Regione (Archivio)

Invaso del Brugneto, Liguria rifiuta rinnovo convenzione per deflusso extra verso Piacenza; Foti: 'mettere mano al disciplinare del 1960, e' inattuale'

Data: 27/02/2017
Numero: 4184
Soggetto: Assemblea
Data Risposta: 28/02/2017

Per sapere, premesso che: - 

la concessione dell'invaso del Brugneto include l'impegno a rilasciare defluire in alveo 2,5 milioni di metri cubi di acqua nel periodo dal 16 maggio al 15 settembre di ogni anno, giusto il Disciplinare del 5 agosto 1960, n. 10139 e quello suppletivo del 21 febbraio 1987, La detta concessione di derivazione ha scadenza nel 2024 per l'uso idropotabile, mentre per quanto attiene l'uso idroelettrico secondario la scadenza era prevista per il 2014; 

la sentenza della Corte di Appello di Bologna del 20 novembre 2009, ebbe a confermare il giudizio di primo grado che condannava il Comune di Genova al versamento di un miliardo di lire per ciascuna annata dal 1983 al 1987, per non aver ottemperato all'obbligo del rilascio del quantitativo di acqua previsto, così come stabilito nel vigente disciplinare;

l'invaso creato dalla diga del Brugneto ha una capacità massima di 25 milioni di metri cubi e, per l'effetto della piovosità media della zona, alla fine del periodo estivo, quindi della campagna irrigua, risulta contenere comunque un notevole quantitativo d' acqua (attualmente stimato in 18/20 milioni di metri cubi). Per di più, i fabbisogni degli acquedotti della città di Genova si sono drasticamente ridotti, non solo per effetto della diminuzione della popolazione della città (nell'anno 1957, anno di inizio di costruzione diga del Brugneto, vi erano 800.000 abitanti, oggi 630.000), bensì soprattutto per effetto della drastica riduzione di attività dell'industria siderurgica attiva nel capoluogo ligure; 

il 12 luglio 2013 veniva stipulata tra la Regione Emilia-Romagna, la Regione Liguria e la Società Mediterranea delle Acque Spa una convenzione che, relativamente al maggiore rilascio di acqua dall'invaso del Brugneto nel periodo estivo, prevedeva all'articolo 3 per un triennio (nel periodo 16 maggio-15 settembre) la possibilità di maggiorare il deflusso di acqua dall'invaso del Brugneto al fiume Trebbia (da aggiungersi alla quantità che deve normalmente essere già rilasciata ogni anno in base al citato Disciplinare, pari a 2,5 milioni di metri cubi) per un volume "sino" a metri cubi 1,5 milioni; 

in ragione della detta convenzione, su richiesta presentata dalla Regione Emilia-Romagna, la società incaricata dal Comune di Genova ad attuare il rilascio (Società Mediterranea delle Acque S.p.A.), dopo aver verificato la consistenza delle scorte idropotabili, poteva - a sua insindacabile discrezione e salvaguardate, in via prioritaria, le scorte necessarie a garantire le esigenze idropotabili del territorio ligure - provvedere a lasciare defluire il volume d'acqua di volta in volta ritenuto compatibile con le reali eccedenze presenti nell'invaso. 

recenti dichiarazioni rese dal competente assessore della Regione Liguria escludono che la convenzione triennale di cui sopra non solo possa essere corretta - così come risultava indispensabile alfine di sottrarre a Società Mediterranea Acque ogni discrezionalità, per di più esclusiva, in ordine al rilascio dell'acqua - ma anche rinnovata; 

il mancato rinnovo della convenzione che qui interessa è "un disastro annunciato" e il risultato di una fuga in avanti della politica e delle organizzazioni di categoria a suo tempo dall'interrogante denunciata. Invero la scorciatoia della "soluzione politica", alternativa alla strada maestra che vuole che i diritti - che tali sono nel caso di specie - vengano fatti valere nelle sedi competenti e davanti a chi ha il potere e l'autorità per decidere, mostra oggi tutti i suoi limiti. Appare dunque indispensabile tornare a rivendicare i sacrosanti diritti piacentini, consacrati in provvedimenti dello Stato e, da ultimo, mai invocati perché, forse, ignorati, addirittura; 

se e quali iniziative intenda assumere la Giunta Regionale per richiedere la modifica del Disciplinare in premessa evocato, in vigore come detto dal 1960, che norma le condizioni e i termini di rilascio dell'acqua dall'invaso del Brugneto, il quale risulta desueto e non più rispondente alle esigenze del territorio e degli agricoltori piacentini, così anche da evitare che - ogni anno - da parte piacentina si debbano andare a mendicare rilasci d'acqua supplementari.

