Accentour Ltd risulta oggi titolare di un contratto d'affitto d'azienda ristretto al solo Hotel Porro, mentre l'Hotel Valentini - a breve - rientrerà nella disponibilità del pool di istituti di credito eroganti il leasing; 

vi sono fondate preoccupazioni che il piano concordatario a suo tempo presentato, alla luce dei fatti esposti e soprattutto della situazione in cui versa Accentour Ltd che - sempre secondo notizie di stampa - sarebbe orientata a rinunciare il contratto d'affitto d'azienda, potrebbe non essere omologato, con le relative e negative conseguenze; 

se la Giunta Regionale non ritenga che la situazione per come sopra rappresentata metta a rischio la coltivata idea di futuri sviluppi del comparto termale in questione e se la società Terme di Salsomaggiore e Tabiano Spa intenda verificare - attraverso procedure di evidenza pubblica - la sussistenza di manifestazioni d'interesse (da proporre agli organi della Procedura) finalizzate all'affitto dei rami d'azienda di cui oggi è titolare Accentour Ltd, nel caso di rinuncia di quest'ultima.

Tommaso Foti

In data 21/06/2016 l'Interpellanza non è stata illustrata poiché il Sottosegretario Rossi ha chiesto il raddoppio dei tempi per fornire la risposta, seppure con un inevitabile strascico regolamentare polemico, a seguire:

OGGETTO 2643

Interpellanza circa lo sviluppo del comparto termale, con particolare riferimento alla situazione riguardante la società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA ed alle relative procedure di affitto di rami d'azienda. A firma del Consigliere: Foti

(Dichiarazione ai sensi dell'art. 116, comma 3, del Regolamento interno)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l'oggetto 2643: Interpellanza circa lo sviluppo del comparto termale, con particolare riferimento alla situazione riguardante la società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA ed alle relative procedure di affitto di rami d'azienda. La presenta il consigliere Foti.

La parola il sottosegretario Andrea Rossi. Prego.

 

ROSSI Andreasottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Chiedo la possibilità, in virtù dell'ex articolo 116 del Regolamento interno dell'Assemblea, di poter raddoppiare i tempi e portare la discussione in aula entro il 18 luglio.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

Prego, consigliere Foti. Ha due minuti a disposizione.

 

FOTI: Signora presidente, a dire il vero, io avevo il diritto di illustrare l'interpellanza. Poi il sottosegretario poteva appellarsi o meno alla norma a cui si è richiamato.

Io mi permetto di fare un discorso diverso. Come lei sa, noi iscriviamo le interpellanze all'ordine del giorno nel momento in cui sono maturati i tempi per iscriverle. Mi pare ovvio che la Giunta debba far presente prima, non in aula, quando non dispone delle informazioni per poter rispondere alle interpellanze. Tant'è vero che per quelle a risposta scritta sistematicamente arriva l'avviso, ma arriva l'avviso esattamente il giorno in cui scade il termine dei trenta giorni. Noi abbiamo iscritto due interpellanze all'ordine del giorno solo sulla base del fatto che i trenta giorni canonici erano trascorsi. E il fatto che oggi si avanzi questa richiesta significa semplicemente che la Conferenza dei Capigruppo, così come l'Ufficio di Presidenza, perde del tempo.

Sia ben chiaro che noi non le abbiamo iscritte con atto di nostra volontà, ma le abbiamo iscritte semplicemente perché gli uffici hanno passato la nota che i termini regolamentari per l'iscrizione dell'interpellanza erano scaduti. È evidente - e non bisogna leggere il Regolamento – che, quando si chiede una proroga, la si chiede non a termine scaduto, sennò si chiama sanatoria. Il termine è prorogato proprio perché, non essendo ancora scaduto, lo si differisce nel tempo.

Mi pare che sia un'anomalia di questa Assemblea legislativa quanto è accaduto oggi, perché dall'inizio di questa consiliatura non si è mai rappresentata una situazione similare. Allora, presidente, al di là di quello che lei intende fare, dato che domani è convocato l'Ufficio di Presidenza, porrò la questione all'Ufficio di Presidenza e poi alla Giunta per il Regolamento, perché non si possono giocare le partite con l'arbitro venduto e i guardalinee orbi.

