Camera

Modifiche all'art. 3 - Riordino delle attribuzioni dei Ministeri

Data: 07/04/2021
Numero: 3. 3.
Soggetto: Camera dei Deputati
Data Risposta: 07/04/2021

Disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 1o marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri (A.C. 2915-A)

PROPOSTA EMENDATIVA

ART. 3. 
(Disposizioni transitorie concernenti il Ministero della transizione ecologica) 

Al comma 4, primo periodo, sostituire le parole: decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare con le seguenti: regolamento da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400,.  

Emendamento sottoscritto dai parlamentari: Foti, Prisco, Donzelli, Vinci, Butti, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Deidda, Mantovani.

Nella seduta del 7 aprile 2021 la Camera ha respinto l'emendamento

DIBATTITO IN AULA

...
TOMMASO FOTI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie anche a quei colleghi che, rompendo il muro del silenzio, hanno dato atto della serietà degli emendamenti proposti da Fratelli d'Italia. Certo, si possono non condividere, ovviamente, le soluzioni, ma non si può negare che si pongano problemi fondati. Alcuni, ovviamente, hanno più facilità di essere compresi, perché attengono a materie conosciute generalmente da tutti, altri diventano più difficili da spiegare, ma non hanno meno rilevanza né sotto il profilo istituzionale, né sotto il profilo politico. Vedete, l'emendamento che viene qui proposto sembra quasi uno sfizio. Dire di sostituire "decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri" con la parola "regolamento" potrebbe sembrare una certa ricerca di protagonismo, ma, in realtà, in uno Stato che dovrebbe essere uno Stato di diritto e secondo il principio di gerarchia delle fonti, non è che noi possiamo far finta di non vedere come vi sia ormai radicato un malvezzo, un malvezzo di tipo legislativo, che vuole far sì che il regolamento sia sostituito dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. E qualcuno potrebbe obiettarci: ci sarà una ragione. Certo che c'è una ragione, ma, allora, bisognerebbe intervenire sulle cause che portano a questa scelta scellerata, anziché preoccuparsi soltanto di cambiare strada, ben consci che la strada che si va a imboccare è una strada che non è la strada maestra; che insegna, che cosa? Chi? L'insegna la legge, non noi, ma altri hanno voluto approvare la legge n. 400 del 1988 e, in quella legge, si definiscono procedure e strumenti che sono a disposizione dello Stato, delle pubbliche amministrazioni per potere agire e comportarsi di conseguenza. Allora, noi non possiamo pensare che l'articolo 17 di quella legge, solo perché tradizionalmente si ritiene che il numero 17 possa essere anche un numero che porta sfortuna, sia un articolo particolarmente sfortunato. Quello è un articolo che, come altri, disciplina una materia prevedendone un percorso e il percorso che viene indicato per quanto riguarda il regolamento è quello che vede la promulgazione del regolamento con decreto del Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il Consiglio di Stato, che si deve pronunciare entro novanta giorni, e sentite le Commissioni parlamentari competenti. Allora, è inutile cercare di prendere a spizzichi e bocconi quella che è una norma regolamentare e di legge, trasferirla su un altro istituto, fare un obbrobrio amministrativo e giuridico del risultato di questa poco commendevole produzione e, poi, pensare che, tutto sommato, chi è che se ne accorge o, ancora peggio, il potere, come diceva qualcuno, logora chi non ce l'ha e, quindi, facciamo quello che vogliamo. Io penso che, andando avanti di questo passo, vi logorerete negli errori che state commettendo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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TommasoFoti
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