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Inadempienza bancaria e crediti deteriorati - Dalla parte di imprese e cittadini, per una Europa dei popoli e non della finanza

Data: 05/05/2021
Numero: 501
Soggetto: Camera dei Deputati

Seguito della discussione delle mozioni Bitonci, Boccia, Martinciglio, Pettarin, Librandi, Pastorino, Angiola ed altri n. 1-00413, Lollobrigida ed altri n. 1-00463 e Trano ed altri n. 1-00465 concernenti iniziative di competenza in relazione al nuovo quadro normativo in materia di inadempienza bancaria e crediti deteriorati

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TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, Fratelli d'Italia accoglie le riformulazioni presentate dal rappresentante del Governo rispetto alla mozione, a prima firma del capogruppo, onorevole Lollobrigida, che riconoscono, di fatto, i temi che abbiamo affrontato nella stessa. Sono temi che sicuramente rappresentano un momento anche di difficoltà per decine e decine di famiglie e per migliaia e migliaia di imprese. Quando è entrata in vigore questa nuova forma di classificazione del default, per tempo Fratelli d'Italia aveva fatto presente cosa sarebbe successo; l'abbiamo fatto presente prima con una interrogazione a risposta immediata, nel novembre dello scorso anno, ricevendo anche il consenso alla nostra tesi da parte del Ministro Patuanelli. Pochi giorni dopo, il nostro gruppo parlamentare ritornava sul tema al Parlamento europeo; abbiamo poi in Commissione banche audito, in due occasioni, Banca d'Italia e, nonostante la tesi di Banca d'Italia, che diceva che due o tre banche nazionali già applicano, dallo scorso anno, queste nuove regole, abbiamo fatto presente che il pericolo era dietro l'angolo; poi, per ultima in ordine di tempo, ma certo per prima come valore significativo, l'iniziativa, a cura dell'onorevole Meloni, di una grande petizione al Parlamento europeo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché questa Europa non può continuare a pensare che l'economia sia solo una questione di virgole o di logaritmi. Signor rappresentante del Governo, quando l'ABE, l'Autorità bancaria europea, ha indicato i criteri che oggi sono in vigore, era un'altra stagione, era un'altra storia, non c'era la pandemia, si usciva o si tentava di uscire da una crisi, che era quella finanziaria, che dimostrava come effettivamente vi fosse la necessità magari di un intervento ponderato e scaglionato negli anni per dare anche un senso di responsabilità a coloro i quali legittimamente accedono al credito. Ma di fronte alla situazione che si è venuta a creare in questo anno e mezzo - dico anno e mezzo perché, parliamoci chiaro, la pandemia non è finita e la prospettiva sarà ancora di qualche mese di crisi altalenanti - non possiamo pensare di cacciare fuori dal mercato decine di migliaia di imprese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) solo perché chiedono di poter lavorare e di avere quel minimo di credito necessario per poter resistere. Non possiamo nemmeno pensare di dire alle famiglie, che, magari, non ricevono la Cassa integrazione promessa, di mangiare fra due mesi perché, fra due mesi, arriverà la Cassa integrazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) ma non possiamo permettere alcuna uscita dal budget fissato secondo le regole europee. Signor rappresentante del Governo, questa storia me ne ricorda un'altra; mi ricorda la storia di qualche anno fa delle crisi bancarie, quando l'Europa riteneva di intromettersi nelle vicende italiane per il tramite dell'Antitrust e, allora, la signora Vestager, con molta abilità, disse che aiutare con il Fondo interbancario, che era un fondo di chiara natura privata, una banca che si chiamava ex Cassa Risparmio di Teramo, costituiva aiuto di Stato. Quella fu la premessa da cui una certa Europa è partita per massacrare il sistema bancario italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e soprattutto per indurre il Governo di allora - voglio ricordarlo agli amici di Forza Italia, della Lega ma anche ai colleghi del Movimento 5 Stelle - a fare una riforma delle banche popolari, che era un attacco