Torno a ripetere che, in relazione agli atti di sindacato ispettivo, mentre le risoluzioni, come voi sapete, sono una scelta che operano i Gruppi consiliari per accordo assunto all'inizio della consiliatura, quindi non si dà luogo a un ordine cronologico ma a un "ordine" di importanza o di contestualità dei temi rispetto al momento politico, per quanto riguarda le interpellanze non abbiamo mai proceduto in modo differente. Nessuno nega che la Giunta possa chiedere - ci mancherebbe altro, lo fa sempre - una proroga dei termini. Ma non è ammissibile che la Giunta chieda una proroga dei termini in aula. Del resto, qualora eventualmente si concedessero cinque o sei proroghe di questa natura, un consigliere, convinto che l'assemblea legislativa inizia alle 15 con le interpellanze, arriverebbe in aula e scoprirebbe che non ce n'è neanche una.

Aggiungo un'ultima considerazione. Il tema è delicato, l'assessore è assente, mi pare che sulle Terme di Salsomaggiore qualcuno si sia rivelato una Cassandra qui dentro. Allora, vorremmo avere almeno la rassicurazione da parte della Presidenza che interverrà con l'imparzialità che è dovuta in ordine a queste due vicende, perché è ovvio che, assieme alla mia, seguirà identica sorte quella presentata dal collega Rainieri.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Domani sarà argomento in Ufficio di Presidenza. Comunque, rivolgo ugualmente l'invito alla Giunta, come è previsto, in coerenza con la richiesta del sottosegretario, dal comma 3, articolo 116 del Regolamento, preliminarmente alla seduta, come solitamente accade, di trasmettere la richiesta del raddoppio dei tempi.


DIBATTITO IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA (26/07/2016)


OGGETTO 2643

Interpellanza circa lo sviluppo del comparto termale, con particolare riferimento alla situazione riguardante la società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA ed alle relative procedure di affitto di rami d'azienda. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l'oggetto 2643: Interpellanza circa lo sviluppo del comparto termale, con particolare riferimento alla situazione riguardante la società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA ed alle relative procedure di affitto di rami d'azienda, a firma del consigliere Foti. 

Risponde l'assessore Corsini.

La parola al consigliere Foti per illustrare l'interpellanza. 

 

FOTI: Rinuncio all'illustrazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola all'assessore Corsini.

 

CORSINIassessore: La Giunta naturalmente ha sempre riconosciuto le difficoltà in cui versano le Terme di Salsomaggiore e di Tabiano, che influenzano, come veniva ricordato nell'interpellanza, non tanto e non solo lo sviluppo del comparto termale, bensì, nel caso di Salsomaggiore in particolare, il consolidamento di questo comparto che, a livello regionale, è rappresentato da numerose realtà.

È evidente che questo comparto nell'ultimo decennio o anche nell'ultimo ventennio ha subìto a livello nazionale, quindi anche regionale, un periodo di continua difficoltà, dovuto, com'è noto, all'incrementarsi dei costi di gestione, all'emergere di nuovi competitor – basti pensare agli alberghi con le spa integrate –, ma anche al modificarsi dei bisogni della domanda degli utenti, domanda che è andata contraendosi sensibilmente per le terme che offrivano servizi tradizionali.

In questo senso è opportuno rammentare anche che la situazione di Salsomaggiore e di Tabiano era ed è di particolare complessità e difficoltà già da diversi anni e che tutti i tentativi delle precedenti gestioni amministrative, di varia natura, dalla cessione dei rami ai nuovi investimenti per il rilancio, non hanno dato finora gli esiti sperati o in alcuni casi hanno reso la situazione ancora più complicata.

Occorre anche ricordare che la Regione Emilia-Romagna, in qualità di socio delle Terme di Salsomaggiore e di Tabiano, ha seguito sempre con attenzione tutte le fasi relative alla riorganizzazione societaria, all'elaborazione dei Piani industriali, alla ricerca di partner interessati al rilancio societario.

