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Crisi idrica e siccita'; deliberare immediatamente stato di emergenza, programmare investimenti infrastrutturali e disporre un uso ponderato della risorsa

Data: 04/07/2022
Numero: 7-00861 / Risoluzione in commissione
Soggetto: Commissioni VIII e XIII
Data Risposta: -

Le Commissioni VIII e XIII, 

premesso che: 

l'Italia sta affrontando un'emergenza idrica senza soluzione di continuità da Nord a Sud: i pochi millimetri di pioggia caduti nel mese di giugno non sono stati, infatti, minimamente sufficienti ad evitare le conseguenze di una crisi i cui possibili effetti sono sotto gli occhi di tutti: sono a rischio, infatti, miliardi di euro di produzioni agroalimentari e decine di migliaia di posti di lavoro. Inoltre, i piani di emergenza ipotizzati sembra contemplino il razionamento dell'acqua anche per usi domestici; 

ad essere colpito dalla siccità è l'intero territorio nazionale ma particolarmente grave è la situazione nella Pianura Padana dove, per la mancanza di acqua, è minacciato oltre il 30 per cento della produzione agricola nazionale e il 50 per cento delle attività zootecniche; 

in particolare, i grandi bacini del Nord sono ormai ai livelli minimi della serie storica, con l'aggravante che ciò accade all'inizio della stagione più calda. I laghi di Como (13,5 per cento di riempimento) e d'Iseo sono ormai vicini al record negativo, già più volte superato invece dal lago Maggiore che risulta riempito solo al 20 per cento. Anche l'anno scorso la situazione non era facile, a causa di una ricorrente siccità al Nord, ma allora i bacini settentrionali erano ancora oltre il 90 per cento del riempimento e la neve sui monti era abbondante mentre oggi risulta drammaticamente esaurita. Il fiume Po continua a registrare una magra preoccupante lungo tutto il corso: il simbolo negativo è dato dal cosiddetto cuneo salino – la risalita dell'acqua marina salata lungo il fiume Po – che è arrivato a 20 chilometri di profondità e procede, seminando distruzione, poiché interviene su terreni che dovrebbero essere fertilizzati dall'acqua dolce del fiume e non seccati dal mare; 

in alcuni territori non piove da tre mesi e in decine di comuni di Piemonte e Lombardia sono già in azione le autobotti per l'approvvigionamento di acqua poiché i serbatoi locali afferiscono a sorgenti che non ci sono più; la regione Lombardia è ricca di laghi. Nel suo territorio si trovano il 40 per cento delle superfici lacustri e oltre il 65 per cento dei volumi d'acqua italiani complessivi. È molto importante, quindi, lavorare sui progetti che si occupano di laghi e sul loro monitoraggio al fine della gestione delle grosse problematiche che ci sono ed è fondamentale avere degli strumenti tecnologici finalizzati a capire quali sono le criticità per cercare di intervenire in tempo utile e affrontare i problemi che si presentano; 

il Lario ha da sempre rappresentato una grande risorsa e valore, non solo in senso turistico. Si tratta, tuttavia, di una risorsa tanto importante quanto lo è la protezione della qualità delle sue acque, continuamente esposte a rischi quali il cambiamento climatico e l'eccessivo sfruttamento antropico; per il torrente Pioverna, affluente del lago di Como, che si innesta a Bellano (LC), nelle ultime 72 ore si segnala un continuo calo con il valore di meno 23 cm con tratti di alveo praticamente in secca. Inoltre, la stazione lago di Como/Cernobbio osserva un calo nelle ultime 72 ore di meno 11,5 cm, così come la stazione a Lavello (LC) di meno 16 cm; 

la Lombardia si conferma da diversi anni la prima regione agricola d'Italia, producendo – tra i vari – il 37 per cento del latte italiano, il 42 per cento del riso, il 40 per cento dei prodotti suinicoli; 

