Numero: 1. 200. e 1. 2001.
Soggetto: Camera dei Deputati
Disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena (A.C. 2945-A)
PROPOSTA EMENDATIVA 1. 200.
ART. 1.
(Ulteriori misure per contenere e contrastare l'emergenza epidemiologica da COVID- 19)
Al comma 2, aggiungere, in fine, le parole: , e risultanti dall'effettuazione di un congruo numero di test per l'individuazione dell'infezione da Covid-19.
Emendamento sottoscritto dai parlamentari: Foti, Rizzetto, Bellucci, Bucalo, Gemmato, Prisco, Rachele Silvestri, Mollicone, Maschio, Galantino, Ferro, Ciaburro, Caiata.
DIBATTITO IN AULA
TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente e colleghi, abbiamo ascoltato i toni diversi, ma il parere monocorde da parte dei relatori, che ci hanno suggerito l'invito al ritiro, prima di esprimere parere contrario sui nostri emendamenti. In realtà, potremmo tranquillamente dire che l'invito al ritiro potremmo rivolgerlo al Governo nei confronti di questo decreto-legge, perché, vedete, gran parte di questo decreto-legge ha già prodotto i suoi effetti, indipendentemente dalla conversione in legge. Basterebbe vedere l'articolo 1, comma 1, e l'articolo 1, comma 2, allorquando definiscono come spazio temporale per la vigenza di quelle norme, rispettivamente, dal 15 marzo al 2 aprile e dal 15 marzo al 6 aprile. Allora, già questa considerazione attesta l'inutilità di un modo di legiferare, che prima passava attraverso i DPCM quasi settimanali, oggi passa attraverso i decreti-legge, magari ogni quindici giorni. Ma, modificando lo strumento, non cambia il risultato, per il semplice motivo che, quando si arriva alla decisione finale, gli effetti ormai sono svaniti, sicché ogni e qualsiasi attività appare ultronea al significato proprio che dovrebbe avere, invece, il Parlamento, nella sua attività legislativa. Ma, al di là di questo malvezzo, che noi denunciamo - e vorremmo anche lanciare un appello in merito -, non approfittiamo dello stato di emergenza fino al 30 giugno 2021 per inchiodare il Parlamento solo ed esclusivamente a convertire in legge provvedimenti di ordine sanitario. Infatti, indubbiamente, l'Italia merita anche provvedimenti in altri campi, che possano far ripartire l'economia, il lavoro, l'occupazione! Allora, Presidente, noi abbiamo colto l'occasione di questa contraddizione, evidente, che si è voluta perpetuare, per evidenziare anche una circostanza che non è irrilevante. Noi abbiamo di fronte un decreto-legge che accende una lampadina rossa, dicendo: attenzione, vi è una situazione di particolare crisi se ogni 100 mila abitanti vi sono 250 casi positivi. Ma noi facciamo anche un altro ragionamento: se questo deve essere il criterio, occorrerà pure che si definisca anche un minimo numero di tamponi che devono essere effettuati, per verificare effettivamente se questa situazione si presenta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché, se noi lasciamo che, con furbizia, qualcuno gestisca la situazione per non arrivare ai 250 positivi, voi vi rendete conto che il tracciamento non verrà mai effettuato in modo completo? Voi vi renderete conto che ogni quindici giorni avremo sistematicamente una ripresa dell'epidemia in una provincia, piuttosto che nell'altra, in una regione, piuttosto che nell'altra! Allora, è evidente che vi è un modo di continuismo dilettantesco tra il Governo precedente e l'attuale Governo, che ovviamente ha anche una considerazione di fondo: il Ministro è rimasto lo stesso. E quando abbiamo una situazione di grandissima difficoltà rispetto ad un'emergenza sanitaria, abbiamo denunciato in tutte le sedi l'inefficienza del Ministro e, cambiando il Governo, si mantiene quel Ministro, significa che anche a questo Governo interessa esclusivamente l'inefficienza in ambito sanitario e lasciare che le cose corrano come fino ad oggi sono corse, con grave nocumento per la popolazione italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PROPOSTA EMENDATIVA 1. 201.
Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. I Presidenti delle Regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, in ragione dei dati epidemiologici in loro possesso, possono decidere in merito all'individuazione delle diverse zone di rischio su base provinciale, al fine di evitare l'inutile aggravamento della crisi economica in territori in cui non si registra una situazione sanitaria preoccupante, disponendo l'istituzione di zone gialle o bianche nelle province nelle quali si registrano i corrispondenti dati di contagio.
Emendamento sottoscritto dai parlamentari:Foti, Rizzetto, Bellucci, Bucalo, Gemmato, Prisco, Rachele Silvestri, Mollicone, Lucaselli, Ferro, Deidda, Ciaburro, Galantino.
DIBATTITO IN AULA
TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, questo emendamento sicuramente dovrebbe avere il plauso e il voto quantomeno del collega Stumpo, perché a differenza di quanto lui ha detto non ha un termine temporale già scaduto, poiché aggiunge un comma 2-bis al decretolegge in esame e non è un tema irrilevante. Mi permetto di dire che è talmente poco irrilevante che è stato oggetto di ampia discussione in Commissione e anche di voto contrario di una parte della maggioranza su un emendamento di altra parte della maggioranza. Allora, proprio perché il tema è fondato, merita giusta attenzione. Noi stiamo parlando di una vicenda epidemica nella quale ai presidenti di regione si è dato il potere anche di applicare norme più stringenti rispetto a quelle previste dall'ordinamento statale. Ebbene, però, all'interno delle regioni non tutte le province hanno lo stesso andamento epidemiologico. Faccio un esempio. Non più tardi di qualche giorno fa, sul quotidiano sicuramente di riferimento di molti in questo Parlamento, cioè la Repubblica, è stato pubblicato addirittura un servizio sulla provincia nella quale io abito, perché essendo una provincia che ha registrato un altissimo numero di morti nella prima fase e un altissimo numero di contagiati nella prima fase dello scorso anno, non si riesce a spiegare la ragione per la quale non vi è un'uguale ripetizione in questo periodo e si era addirittura ipotizzato che già fosse scattata un'immunità di gregge. Allora, mi chiedo: se i quotidiani fanno servizi e arrivano a chiedersi le ragioni per le quali capitano alcune situazioni, per quale arcana ragione vi deve essere un trattamento identico a situazioni formalmente e fondamentalmente diverse? È evidente che se noi vogliamo cercare di far ripartire il Paese giustamente dobbiamo essere inflessibili nelle zone e nelle province nelle quali vi è una situazione di grave pericolo, ma laddove i dati dimostrano che si è sotto qualsiasi parametro, persino da zona bianca, mi si spiega per quale ragione si deve tenere un territorio in zona rossa, con tutte le limitazioni del caso e con tutti i danni economici del caso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Ecco, allora, dov'è la sfida: in questo caso non c'entrano i servizi segreti, qui c'entrano i segreti dei servizi sanitari! Io vorrei capire per quale arcana ragione non si ha la volontà di analizzare la situazione per quello che la realtà ci dimostra, cioè che vi è un andamento epidemiologico diverso dalla precedente fase in modo significativo e quindi si deve consentire, ovviamente, anche una diversa analisi e prospettazione da parte anche delle autorità sanitarie locali. Faccio un ultimo esempio. Noi abbiamo in tutta Italia, come voi sapete, numerosi comuni di confine tra regione e regione o addirittura che confinano con più regioni. Ebbene, vi siete resi conto che quei comuni di confine stanno morendo perché sistematicamente il diverso colore delle regioni rende del tutto inutile la colorazione che è stata affidata alla propria regione, nel momento in cui dovesse essere gialla o arancione rispetto alla rossa, o addirittura bianca rispetto alla gialla e all'arancione? Allora, guardate, forse è meglio smettere di giocare con gli arcobaleni e cercare di fare qualche norma seria, così come questo emendamento suggerisce (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).