Tommaso Foti

DIBATTITO INTEGRALE IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA

OGGETTO 4184

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la modifica del disciplinare riguardante l'invaso del Brugneto, al fine di prevedere condizioni per il rilascio dell'acqua che rispondano alle esigenze del territorio e degli agricoltori piacentini. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l'oggetto 4184: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa la modifica del disciplinare riguardante l'invaso del Brugneto, al fine di prevedere condizioni per il rilascio dell'acqua che rispondano alle esigenze del territorio e degli agricoltori piacentini, a firma del consigliere Foti, al quale do la parola.

Risponderà l'assessore Gazzolo.

Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Signor presidente, io non vorrei, anche questa volta, sbagliare nelle mie previsioni, ma generalmente ci azzecco. Purtroppo, quel protocollo d'intesa che era stato sottoscritto con la Regione Liguria per un rilascio supplementare di acqua per i territori irrigui piacentini è scaduto e, con una dichiarazione resa alla stampa dall'assessore regionale ligure, emerge che non c'è alcuna volontà da parte ligure di rivedere questo accordo.

Si potrebbe anche chiudere qui la questione dicendo che la strada maestra era quella di rivedere il disciplinare del Brugnetto e ogni volta che si è andati su questa strada si sono ottenuti ottimi risultati, ottimi risultati confermati anche da sentenze allorquando il Comune di Piacenza, allora retto da un sindaco socialdemocratico, ebbe la volontà e il coraggio di andare avanti gli organi giurisdizionali competenti, tant'è che in Corte d'appello a Bologna venne condannata per 1 miliardo di lire di allora la Regione Liguria in ordine all'omesso rilascio dell'acqua.

Il tema è serio. Su Libertà di oggi, a pagina 19, si legge: "Brugneto. L'acqua in più della diga è vitale per tutta la Val Trebbia". E già qui potremmo chiudere il ragionamento. Peccato che una persona vicina, non sotto il profilo politico, ma sotto il profilo istituzionale, all'assessore Gazzolo, cioè il presidente del Consorzio di bonifica Germani, oggi dica: "Perché la nostra Regione tace?". Era l'occasione per farla parlare.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola all'assessore Gazzolo. Prego.

 

GAZZOLOassessore: Grazie, presidente.

Cerco di essere veloce perché abbiamo tre minuti. Non commento le amicizie. In ogni caso, il protocollo per i rilasci aggiuntivi dal Brugneto è stato sottoscritto nel 2013 per ridefinire le modalità di una sperimentazione triennale volta a soddisfare eventuali situazioni di criticità estive causate dalla carenza di disponibilità di acqua da destinare all'uso irriguo nel piacentino, pur nella salvaguardia delle necessità idropotabili del territorio ligure.

Al centro dell'intesa, dunque, l'obiettivo di delineare strategie di tutela e valorizzazione dell'intera asta fluviale del Trebbia ottimizzando gli usi della risorsa idrica per la qualità dell'ecosistema fluviale, le attività produttive e quelle, ovviamente, turistico-ricreative. Per questo si è previsto un rilascio aggiuntivo, fino a un massimo di 1,5 milioni di metri cubi nei mesi estivi rispetto a quanto già stabilito nel disciplinare di concessione dell'87, che già riconosceva l'impegno a garantire i 2,5 metri cubi d'acqua nel periodo tra il 16 maggio e il 15 settembre di ogni anno.

Il protocollo, frutto dell'azione della nostra Regione (che rivendico, fra l'altro, con orgoglio), è stato sottoscritto anche dalla Liguria, quest'ultima all'epoca rappresentata dall'assessore Renata Briano, e dalla società Mediterranea Acque Spa, soggetto delegato dal Comune di Genova, titolare della gestione tecnico-operativa dell'invaso sul torrente Brugneto.