vero e proprio alle uniche banche nel territorio che, da centocinquant'anni, fanno credito agli imprenditori locali, alle famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ciò perché hanno la conoscenza di chi sono i loro clienti, perché hanno la misura di come si sviluppano sui territori quelle imprese. E questo disegno fa il paio con un altro disegno che, in Europa, è diventato molto di moda: tutti noi sappiamo che le piccole e medie imprese italiane sono invidiate; sono invidiate, perché la loro attività consente all'Italia di essere la seconda potenza manifatturiera d'Europa. Ma si è iniziato a dire che sono piccole, che hanno pochi dipendenti e dovrebbero averne di più, che sono poco capitalizzate e dovrebbero avere più capitale. E poi cosa si fa? Si studia questa norma che, in un momento di crisi, mette in ginocchio le piccole e medie imprese, che sono quella rete che, in Italia, tiene in piedi l'economia. Allora, questo diabolico plan, questo Piano, studiato forse a tavolino, che, da una parte, crea le premesse perché si creino monopoli, se non oligopoli bancari, e, dall'altra, fa sì che questi nuovi monopoli o oligopoli mettano in ginocchio le nostre imprese, questa è una strada che chiaramente ha un responsabile in Europa e ha un nome in Europa: è la Germania. Aggiungerò un'ulteriore considerazione a riprova di ciò, perché, dopo che, in sede europea, è stato dichiarato che il Fondo interbancario, dopo una serie di ricorsi, era un Fondo interbancario di natura privata, e che, quindi, quando interviene il Fondo interbancario, non c'è aiuto di Stato, sapete come mai subito dopo si è arrivati ad utilizzare questa sentenza e chi l'ha utilizzata? L'hanno utilizzata per la Norddeutsche Landesbank, cioè per quella banca tedesca partecipata da due Länder (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, questa è la dimostrazione più netta che, quando c'era da massacrare le banche private italiane, le banche popolari italiane, comprese le banche venete, allora il Fondo si diceva fosse un aiuto di Stato; poi, invece, quando vi sono le banche partecipate massicciamente da due Länder tedeschi, allora non c'è più l'aiuto di Stato. Come del resto l'aiuto di Stato non era stato riconosciuto, caso strano, per il Monte dei Paschi di Siena, nonostante i 10 miliardi che erano stati fino allora erogati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, in questa Europa che fa figli e figliastri, in questa Europa che, molto spesso, è matrigna e non madre, in questa Europa che fa così tante, sottili differenze, noi qualche riflessione vorremmo farla, perché, quando l'economia si separa dalla realtà, quando la finanza si separa dal popolo, quando il denaro diventa fine di se stesso, quando il sistema bancario si fa signore del mercato, allora una società cade nel baratro. E questo è un insegnamento che ci viene anche da un grande poeta, che è stato forse dimenticato nelle sue tesi economiche, ma Ezra Pound ha scritto delle pagine in economia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che valgono tanto quanto I Cantos. Colleghi, a noi spiace dire queste cose - e vado alla conclusione, Presidente -, ma all'Europa abbiamo sempre voluto bene. C'era una nostra canzone che diceva "Canto un'Europa di sangue, le catene che ci stanno chiudendo, canto e il mio canto è nel vento. A nord, ad est, a sud, ad ovest in Europa" (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E poi c'è stato anche un grande intellettuale scomparso della destra politica, che, riferendosi ad altre vicende storiche, ebbe un giorno a scrivere: "Oggi, sull'orizzonte dell'Europa, è solstizio d'inverno, un interminabile inverno di servitù e di vergogna. Ma noi crediamo, noi vogliamo credere all'imminente resurrezione della luce" (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi ci metteremo perché crediamo alla risurrezione dell'Europa, ma non l'Europa dei mercati, non l'Europa del pensiero unico, ma l'Europa dei popoli e delle idee (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

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TommasoFoti
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