è prima anche per superficie dedicata all'agricoltura, le cui attività coprono il 69 per cento del territorio; la forte siccità ha colpito anche l'approvvigionamento idrico del Canale emiliano romagnolo, una delle più importanti opere idrauliche della regione Emilia-Romagna e d'Italia, con fondamentali funzioni di vettore d'acqua di superficie ad uso irriguo per un territorio caratterizzato da agricoltura idro esigente e da servizi di insediamenti civili ed industriali; 

le conseguenze della crisi sono evidenti: a preoccupare è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche quella dei foraggi per l'alimentazione degli animali. Inoltre, ortaggi e frutta hanno bisogno dell'acqua per potere poi essere commestibili. Una situazione pesante, dunque, in un momento già difficile a causa della guerra in Ucraina e dei forti rincari nel carrello della spesa; nel Piano nazionale di ripresa e resilienza M2C4-Linea d'investimento 4.1 – sono previsti investimenti in infrastrutture idriche prima per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico; 

con decreto del 16 dicembre 2021 n. 517 il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, in relazione alla M2C4-linea di investimento 4.1 del Pnrr, ha individuato 124 interventi, per un investimento complessivo pari a 2 miliardi di euro finalizzati all'aumento della sicurezza dell'approvvigionamento idrico e della resilienza dell'infrastruttura idrica; detto decreto individua risorse per progetti da programmare e rendicontare con interventi imputabili al Piano Nazionale settore idrico – sezione « Invasi » e sezione « Acquedotti » per un totale di 710 milioni; i fondi previsti nel Pnrr per il solo piano « Invasi » sono pari a circa 400 milioni di euro e non sono assolutamente sufficienti ad approntare un piano, che è oggi fondamentale per il Paese al fine di aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici, indispensabile sia per gli usi civili, agricoli, industriali e ambientali; 

poiché in Italia si perde ogni anno l'89 per cento dell'acqua piovana, appare indispensabile approntare con estrema urgenza una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, per conservare l'acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all'industria e all'agricoltura, con una' ricaduta importante sull'ambiente e sull'occupazione; l'Italia ha bisogno di risorse da investire nelle reti idriche al fine di efficientare quelle dei comuni, realizzare depuratori (oggi in molti luoghi ancora assenti), pianificare invasi nell'ottica di una programmazione a livello territoriale e su vasta scala, rinnovare concessioni idroelettriche delle grandi derivazioni, ripensare alle modalità di utilizzo della risorsa – anche all'interno delle case e degli edifici pubblici – nonché predisporre l'installazione di strumenti e meccanismi volti al recupero ed al riuso delle acque. È inoltre necessario, al fine di migliorare il ciclo idrico integrato, che le regioni chiedano la convocazione di tavoli di interazione e concertazione del sistema degli enti locali con le associazioni e i gestori di acquedotto, fognature, depurazione e le ulteriori multiutilities; 

la progettazione di nuovi invasi ad uso plurimo della risorsa idrica (potabile, energetica, irriguo, e altro) è indispensabile anche per far fronte alla grande siccità che incombe sul Paese e per mitigarne i conseguenziali danni; 

il Politecnico di Milano dal 2019 ha attivato il progetto « Simile – Sistema informativo per il monitoraggio integrato dei laghi insubrici e dei loro ecosistemi » in partenariato con Supsi (Scuola Universitaria professionale della Svizzera italiana), Fondazione Politecnico di Milano, regione Lombardia DG Ambiente e Clima, Cnr – istituto di ricerca sulle acque, Repubblica e Cantone Ticino – Upaai. Finanziato nell'ambito del programma Interreg Italia Svizzera 2014-2020, il progetto ha come obiettivo la salvaguardia dei laghi di Como, Maggiore e di Lugano la cui collocazione geografica, che li vede posti tra due Paesi, ha reso necessaria un'azione parallela e coordinata su tutto il territorio transfrontaliero; 

il Politecnico propone di intervenire per la tutela dei tre bacini lacustri attraverso la creazione di un sistema di monitoraggio avanzato delle loro acque. Il progetto Simile, iniziato a gennaio del 2019 e che terminerà nel luglio 2022, si propone infatti di integrare gli attuali strumenti regionali di monitoraggio non solo con i dati satellitari già presenti (come quelli provenienti dai satelliti Sentinel dell'Unione europea), ma anche con quelli nuovi, provenienti dall'istallazione di sensori innovativi su boe e piattaforme, che permettono un monitoraggio frequente e a basso costo; 

scopo di questi sistemi è quello di affiancare e supportare il monitoraggio tradizionale o discreto, estendendo le scale spaziali e temporali di indagine e sviluppando sistemi di early warning rispetto ad alcune criticità che interessano i laghi quali i bloom algali. Il progetto della durata di 36 mesi vede lavorare a stretto contatto Enti tecnici e di ricerca ed enti gestionali, attraverso un processo partecipato di partner, cittadini associazioni ed enti locali; 