Nell'ambito dell'accordo stipulato, Mediterranea Acque ha effettuato i rilasci aggiuntivi – qui vorrei fare una precisazione – non a sua insindacabile discrezione, ma su richiesta della Regione Emilia-Romagna, sentiti i Consorzi di bonifica, verificata la consistenza delle scorte idropotabili e previa condivisione con il Comune di Genova. Lo stesso è avvenuto nel 2016 quando, in attesa della ridefinizione del già citato protocollo, è stata raggiunta l'intesa politica tra i presidenti Bonaccini e Toti, che ha consentito di rispondere alle esigenze del comparto irriguo piacentino, assicurando il rilascio aggiuntivo anche per quell'anno.

La sperimentazione condotta, dunque, per le finalità che prima richiamavo, si è avvalsa di tre modelli che hanno tenuto conto sia dei processi idrogeologici e idraulici sia dei fabbisogni idropotabili irrigui. Le attività sono state condotte attraverso un tavolo tecnico che ha coinvolto, oltre ai firmatari del protocollo, anche la Provincia di Genova, il Comune di Genova e ARPA SIMC per lo sviluppo del modello idrologico sul Trebbia. Le analisi sono state approfondite e hanno portato alla condivisione dei dati di disponibilità e di utilizzo della risorsa idrica, al fine, dunque, di definire scenari di sfruttamento, tenuto conto in particolare delle esigenze idropotabili liguri, dei rilasci al comparto irriguo già previsti dal disciplinare concessorio, delle ulteriori esigenze del piacentino in condizioni di scarsa idricità, dello sfruttamento idroelettrico in essere e delle esigenze ambientali, tra cui il rispetto del deflusso minimo vitale previsto dal Piano di tutela delle acque della Regione Liguria e approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 11 del 29 marzo 2016.

Il confronto tecnico ha evidenziato come la possibilità di disporre di ulteriori rilasci dipenda dalle condizioni meteo-climatiche e dal volume invasato dal Brugneto a inizio stagione irrigua, come è stato riportato anche nell'articolo, correttamente, in alcune delle dichiarazioni che ho letto anche questa mattina sulla stampa.

Ad oggi è stato condiviso, quindi, il quadro conoscitivo e siamo al lavoro con tutti i soggetti interessati per definire le modalità operative di una gestione condivisa dell'invaso. Intendiamo, dunque, come Regione, innanzitutto proseguire l'attività del tavolo tecnico e, con nota del 10 febbraio scorso, a firma del direttore generale della Direzione cura del territorio e dell'ambiente, è stato formalmente richiesto un incontro con la Regione Liguria, al fine di pervenire anteriormente alla prossima stagione irrigua a una soluzione condivisa. Detto incontro tecnico sarà propedeutico a un incontro istituzionale in cui affrontare anche il problema del rinnovo della concessione interregionale a uso idroelettrico, scaduta nel 2014, su cui la Regione Liguria deve avviare la procedura.

Il mio collega Giacomo Giampedrone ha confermato, a me personalmente ma anche nell'intervista rilasciata al quotidiano locale di Piacenza, la disponibilità a ragionare insieme per l'uso pienamente sostenibile della risorsa idrica per entrambe le nostre comunità, concetto che ha ribadito nella dichiarazione finale dell'intervista rilasciata al quotidiano Libertà del 26 febbraio 2017.

Per concludere, come Regione Emilia-Romagna siamo determinati a ricercare una nuova intesa, con ovviamente soluzioni di vantaggio per entrambi i territori.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Foti. Ha quattro minuti. Prego.

 

FOTI: Intervengo, signor presidente, soltanto per ribadire alcuni concetti.

Innanzitutto che Mediterranea Acque, confermo, a sua insindacabile discrezione e giudizio può decidere, perché tutti gli altri sono sentiti. Come è noto, quando si dice "sentito", vuol dire che il parere non è vincolante, in fatto e in diritto. Quindi, quando scrivo di queste argomentazioni, scrivo in diritto e non in politichese.