Nell'ultimo decennio di vita della società la Regione ha sostenuto ogni tentativo finalizzato alla ricerca di un futuro di sviluppo e di un rilancio economico industriale di un compendio, come abbiamo detto, strategico per la nostra Regione, non solo per il territorio salsese.

Preso atto delle criticità che l'attuale situazione presenta e del fatto che le strade percorribili sono condizionate dagli sviluppi della procedura di concordato, la Giunta ritiene che l'offerta termale del territorio salsese presenti delle caratteristiche di qualità delle acque, di diversificazione dell'offerta, di attrattività del territorio in grado, nonostante la situazione attuale, di prefigurare uno scenario futuro di crescita e sviluppo.

È ovvio che per trasformare questo scenario in fatti concreti è necessario che tutti i soggetti, privati e pubblici, che operano nel territorio si facciano promotori e partecipi di un progetto comune e condiviso; un progetto dove ciascuno sia chiamato a riversare la propria esperienza e le proprie capacità e, laddove è possibile, anche a effettuare nuovi e necessari investimenti, quindi un progetto per un rilancio economico diffuso capace di coinvolgere tutti gli attori del sistema di Salsomaggiore.

Allo stato attuale, come più volte abbiamo già ribadito, sempre tenendo a mente che siamo nell'ambito di una procedura concorsuale in base alla quale è il tribunale l'unico organo attualmente competente a definire ogni attività di natura straordinaria che riguardi la società, si conferma che la società Terme si è da tempo attivata per ricercare soluzioni alternative che possano generare maggiore soddisfazione soprattutto per i lavoratori, anche tramite procedure ad evidenza pubblica.

Naturalmente va da sé che qualora si dovessero verificare delle manifestazioni di interesse concrete (cosa che per il momento non è avvenuta) e fattive, la società Terme sarà impegnata a proporle per tramite di specifiche istanze agli organi della procedura.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Corsini.

La parola al consigliere Foti, che ha otto minuti.

 

FOTI: Assessore, lei ha correttamente ricostruito un po' la problematica del settore termale. Indubbiamente anche Salsomaggiore ha problemi che derivano da una diversificazione della clientela che una volta aveva meno offerta e oggi, indubbiamente, ha più alternative alle terme tradizionali. Tuttavia, vorrei far presente che stiamo parlando anche di una società i cui asset sono stati definiti in più Piani industriali.

Lei, assessore, ha sorvolato sulla ricostruzione dei Piani industriali approvati in questi anni, ma quei Piani industriali approvati anche da un Consiglio d'amministrazione nel quale sedeva un rappresentante della Regione, uno dopo l'altro, hanno miseramente fallito. Io non penso che i Piani industriali che sono stati redatti nel passato non tenessero presente e conto dell'andamento della cosiddetta clientela del settore, oggi però noi siamo in una situazione paradossale, perché abbiamo due degli alberghi più significativi di quella cittadina, uno che praticamente è stato restituito alla società di leasing e l'altro che viene "gestito" da chi, in più occasioni, ha dichiarato di non essere più interessato alla gestione della struttura alberghiera. Dico anche che a differenza di altre volte dove si possono essere verificati atti casualmente, qui un po' Cassandra siamo stati sul punto, perché non a partire dalla Regione, ma a partire anche dall'amministratore delegato della società interessata, il dottor Garibaldi, il collega Rainieri sicuramente con più periodicità, essendo del territorio, ma anche chi parla ha continuato a porre in evidenza che Accentour per il passato, che non passa a questo punto, non era forse il soggetto migliore da individuare per quella operazione, che vorrei ricordarle, assessore, prevedeva, tra le tante cose, che gli affidatari della gestione d'azienda facessero un'offerta irrevocabile d'acquisto entro un certo periodo e in un certo modo riscattassero gli alberghi medesimi.

Queste dichiarazioni di disponibilità sono state messe agli atti e figurano nel Piano finanziario; un Piano che in un certo senso tiene in piedi la procedura concorsuale. Se oggi coloro i quali si sono impegnati a ritirare gli alberghi dicono "no, grazie", io non so francamente come, anche attraverso la miglior volontà del curatore, si potrà arrivare ad una situazione che, anziché portare dal concordato in bonis, porti dal concordato al fallimento, che era quello che volevamo evitare tutti.