il Governo ha, come detto, individuato delle risorse nel Pnrr, ma queste sono palesemente scarse e totalmente insufficienti a far fronte alla grave carenza di risorse idriche che sta subendo il Paese e che rischia di diventare ancor più grave nel prossimo futuro, fino a rappresentare una vera e propria minaccia di dissesto idrogeologico in Italia; appare dunque opportuno che il Governo promuova senza indugio una programmazione di « invasi » da realizzare a livello territoriale per far fronte all'attuale modificata situazione climatica che sta generando forti ripercussioni negative in ogni ambito, da quello agricolo a quello civile nonché a quello industriale; 

in alcune regioni (Lombardia, Emilia- Romagna, Piemonte) risultano adottati idonei provvedimenti volti all'applicazione, in aree definite, del deflusso minimo vitale estivo, che consentirà di prelevare e accumulare più acqua in caso di precipitazioni; 

non solo, la siccità sta provocando situazioni di preoccupazione anche per quanto riguarda il profilo energetico: è il caso di alcune centrali idroelettriche. Giusto quanto riportato da fonti del settore, gli impianti idroelettrici, per lo più ubicati sulle montagne del Nord Italia, forniscono quasi il 20 per cento del fabbisogno energetico nazionale. Al riguardo, secondo un portavoce di Utilitalia « da gennaio a maggio 2022 la produzione idroelettrica sarebbe diminuita di circa il 40 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2021 » proprio in ragione della grave carenza di acqua. A riprova, proprio di recente Enel ha chiuso a tempo indeterminato dal 21 giugno l'impianto di Isola Serafini (in provincia di Piacenza) in ragione degli insufficienti livelli del fiume Po che lo alimenta; a fronte di una crisi idrica la cui gravità appare di gran lunga superiore a quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, è necessario che, con la massima urgenza, il Governo dichiari lo stato di emergenza nei territori interessati con l'intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti (ad iniziare da regioni interessate e autorità di bacino) e cooperare per una gestione unitaria del bilancia idrico, 

impegnano il Governo: 

a deliberare con la massima urgenza – quanto meno per le regioni che ne abbiano fatto richiesta – lo stato di emergenza per siccità, assumendo ogni iniziativa utile a ridurre l'impatto territoriale della stessa, prevedendo inoltre lo stanziamento di risorse economiche idonee a favore dei comparti oltremodo penalizzati quali risultano essere quello agricolo e quello della produzione di energia idroelettrica; 

ad assumere le necessarie iniziative per rendere più rapida e coordinata la progettazione e realizzazione di un « piano invasi » a livello territoriale prevedendo inoltre lo stanziamento di ulteriori risorse, oltre a quelle già individuate nel Pnrr ma del tutto insufficienti, per realizzare concretamente e nel più breve tempo possibile lo stesso, atteso che l'Italia ne ha estrema necessità; 

a valutare tempestivamente la possibilità di individuare – d'intesa con le organizzazioni sindacali del settore agricolo – pratiche sostenibili finalizzate al minore consumo della risorsa idrica, anche favorendo con specifiche agevolazioni economiche il ricorso all'utilizzo delle migliori tecnologie di cui il settore dispone, e comunque verificando, d'intesa con le regioni, la possibilità che le acque reflue siano recuperate per fini irrigui, in linea con quanto stabilito dalle norme comunitarie; 

ad adottare ogni utile iniziativa di competenza volta: 

a) per il presente, a preservare il consumo di acqua, anche attraverso l'emissione di ordinanze, da parte dei soggetti legittimati a farlo, volte a ridurre e/o sospendere i prelievi idrici e, comunque, ottimizzando l'invasamento di acqua; 
b) per il futuro, a potenziare il riutilizzo dell'acqua piovana, sia per scopi industriali che irrigui e apportare ristrutturazioni della rete idrica nazionale, che registra perdite ingenti superiori talvolta al 30 per cento dell'acqua immessa; 

a valutare l'opportunità di promuovere, nelle forme individuate e nel rispetto delle competenze, il potenziamento delle autorità di bacino in un'ottica di efficacia ed efficienza dell'utilizzo delle risorse economiche già stanziate o da stanziare per una migliore programmazione e realizzazione degli investimenti. 

Risoluzione in commissione sottoscritta dai parlamentari: Foti, Caretta, Butti, Rachele Silvestri, Ciaburro ».

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TommasoFoti
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