Regione (Archivio)

Professione di Operatore Socio Sanitario, importante opportunita' per chi e' disoccupato; la Regione chieda deroga alla Ue su coofinaziamento dei corsi oppure utilizzi risorse proprie

Data: 18/01/2018
Numero: 5993
Soggetto: ASSESSORATO AL COORDINAMENTO DELLE POLITICHE EUROPEE ALLO SVILUPPO, SCUOLA, FORMAZIONE PROFESSIONALE, UNIVERSITÀ, RICERCA E LAVORO
Data Risposta: 30/03/2018

Per sapere, premesso che: - 

l'interrogante, già in data 22 novembre 2017 ha presentato un'interrogazione a risposta scritta, avente oggetto consiliare n. 5662, volta a richiedere alla Regione l'erogazione di un contributo economico a favore dei frequentanti i corsi di formazione per il profilo di Operatore Socio Sanitario (OSS); 

in data 28 dicembre 2017 è pervenuta all'interrogante la risposta alla detta interrogazione dell'assessore regionale Patrizio Bianchi nella quale è specificato che "la Regione non ha ritenuto di avanzare alla Commissione Europea alcuna richiesta di deroga per la formazione degli O.S.S., in quanto non sono pervenute segnalazioni da parte della Direzione regionale competente in merito a eventuale carenza di offerta professionale qualificata e/o di particolari fabbisogni di personale espressi dal mercato del lavoro regionale."; 

la figura dell'Operatore socio-sanitario, secondo la descrizione sintetica contenuta nella Delibera di Giunta 23 febbraio 2009, n. 191 recante "Disposizioni per la formazione dell'operatore socio sanitario in attuazione della l.r. 12/2003 e approvazione dei relativi standard professionali e formativi" prevede che lo stesso sia "in grado di svolgere attività di cura e di assistenza alle persone in condizione di disagio o di non autosufficienza sul piano fisico e/o psichico, al fine di soddisfarne i bisogni primari e favorirne il benessere e l'autonomia, nonché l'integrazione sociale"; 

come facilmente intuibile detto profilo professionale, come peraltro evidenziato dalla sopracitata delibera, apre ad una moltitudine di prospettive occupazionali che vanno dall'assistenza socio sanitaria a domicilio all'assistenza personale in istituzioni, all'ausilio professionale qualificato nei servizi sanitari; 

la professione di Operatore Socio Sanitario vede nei vari ambiti un grande turnover proprio per la specificità e la "pesantezza" del ruolo e le persone in stato di disoccupazione vedono nel settore una possibile reale possibilità d'impiego; 

i partecipanti ai corsi OSS a pagamento sono generalmente disoccupati che investono 10-12 mesi della propria vita e risorse che a stento riescono ad avere per poter accedere ad una possibilità di lavoro; 

a fronte dell'ampia prospettiva occupazionale offerta dal settore e della crisi occupazionale che, nonostante la ripresa dell'ultimo periodo, ancora affligge il territorio regionale sarebbe opportuno individuare una modalità per coofinanziare la frequenza ai corsi di formazione per OSS, quantomeno per le persone che si trovano in stato di disoccupazione; 

tale coofinanziamento potrebbe essere messo in atto avanzando richiesta di deroga alla Commissione Europea rispetto all'utilizzo dei fondi FSE, oppure ricorrendo a fondi propri; 

fino al 2013 Province e/o Regione hanno finanziato attività formative volte a rilasciare la qualifica di OSS; 

se, alla luce anche dell'atto di sindacato ispettivo in premessa citato, sia stata verificata presso la Direzione regionale competente l'eventuale carenza di offerta professionale qualificata di O.S.S. e/o se siano stati verificati particolari fabbisogni di questa tipologia di lavoratore specializzato a fronte delle richieste del mercato del lavoro regionale; 

quali e quanti controlli siano stati attivati dalla Regione presso le aziende di servizi per verificare la qualificazione professionale del personale utilizzato, quali siano i risultati emersi e quali provvedimenti siano stati eventualmente adottati; 

se la Giunta regionale, alla luce di quanto sopra esposto, ritenga di avanzare alla Commissione Europea richiesta di deroga rispetto all'utilizzo di fondi FSE ovvero, in alternativa, abbia intenzione di stanziare fondi propri per coofinanziare la partecipazione di cittadini in stato di disoccupazione ai corsi di formazione promossi per la qualifica di Operatori Socio Sanitari.

Tommaso Foti

RISPOSTA

In risposta ai quesiti posti informo che non sono a tutt'oggi pervenute segnalazioni da parte della Direzione regionale competente in merito a situazioni di rischio sulla tenuta dei servizi derivanti da carenze quali-quantitative di personale OSS nelle strutture sanitarie e sociosanitarie. 

Per quanto riguarda in particolare la rilevazione di eventuali carenze di OSS qualificati e i controlli sulla qualificazione degli operatori delle ASP, l'Assessorato alla politiche per la salute precisa che le ASP si caratterizzano come aziende dei Comuni, singoli o associati, nell'ambito di un sistema regolamentato e coordinato a livello regionale per garantire omogeneità di accesso e di qualità dei servizi ai cittadini. La Regione governa pertanto il processo di aziendalizzazione ed esercita funzioni di monitoraggio e di controllo generale unicamente sui risultati di gestione del sistema delle Aziende. 

Tutto ciò premesso, ad oggi non si ritiene necessario avanzare alla Commissione europea la richiesta di deroga ai fini dell'utilizzo dei fondi FSE per la formazione degli O.S.S.. 

Sottolineo inoltre che, come già specificato nella risposta alla interrogazione n. 5662, grazie al Protocollo d'Intesa siglato con l'Ufficio Scolastico regionale, abbiamo reso possibile l'acquisizione della qualifica OSS da parte dei giovani diplomati in "Tecnico dei Servizi socio-sanitari". Scelta volta a favorire l'accesso dei giovani al mercato del lavoro e a promuovere una qualificazione degli operatori.

Prof. Patrizio Bianchi

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