Potremmo, allora, facilmente attribuire le colpe a chi talvolta si è conferito mostrine di merito non avendone alcuno, però io ritengo, assessore, che su questa vicenda anche la Regione forse sia vittima di certe ottimistiche previsioni. Ma, scusate, nessuno degli operatori presenti in Emilia-Romagna nel settore alberghiero era realmente in grado di intervenire? E le porto un esempio. A Piacenza ha chiuso il più bell'albergo della città, il Grand Hotel Roma, ma dopo appena due settimane è arrivato un operatore di Parma e oggi funziona né più né meno come prima a pieno regime, anche a seguito di un notevole ammodernato della struttura. Non è che io ritenga che soltanto una società con sede in Inghilterra potesse preoccuparsi dell'Hotel Valentini e dell'Hotel Porro. Dobbiamo essere onesti al riguardo. Probabilmente, gli operatori, anche quelli locali, non se la sentivano di intervenire in queste condizioni. Ma se non ci si sente in grado di intervenire, onde evitare di fare brutta figura ed essere costretti a riconsegnare le chiavi agli azionisti, dicendo "scusate, ci siamo sbagliati", penso che il piano industriale avrebbe dovuto attentamente valutare quello che era un asset significativo non solo sotto il profilo del bilancio di Terme di Salsomaggiore e Tabiano Spa, perché lei capisce che due degli alberghi più significativi di quell'area, che di fatto sono inutilizzabili, rappresentano a maggior ragione una caduta di prestigio e di presenze per quella località, che tra l'altro doveva essere a suo tempo assistita in ben altro modo. Del resto, ricordiamo ancora bene quando si sosteneva che occorreva collegare Salsomaggiore anche sotto il profilo della rete ferroviaria e che, comunque, bisognava intervenire su più aspetti. Purtroppo, quelle sono rimaste soltanto parole. Pazienza, probabilmente era una visione ottimistica, a cui non è seguito nulla di concreto.

Ad ogni modo, oggi siamo in una situazione particolarmente delicata e vi chiedo: se si arriva al fallimento delle Terme, vi rendete conto che è anche un fallimento degli azionisti pubblici, che non solo in quella società hanno investito decine di milioni di euro di danaro pubblico, ma che hanno anche dimostrato che era meglio che non si mettessero a giocare a fare gli imprenditori.

Mi permetto, quindi, di rilevare che forse, anziché spocchiosamente ritenere di aver risolto tutto in quanto si era formata una cordata importante – e vorrei far presente che di quella importante cordata forse gli azionisti più significativi son venuti meno, ma questo è un altro paio di maniche –, sarebbe stato meglio chiedere all'amministratore delegato di tenere i piedi per terra. Peraltro, l'amministratore delegato, che effettivamente ha grandi capacità, perché riesce un giorno a essere anche consulente di Carige – e speriamo in bene per Carige nel futuro, non certo per lui, perché vedo che sul mercato azionario qualche problemino lo nutre ancora, nonostante l'apporto significativo di denaro del dottor Malacalza –, ha avuto mano libera su tutto. Il sindaco Frittelli non ha mancato giorno che facesse presente che Salsomaggiore era rinata. Ma, a ben vedere, siamo nelle condizioni forse peggiori – mi scusi, assessore – di qualche anno fa. E non le dico dove hanno portato il presidente Bonaccini. Sono talmente geniali che l'hanno portato anche a un tavolo sconveniente, quantomeno sotto il profilo etico, non sotto il profilo politico.

Io penso, allora, assessore, che i soci pubblici debbano guardarsi in faccia e dire esattamente a che gioco stanno giocando. È vero che gran parte di questo discorso non dipende più dal socio pubblico, ma soltanto da chi sta curando la procedura, però per esperienza è altrettanto vero che, se portate all'organo della procedura ed evidenziate qualche imprenditore che abbia voglia veramente di fare impresa su Salsomaggiore, probabilmente, seppure con qualche fatica, il concordato potrebbe stare in piedi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Ha esaurito il suo tempo.

 

FOTI: Finisco il discorso.

Diversamente, per stare in tema, sarà la fine delle Terme di Salsomaggiore.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.



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