Inoltre, il ragionamento dell'assessore ligure è stato talmente poco chiaro, che proprio oggi un altro soggetto istituzionale, che penso sia amico di molti, ovverosia il dottor Crotti, Presidente della Coldiretti di Piacenza, afferma quanto segue: "Dobbiamo parlarci: il territorio è uno solo. Di certo, noi agricoltori non sprechiamo affatto acqua. L'assessore ligure venga pure per verificare con mano quanto siano moderni ed efficienti i nostri sistemi di irrigazione". Mi pare che sia abbastanza chiara la posizione, in fatto e in diritto, della Regione Liguria. È talmente chiara che tutto questo argomento si sviluppa proprio in ragione di queste dichiarazioni, dichiarazioni che torno a ripetere hanno un vizio fondamentale e il vizio fondamentale si chiama non voler rivedere il disciplinare del Brugneto, che, assessore Gazzolo, inizia nel 1960. Insomma, è passato ormai un numero di anni tale, esattamente cinquantasette, quanti ne ho io, che forse un tagliando lo meriterebbe. E lo meriterebbe non in relazione alle condizioni peggiorative introdotte, piaccia o non piaccia, nel 1987, ma lo meriterebbe solo in ragione di portare avanti al Tribunale delle acque, che è l'unico soggetto competente in diritto, quelle che sono le ragioni degli agricoltori del territorio piacentino.

Perché dico questo? Perché può essere che nel 1960 vi fosse una situazione di un certo tipo. È indubbio - tanto per essere chiari - che le esigenze idropotabili della città di Genova sono profondamente modificate, e non solo perché prima avevano, come è noto, un acquedotto che perdeva oltre il 65 per cento dell'acqua che nello stesso passava, ma anche perché la città di Genova, come lei sa meglio di me, ha perso esattamente 230.000 abitanti negli ultimi quindici anni e inoltre perché, come lei indubbiamente sa meglio di me, l'industria siderurgica, che allora rappresentava uno degli elementi più importanti per l'adduzione di acqua a favore di Genova, oggi ha un'incidenza minimale rispetto a quella degli anni precedenti.

Io penso, allora, che sia inutile continuare con la "politica dei cappelli in mano", sperando che qualcuno un giorno, per grazia e volontà sua, cioè quando vi è abbondanza d'acqua, ci conceda il rilascio d'acqua, perché quando vi è abbondanza d'acqua è evidente che tanto c'è a monte quanto c'è a valle.

Il nostro problema fondamentale, che non è solo un problema agricolo ma anche turistico, è che spesso e volentieri già a fine luglio-metà agosto siamo in una condizione di non avere acqua a sufficienza per far fronte alle colture che nell'area in questione vengono sviluppate.

Penso, quindi, che si debba procedere a una revisione del disciplinare del Brugneto, anche perché la parte idroelettrica - e le ricordo, assessore Gazzolo, che sono due anni che mi continua a rispondere che state cercando un colloquio con la Regione Liguria - è scaduta nel 2014. Siamo nel 2017. Lo dico perché le date hanno una loro importanza. In genere, i rinnovi bisognerebbe riuscire a realizzarli prima delle scadenze degli atti in essere, perché diversamente vuol dire che sono atti proroga, come tecnicamente si definiscono. Ad ogni modo, al di là di questi aspetti, il disciplinare del Brugneto, soprattutto per la parte relativa al rilascio d'acqua, ha solo un problema: se si vuol far morire una valle o meno.

Personalmente ritengo che una Regione, così come il Comune di Piacenza, così come il territorio piacentino, abbia la necessità di dimostrare quella stessa solidarietà e di chiedere quella stessa solidarietà che ad altri è stata data in altre occasioni. Lei ricorderà perfettamente che, quando Genova ha avuto bisogno, seppur in modo momentaneo, di un aiuto per quanto riguarda i rifiuti, nessuno si è sottratto, come non si è sottratto il territorio piacentino, a questo compito. Allora, a maggior ragione mi sia consentito di dirle che, dato che questo è un problema di sistema, penso che la nostra Regione dovrebbe impostare, come sempre è stato fatto, sotto il profilo del diritto quelli che sono dei diritti che oggi sono conculcati. Tutto il resto serve alle cronache, non certo alla storia di questa vicenda.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

È così conclusa la parte dedicata allo svolgimento delle interrogazioni. Passiamo, quindi, ai progetti di legge.



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