Camera

Individuazione del deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi; tempi faraonici per dismettere le centrali nucleari

Data: 13/04/2021
Numero: 485
Soggetto: Camera dei Deputati

Seguito della discussione delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00414, Fregolent ed altri n. 1-00417, Prestigiacomo ed altri n. 1-00418, Fornaro ed altri n. 1-00429, Muroni ed altri n. 1-00440, Vianello ed altri n. 1-00441, Pezzopane ed altri n. 1-00442, Vallascas ed altri n. 1-00450 e Lapia ed altri n. 1-00451 in materia di individuazione del deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi.

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TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, signor rappresentante del Governo, quella che noi abbiamo iniziato non è una discussione su aspetti tecnici, perché la tecnica ci dice che è possibile realizzare il deposito, ma soprattutto perché sarebbe quantomeno anomalo che il Parlamento si preoccupasse di correggere tecnicamente quell'organo, quella società, a cui il Parlamento ha dato e ha affidato il compito tecnico di intervenire. Questa non è neppure una discussione che si incentra su un problema legislativo, perché tutte le norme possibili in questi anni sono state approvate, pur di cercare di far partire questa operazione del deposito dei rifiuti radioattivi. E allora, questa è una discussione che ha meramente un obiettivo, a mio avviso, di natura politica, un confronto di natura politica, e che deve avere necessariamente delle risposte in sede politica. Perché, vedete, al gruppo di Fratelli d'Italia non è stato chiesto di sottoscrivere questa mozione, ma dico molto tranquillamente: se non fosse cambiato il Governo, le mozioni che sono state ritirate e che sarebbero state votate, avrebbero avuto tutto un altro esito; la maggioranza avrebbe approvato le sue, non penso che avrebbe approvato mozioni nelle quali vi erano delle fortissime critiche al Governo Conte, e non solo al Governo Conte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Dico questo per la verità dei fatti, dico questo soprattutto perché è inutile nascondersi dietro un dito. Vedete, ogni volta si dice che c'è necessità di trasparenza, ma c'è necessità di chiarezza anche tra di noi, al di là delle parti politiche che rappresentiamo in quest'Aula, perché il gioco delle parti non porta nessuno da alcuna parte positiva. E allora, quelle forti premesse di censura al Governo precedente erano talmente forti che, mi sia consentito di dirlo, nella mozione ora ritirata dal gruppo di Forza Italia, vi era un giudizio politico che non può non far riflettere. L'elenco delle aree potenzialmente idonee era pronto dal 2015 e i Governi Renzi, Gentiloni, "Conte 1" e l'attuale, cioè il "Conte 2", hanno perso anni di tempo prezioso per far ripartire la procedura, per scegliere il luogo dove costruire in sicurezza il deposito nazionale nucleare. Questa non è una premessa che era contenuta in una mozione di Fratelli d'Italia, che infatti non ha presentato mozioni sul punto. E dirò anche il perché. Perché noi non crediamo che sia la mozione, l'istituto, lo strumento giusto per affrontare questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché delle due, l'una: o si ritiene, sotto il profilo legislativo, di dover intervenire, intervenendo anche eventualmente in una correzione dei criteri, o diversamente noi affidiamo alla buona volontà di terzi questa barca, ben sapendo anche che alla fine un motivo per dire che 'tutti si è vinto' ci sarà, perché quando ci sono sessantasette siti, è vero che se ne sceglierà uno, ma è vero anche che altri sessantasei non verranno scelti e, quindi, qualcuno potrà dire, sempre al di fuori di qui: beh, avete visto che quello vicino a casa mia non è stato scelto. E vedete, io dico anche questo, perché a me alcune cose non hanno convinto di quei sessantasette siti, lo dico sinceramente, non è solo la concentrazione abnorme degli stessi che c'è in Piemonte, quasi che il Piemonte abbia l'immagine tipica di quella che potrebbe diventare una pattumiera dei rifiuti nucleari, ma quello che altrettanto fa pendant con l'errore del Piemonte è quella parte della Tuscia, che noi sappiamo benissimo essere collocata, per questa fascia di terreno scelto, nella regione Lazio e che anch'essa sembra un gruviera di possibili siti adatti, indipendentemente dalle valutazioni, che devono essere fatte rispetto ai luoghi, rispetto agli ambienti, rispetto al territorio. Allora, vedete, io lo devo dire, sinceramente mi trovo un po' in difficoltà nel momento in cui devo affrontare questo tema e devo pensare che vengo da un territorio dove, dal 1990, c'è una centrale nucleare chiusa e sulla quale si continua a fare manutenzione e manutenzione, tentativi di dismissione, senza mai arrivare alla soluzione del problema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ma se mi permettete, io farei anche qualcosa di più: vorrei ricordare così, molto velocemente, alcune date che sono importanti, perché il 1990 è l'anno in cui si sono chiuse Trino e Caorso, come centrali nucleari e il 2003 è stato l'anno in cui, per la prima volta, con un decretolegge, sicuramente strumento inopportuno, con una forma sicuramente inopportuna, è stato introdotto legislativamente quello che era il tema del Deposito nazionale dei rifiuti nucleari. Ebbene, dall'audizione che abbiamo avuto di Sogin in Commissione ambiente ci è stato detto che se tutto dovesse filare dritto, cioè se non ci dovesse essere neanche un intoppo, del Deposito nucleare attivo parleremo tra il 2029 e il 2030. E, allora, mi chiedo: ma dalla chiusura di una centrale nucleare a mettere in sicurezza i venti siti che oggi insistono sul territorio italiano e che sono tra di loro sicuramente non collegati, molti dei quali sono in situazioni ambientali preoccupanti, ebbene, dal 1990 al 2030 sono due ventenni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Allora, vediamo un attimo di essere concreti e corretti; io penso che vi siano dei passaggi nella mozione che sono una dichiarazione di buoni intenti, anche di buone speranze, ma questo ripetitivo richiamo alle compensazioni ambientali non può essere l'unico argomento che dovrebbe rappresentare la ciliegina che si dà al territorio che dovrebbe ospitare il Deposito, perché, allora, lo dico così, una volta la sinistra su questi temi diceva che era la mercificazione della salute, ed ecco dov'è il punto debole: qui, non si va a mercificare la salute, qui non si va a scegliere il territorio, perché si tenta di cambiare, oggi, qualche criterio, in corsa. Io penso che questa fase di riflessione sui criteri dovesse esser fatta attentamente fin dal 2014, quando la CNAPI era stata licenziata ed è stata tenuta nei cassetti solo per la paura politica che, uscendo i siti, si sarebbero perse alcune elezioni che venivano a seguire, sul piano politico e sul piano regionale. Allora - e concludo, signora Presidente - la nostra non è un'astensione volta a dire: non ci avete invitato a firmarla e allora ce ne chiamiamo fuori. Noi riteniamo che questa mozione, la mozione di maggioranza, il giorno dopo non produrrà altro che effetti che anche senza la mozione sarebbero stati ugualmente prodotti. L'unica, vera domanda che dovevamo porci era: crediamo ancora in Sogin o no e, se non crediamo in Sogin, vogliamo riportare in capo allo Stato le decisioni sul punto? Questo sarebbe stato volare alto e dare alla politica quella dignità che manca (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

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TommasoFoti
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